E' Joe Crede l'MVP di Gara-1 : fuoricampo e gemme difensive per l'1-0 White Sox.
Sono passati esattamente 46 anni dall'ultima volta in cui i tifosi dei Chicago White Sox hanno potuto assistere alle World Series con i propri idoli come protagonisti; ne sono passati addirittura 88 dall'ultima vittoria.
Per i tifosi degli Houston Astros invece questa è una prima assoluta, ma la squadra del Texas non è affatto un'intrusa anche se la tradizione della franchigia non è affascinante come quella degli avversari.
Gara-1 si gioca in uno U.S. Cellular Field tirato a lucido, con il pubblico delle grandi occasioni pronto ad assistere a quelle che molti hanno definito le “Pitchers Series”.
Se infatti il derby newyorchese del 2000 era stato ribattezzato “Subway Series” e le finali tra Angels e Giants “California Series”, questa sfida sembra essere il grande show dei rispettivi pitching staff, in particolare dei lanciatori partenti.
Confermatissime le due rotation, match-up già pronti sino a Gara-4, e grande curiosità per scoprire quale dei due line-up riuscirà a mettere in difficoltà gli assi del monte.
Per la partita d'apertura Ozzie Guillen sceglie il cubano José Contreras, vincente in due incontri contro gli Angels, e conferma il collaudatissimo line-up con Paul Konerko da clean-up e Carl Everett come battitore designato.
Phil Garner invece regala a Roger Clemens un altro record: a 43 anni è il più vecchio pitcher a lanciare come partente in Gara-1 di WS; l'ordine di battuta è quello con Willie Taveras da esterno centro e Mike Lamb in prima base, con il veterano Jeff Bagwell che trova spazio grazie alle regole di AL come designated hitter.
“Sarà una serie equilibrata e verrà vinta dalla formazione i cui pitcher risulteranno più dominanti”, si diceva, ma in avvio di partita sono i battitori a rubare la scena.
Parte bassa del primo inning e con 2 out fa il suo esordio in battuta Jermaine Dye: conto pieno e fastball alta sul filo esterno di Clemens, l'ex giocatore degli A's gira con potenza e la pallina finisce oltre le recinzioni in campo opposto.
I fuochi d'artificio del ballpark di Chicago sono già in funzione e l'adrenalina del pubblico sembra già quella di una Gara-7.
“The Rocket” è sorpreso, non sono state molte le occasioni in cui è stato toccato duro già al primo inning, ma la sorte che attende il suo avversario diretto Contreras non è diversa: secondo inning e Mike Lamb in battuta, splitfinger che si abbassa nella zona di strike ma bellissimo contatto del prima base degli Astros che trova il solo HR del pareggio.
Non è l'inizio che tutti si aspettavano, e l'incontro sembra essere un “line-up duel” più che un confronto tra starter.
Clemens concede due singoli consecutivi a Carl Everett ed Aaron Rowand (bellissimo batti e corri chamato da Guillen), ed è nei guai anche nella seconda ripresa.
Con i corridori agli angoli e 2 out A.J. Pierzynski ha l'occasione di riportare avanti i suoi: gli esce solo una rimbalzante verso la prima base, ma Rowand scivola bene in seconda e rompe il possibile doppio gioco mentre Everett corre aggressivo e va a segnare il punto del 2-1.
I Sox dimostrano di essersi notevolmente evoluti rispetto al 2004, in cui erano una formazione di soli slugger, e firmano un punto chiave con la preziosa small-ball.
Ci pensa però Juan Uribe a ricodare a tutti che i battitori di Chicago non si sono dimenticati cos'è un extra-base, quando nella stessa ripresa incontra una splitter di Clemens per il doppio che porta a casa il 3-1 White Sox.
Dopo soli due inning però il problema maggiore per Phil Garner non sono i due punti di svantaggio ma il dolore che il suo pitcher partente accusa alla coscia sinistra e che lo costringe a lasciare anticipatamente l'incontro.
C'è bisogno dell'apporto del bullpen, ottimo nella serie contro Saint Louis, ma Chad Qualls e Dan Wheeler non sono certo dei long relief ed allora Garner opta per il mancino Wandy Rodriguez.
Prima che il giovane pitcher di Houston salga sul monte ci pensa però l'attacco a regalare una gioia al dogout degli Astros, perché nella parte alta del terzo inning arriva il pareggio.
Prima un singolo di Brad Ausmus, poi quello di Craig Biggio; con 1 out Garner va con il bunt sperando di mettere due corridori in posizione punto e Lance Berkman al piatto.
Il sacrificio di Taveras riesce e l'esterno degli Astros può portare a casa i punti del pareggio con un singolo; Lance però non si accontenta e punisce una brutta splitfinger lanciata da Contreras con il doppio in campo destro.
La partita torna in equilibrio, 3-3, con uno spettacolo che già da solo varrebbe il prezzo del biglietto; ma siamo solo ad un terzo di gara e nulla è ancora deciso.
Ci pensa Joe Crede a dare un'ulteriore scossa a pubblico e avversari nel quarto inning, con uno swing veloce e potente sulla fastball alta di Rodriguez: solo shot e disperato tentativo di Taveras di impedire il fuoricampo bello ma inutile.
Sul punteggio di 4-3 per Chicago Contreras ritrova ritmo e comincia ad addomesticare il caldo line-up di Houston, ma è ancora Crede il grande protagonista, stavolta in difesa.
Tra sesto e settimo inning il terza base di Guillen compie tre miracoli frustrando il tentativo di rimonta degli ospiti.
Prezioso soprattutto il tuffo con presa ed eliminazione nella parte alta della settima ripresa, con un corridore in posizione punto pronto a segnare il pareggio.
Il pubblico si esalta e sogna l'affermazione definitiva in Gara-1 quando mister base rubata Scott Podsednik legge la slider di Russ Springer e porta a casa con un triplo il punto del 5-3, soprattutto perché pochi minuti prima il rilievo Neil Cotts era uscito con classe (2 strikeout ai danni di Ensberg e Lamb) da una pericolosa situazione di corridori agli angoli e 0 out.
La conclusione della partita è vicina, ma manca ancora l'ultimo sforzo per Chicago, e l'ultimo passo è compito del bullpen.
Assolutamente inutilizzati nelle ALCS grazie alle strepitose prestazioni dei partenti, i rilievi a disposizione di Guillen sono chiamati ad una prova convincente per chiudere Gara-1.
Abbiamo già detto di come Cotts abbia eliminato due pericolose mazze degli Astros al piatto, ma Bobby Jenks non è da meno.
Subentrato allo stesso Cotts per l'ultimo out dell'ottavo inning, il possente pitcher destro (chiamato dal suo manager “The Big Guy”) mostra subito il suo lancio migliore: fastball a 99 miglia e Jeff Bagwell fulminato.
L'occasione per Houston è sfumata grazie allo splendido lavoro del bullpen, che viene completato nel nono inning da Jenks con altri due K compreso quello sull'ultimo out.
Chicago vince 5-3 e si porta 1-0 nella serie, sfruttando la grande serata di Joe Crede, la sfortunata prestazione di Roger Clemens ed il fondamentale apporto del bullpen, a testimonianza di quanto sia importante per vincere un titolo MLB la completezza del roster.
Già stanotte Houston avrà la possibilità di rifarsi, con Gara-2 affidata ai mancini Andy Pettitte e Mark Buehrle.