Serie sottotono per Billups come per tutti i Pistons finora.
Nel giorno in cui una squadra tra Cleveland (22,5 % di chance), Denver (22,5 %), Toronto (15,7 %), Miami (12 %), LA Clippers (8,9%), Detroit (6,4 %), Chicago (4,4 %), Milwaukee (2,9 %), New York (1,5 %), Washington (1,4 %), Golden State (0,7 %), Seattle (0,6 %) e Memphis (0,5 %) potrebbe ritrovarsi il diciottenne più forte di sempre come buon investimento per i prossimi 15 anni di probabile dominio NBA, New Jersey vince la sua ottava in fila nei playoff portandosi su un importantissimo 2 a 0 nella serie.
I Pistons dell' "arrangiatore" Rick Carlisle devono affrontare la difficile situazione di rimettere in piedi una serie laddove solo altre due squadre nella storia hanno compiuto l'impresa. Ci riuscirono i Lakers di "Logo Man" Jerry West nel 1969 contro i Warriors, in 6 gare, e gli Houston Rockets di "The Dream" Olajuwon nel 1994, contro i Phoenix Suns, in 7 gare. Qui però, tutto sommato, sembra più difficile. I Nets sono in striscia positiva e vogliono chiudere subito baracca e burattini perché il loro gioco di corsa potrebbe riposare maggiormente in vista di una ipotetica finale dove conterà anche la freschezza atletica oltre che le doti tecniche e mentali.
QUELLA VOLTA IN CUI FUI CAMPIONE DEL MONDO
Bill Walton, una delle più stravaganti firme d'America, ha raccontato una simpatica storia su Rick Carlisle. Allora, dovete sapere che Bill è stato compagno di squadra dell'attuale coach di Detroit per i Boston Celtics e questo episodio è quindi è quanto di più veritiero si possa credere.
Siamo nel 1986, nelle ultime partite di regular season. Il "Green Team" ha una partita a Milwaukee e il coach K.C. Jones decide di stravolgere il solito quintetto capitanato da Larry Bird per "far meritare lo stipendio" anche ai panchinari. "Era una grande occasione per mettersi in mostra, ma soprattutto per smettere di fare i camerieri ai titolari. Mi ero stufato di portare loro caffè, tartine e giornali. Loro giocavano ogni minuto di ogni singola partita e mi ero veramente stancato." Carlisle non la pensava diversamente.
"La partita andò alla grande, fu tutto perfetto." E il coach come andò ? "Bene, tutti noi della panchina ridicolizzammo il pubblico di Milwaukee, che credeva che la squadra di Don Nelson ci asfaltasse. Ma noi eravamo la seconda fila dei diavoli di Boston." Ok, ma il coach come andò, non ce la dici fino in fondo". "Bene, ho detto"Ma doveva avere coscienza che quella fosse la sua prima e ultima gara da titolare in una squadra campione che poi sarebbe diventata la vincitrice. Avrebbe dovuto sfruttato meglio l'occasione". Sempre e solo "The Big Red".
"NON L'HO DETTO, LO GIURO"
L'ala dei Nets Richard Jefferson è stato protagonista di una storia curiosa, nella quale è riuscito a fare contemporaneamente la figura del bugiardo e anche del brocco. Non dando credito infatti a due o tre mezzucci tecnologici di cui ESPN Radio può disporre, ha avuto la geniale idea di negare un suo commento subito dopo averlo fatto sentire non solo all'America ma al mondo intero.
ESPN Radio si può infatti ascoltare via Internet praticamente in ogni angolo del pianeta, ma l'impavido Jefferson è stato così furbo da negare di aver definito i Pistons la squadra più sopravvalutata di tutta la NBA. Apriti cielo. I giornalisti si sono divertiti a rinfacciare in faccia al furbacchione la frase contestata, con lui che continuava a negare di averla mai detta prima naturalmente di ricredersi amaramente.
Adesso ci si scherza su. La ESPN intanto incornicia il nastro e lo mostra al mondo. Dopo 8 minuti e 50 la frase si ascolta che è un piacere. Ma Richard", che ci voleva a confermare ciò che avevi detto. D'altronde è anche la verità , non c'è nulla da nascondere"
TORNA WILLIAMS E MARTIN DOMINA
Storie da ali grandi. Nei giorni scorsi avevamo accennato alla possibile assenza di Aaron Williams in questa serie. In realtà la dipartita è stata solo una toccata e fuga in quel di Peoria per confortare la nonna di 80 anni gravemente malata. "Le ho detto di resistere, almeno il tempo per poterle regalare l'anello". Auguri di cuore, senza ironia alcuna.
Il dislessico vive invece un momento d'oro. Sta guadagnando crediti in difesa da far invidia a Big Ben Wallace (a proposito, bella la trovata della campana al Palace) perché dopo aver annullato Walker sta limitando fortemente anche Prince, Williamson, Robinson e chiunque gli capiti a tiro, ma soprattutto sta giocando in attacco come non lo si vedeva dai tempi di Cincinnati.
L'evoluzione di K-Mart è un segnale positivo per Byron Scott ma soprattutto per Kidd perché gli potrebbe togliere non poche responsabilità di realizzatore, facendolo così concentrare maggiormente sulla costruzione di gioco. L'anno scorso subirono uno sweep alle finali anche perché nessuno aveva quella capacità di infiammarsi "alla Van Exel", tanto per intenderci, e quindi se riuscisse a diventare la fatidica prima opzione offensiva sarebbe tutto più facile per i Nets.
Stasera si va nel Garden State per gara 3, partita importante. Ma state sicuri di una cosa; la partita si giocherà nell'indifferenza generale, questo è certo.
No, non solo per il vecchio motivo dell'anemico pubblico di East Ruderforth. C'è il Lebron Lottery Game sulla ABC, per molti potrebbe essere lo spettacolo del secolo. Se non avete ancora capito con chi abbiamo a che fare, stiamo parlando di un ragazzino col fisico di Michael Jordan (e le stesse doti atletiche) che ha appena firmato una contratto da 90 milioni di dollari con la Nike. E se aggiungete che anche Detroit ha, via Memphis, il 6,4 % chance di prenderlo, beh, Okur questa sera lo guarderanno in pochi. Joe Dumars compreso.