Che farà Gary Payton? La domanda più frequente negli incubi dei tifosi…
Per comprendere cosa è successo ai Bucks in questa stagione converrebbe partire dall’estate del 2000: i ragazzi di coach Karl, guidati dal fantastico trio (Allen, Cassel, Robinson) raggiunsero la finale di conference, ma vennero sconfitti dai Sixers di una Risposta trascinante e incontenibile…
Per la stagione seguente (2001-02) ci sono grandi aspettative, grandi proclami, e Karl chiede al proprietario della squadra Herb Kohl l’arrivo di Anthony Mason per aggiungere il tassello mancante che farebbe dei Bucks una squadra da titolo…Mason arriverà , i Bucks veleggieranno al comando della Central fino a Marzo inoltrato nonostante molte disfunzioni interne…
Ma da lì in poi, ecco che succede quello che non doveva: i Bucks crollano, 6-16 il record delle ultime gare, con le “perla” della sconfitta-disfatta contro i Pistons nell’ultima gara di stagione regolare; finiranno la stagione con un record di 41 vinte e 41 perse e la clamorosa esclusione dalla post-season… Dirà poi Tim Thomas: “Tutti pensavano ai punti, ai tiri, alle statistiche individuali, all’All Star Game, alle offerte pubblicitarie… è andata come sapete”
Quest’estate a Milwaukee si trovavano di fronte a un bivio: disfare la squadra o continuare così cercando di imparare dagli errori commessi in passato? La verità stava nel mezzo: via il più “cattivo” dei Big Three, aka Glenn Robinson direzione Atlanta.
In cambio, dagli Hawks delle promesse da marinaio, arriva un veterano di mille battaglie (e vittorie): Tony Kukoc. La mossa è controversa: gli equilibri di spogliatoio erano restabiliti senza una “testa calda” come Big Dog, ma la squadra appariva indebolita…
L’obiettivo principale era comunque dare la totale leadership della squadra al protagonista di “He got game”, Ray “of hope”Allen…Inoltre, la cessione della prima scelta assoluta del ’94 serviva anche a concedere maggior spazio a un talento represso come Tim Thomas, lamentatosi più volte (neanche fosse il primo…) con coach Karl per l’utilizzo limitato: adesso gli si sarebbero spalancate le porte del quintetto, con conseguente allungamento della panchina, che avrebbe annoverato tra le proprie file due “sixth man” nati come Redd e Kukoc…
Dal draft arrivavano Marcus Haslip, ala undersize ma di grande forza fisica; Dan Gadzuric, lungagnone da UCLA, un 6-11 che corre bene, salta, stoppa, ma in quanto a talento offensivo siamo vicini allo zero; Ronald Murray, play guardia che era appena stato nominato giocatore dell’anno per la division II della Ncaa; e per ultimo Jamal Sampson, cugino del celebre Ralph, ex centro Nba…
Tutti buoni giocatori, ma nessuno si aspetta che possano risultare importanti se non come uomini di rotazione…
Si parte: su coach Karl pesa anche il macigno della disfatta-vergogna ai mondiali di Indianapolis…i fragili equilibri di spogliatoio potrebbero rivoltarsi contro Karl ai primi segni di difficoltà , e i giocatori gli rinfaccerebbero lo “scandalo-Indy”…
L’inizio della stagione è segnato dal duello “a distanza” tra Ray Allen e Glenn Robinson, e non solo sui 28 metri…i due non finiscono di scambiarsi frecciatine…parte Allen: “Io ero il leader della squadra ma Glenn non lo ha mai riconosciuto…al training camp non si allenava per un inesistente dolore alla caviglia, e nonostante io glielo avessi detto, lui non mi ha ascoltato…ora farò la voce grossa in spogliatoio e in campo: se qualcuno forza un tiro o non collaborà con coach Karl, io sarò il primo a richiamarlo”.
Non male, come accusa, ma poco intelligente da parte del “good fella” per eccellenza: l’immagine della squadra ne esce maluccio…Robinson risponderà : “Allen è un “coniglio”, uno soft che in campo non da mai tutto quello che ha”. Anche qui si viaggia forte!
In campo comunque è Big Dog a cominciare forte (26 punti + 7.5 rimbalzi + 5 assist dopo due settimane di stagione regolare)…nel Wisconsin cominciano a chiedersi se hanno ceduto il baller giusto, dato che i Bucks veleggiano sul 50% di vittorie e Allen non sembra poter fare il tanto agognato salto di qualità …
Si continua su questa linea sino a Febbraio, in un limbo di volontà di emergere (poca) e mediocrità (tanta), poi Herb Kohl, dettato anche dalla volontà di cedere la squadra a fine stagione e allegerire il monte salari per dare al suo successore una situazione “facile”, capisce che così non si va avanti oltre il primo turno di playoff e affida al Gm Ernie Grunfeld il compito di dare la svolta: alla deadline delle trade, quando ormai tutti pensavano che lo scambio più eclatante fosse stato quello che aveva portato God & Gir ai Magic e Mike Miller ai Grizzlies della Sagoma, ecco innescata la bomba: Payton + un emergente Desmond Mason a Milwaukee e Ray Allen + Ronald Murray + il veterano Kevin Ollie nella città del Grunge e di Jimi Hendrix. Nba sconvolta… due veterani che non avevano mai cambiato casacca prima di allora si ritrovano a fare un trasloco di quasi 3.000 Km…
Indovinate da che nasce la volontà di questo scambio? Giusto, Karl è ormai stufo di Allen e si è convinto, come Grunfeld, che non sarà mai capace di guidare una squadra ad un titolo (o almeno ad una finale) da leader… poco intelligente cestisticamente, spesso sceglie tiri “sbagliati”, ecc. ecc.
Ma non doveva essere lui il leader del nuovo corso? Dalle parti del lago Michigan avevano fatto calcoli errati… Adesso arriva Payton, col contratto in scadenza e possibilità più vicine allo zero che all’uno che resti a Milwaukee… ma con lui i Bucks sperano di agguantare i playoff e magari fare un po’ più di strada di quanta ne avrebbero fatta con il Raggio di (Falsa) Speranza.
Obiettivo realistico: superare il primo turno!
Comunque, anche se Payton dovesse fuggire da Milwaukee al termine della stagione, resta sempre Desmond Mason, guardia esplosiva che ha anche vinto l’edizione 2001 del Slam Dunk Contest: adesso non è più solo uno showman, il suo tiro da fuori è migliorato, va seriamente a rimbalzo ed è pronto per l’esplosione. Aggiunta intrigante al roster dei nostri…
Ma aspettate un attimo: nel tutto c’è un qualcosina che non ci torna. E’ arrivato Payton, okappa, ma nel roster dei Bucks c’è ancora Sam I Am, aka il giocatore più sottopagato dela lega…Beh, cos’è successo? Ecco tutto: Cassel era già stato inserito in una trade che lo avrebbe portato nella Grande Mela in cambio di Spree…ma era troppo tardi: il termine della scadenza per gli scambi era scaduto da 8 (?!?) ore, e nonostante i tentativi dei Gm per una piccola concessione, nella stanza dei bottoni sono rimasti impassibili (e insensibili: alle sorti dei Bucks!). Ora Karl, che ritrova il giocatore che l’aveva portato alle finals Nba con Seattle, si trova a gestire due play…
Che farà ?
Farà quello che doveva fare, cioè partirà con i due play come starter,con tutti i vantaggi e svantaggi che questa mossa comporta…comunque i due si trovano subito bene, formano una strepitosa coppia di attaccanti, una della migliori della Eastern Conference. Ma anche in difesa l’influsso del ”Guanto” si fa sentire, e coach Karl dirà : “Non avevo mai visto Cassel stare in una posizione difensiva così bassa da quando lo alleno”.
Nonostante tutto, all’inizio sembra che l’affare l’abbia fatto Seattle: Ray Allen gioca alla grande e mette assieme cifre “Bryantiane” nelle prime due settimane ai Sonics: 28 punti, quasi 8 rimbalzi e 7.5 assist ad allacciata di scarpe…Sarà l’effetto iniziale dell’essersi alllontanati da Milwaukee, Big Dog docet!
Il finale di stagione,nonostante la rivoluzione interna, continuerà a essere altalenante, con il record della squadra che veleggia sempre sul 50% e i playoff da sudare in una corsa a due con i Wizards dell’Alieno…un grandissimo Kukoc con una serie a ripetizione di ventelli nel finale contribuirà a cancellare il sogno di His Airnees, quello di giocare per l’ennesima volta una partita di playoff: destino ha voluto che l’addio alla post-season doveva rimanere quello di Salt Lake City con annesso The Shot…
Questo finale di stagione regolare dà sicuramente ragione a Grunfeld: con Big Dog i playoff erano rimasti una chimera, con Kukoc sono stati raggiunti e “The Croation Sensation” è stato protagonista…
Pollice su per il Gm dei Bucks, quindi, almeno per questa trade… per quanto riguarda l’altra, aspettiamo che a dare il verdetto siano i playoff, nei quali i Bucks hanno la testa di serie numero 7 del tabellone (avendo superato i Magic nel finale) e andranno a giocare contro i Nets per un duello entusiasmante: Gary Payton vs Jason Kidd, duello tra i due migliori play dela lega (Marbury permettendo), cresciuti entrambi ad Oakland…
Il duello finirà pari, con un grandissimo Kidd ed un eccezionale Payton, ma la superiorità complessiva dei Nets porterà ad una sconfitta per 4-2 che si può considerare un buon risultato, se si pensa che le Retine sono i campioni in carica ad est e tra i favoriti anche quest’anno nonostante “The Mu Enigma”, aka Dikembe Mutombo. Nella serie, anche un (finalmente) grande Tim Thomas…
Finita la stagione, è comunque tempo di stilare bilanci e, ovvia conseguenza, pensare al futuro. Allora: nelle categoria “delusioni”, nonostante l’ottima serie giocata contro i Nets, va sicuramente inserito Double T, Tim Thomas… si attendeva la sua esplosione, il passaggio da buon giocatore a stella, ma ciò non è avvenuto. Ormai nessuno in America crede che possa diventare quello che gli era stato previsto un lustro fa, cioè uno dei giocatori più forti di questa lega…rimarrà un ottimo elemento, nulla più.
Anthony Mason è un giocatore oggettivamente in declino, inutile pensare a lui parlando del futuro dei Bucks…la sua è stata una stagione deludente, e solo nel viso (forse) si poteva riconoscere il giocatore che un paio di anni fa giocò la partita delle stelle…
Note liete: sicuramente Michael Redd, che si è riconfermato sui livelli dell’anno passato, se non addirittura migliorato quegli stessi livelli…tiratore eccezionale, il sesto uomo ideale che esce dalla panchina e porta punti ed energia è un ottimo rimbalzista, tra l’altro)…il suo contratto scade quest’estate, quando sarà free agent senza restrizioni…ma pare dovrebbe restare ai Bucks: d’altronde la sua perdita sarebbe un durissimo colpo per l’economia della squadra, e non c’è motivo per non rifirmarlo… tranne che il giocatore si opponga, ma ha già rivelato che si trova bene a Milwaukee e non ne farà una questione di soldi: queste parole comunque lasciano il tempo che trovano…
L’acquisizione di Desmond Mason nell’affare Payton-Allen si è rivelata una grande mossa: Mason è uno degli affari nascosti della Nba, con un rapporto costo-qualità e quantità fornita in campo che fa felicissima la dirigenza della franchigia del Wisconsin.
Cassel è il solito, ed ha giocato un’altra ottima stagione: è salito di livello con l’arrivo di Payton da Seattle.
Kukoc ha giocato bene e non mostra ancora segni di clamoroso cedimento fisico: può fornire ancora un altro paio di stagioni di buon livello.
Ervin Johnson ha fornito la solita esperienza e durezza, Przybilla la solita discontinuità ( e mediocrità ).
Capitolo draft: i Bucks hanno scelto Marcus Haislip alla numero 12, e la scelta analizzta superficialmente, appare sprecata. Il ragazzo è rimasto un oggetto misterioso, George Karl gli ha concesso soltanto 11 minuti a partita e lui non ha avuto occasione di mettersi in mostra… ma bisogna prendere atto che in questi draft era difficile scegliere meglio a quel punto, visti anche le prestazioni delle matricole scelte dopo la dodicesima chiamata…adesso sarebbe facile dire Prince o Boozer, ma non lo era così tanto quel giorno di Giugno dell’anno scorso… ma bisogna dare un’altra chance al ragazzo, la merita…
Ronald Murray è stato ceduto a Seattle compreso nel pacchetto “Allen”, ma è rimasto invece Dan Gadzuric…il suo inizio di stagione aveva fatto ben sperare i tifosi del Bradley Center, che pensavano di aver finalmente trovato un ottimo lungo dopo anni di carestia…e in effetti il l’ex allievo del “silurato” coach Lavin stava giocando davvero bene: buona corsa, ottimo in difesa con buona propensione alla stoppata, ancora un po’ grezzo in attacco ma si pensava che ci si potesse lavorare…poi ecco il rookie wall ed il ritorno nell’anonimato, ed al Bradley Center cominciano a pensare a Boozer, scelto appena dopo dai Cavs: pensiero legittimo, perché il Blue Devil è il vero steal di quest’ultimo draft, grande combattente e oggettivamente migliore di Gadzuric che, tempo un paio d’anni, e ce lo ritroveremo in un palazzetto a mezz’ora da casa nostra…
E poi Gadzuric, essendo una seconda scelta, è stato firmato con un contratto annuale e quest’estate sarà libero: comunque meriterebbe una ricompensa…
Molti tifosi dei Bucks si chidono cosa avrebbe potuto fare di più la propria squara con Lattrell Spreewell al posto di Sam Cassel…ve lo dico io: niente!!!
La logica direbbe sicuramente maggior equilibrio tra i reparti (per usare un termine calcistico), non il doppione nel ruolo di play, l’arrivo di un giocatore eccezionale, un uomo nato per l’uno contro uno, il classico giocatore che manca ai Bucks… ma la realtà ?
La realtà è che un uomo come Spree sarebbe stato difficile da adattare in tre mesi in una squadra totalmente nuova…la coppia Cassel-Payton ha funzionato, avrebbe funzionato anche Spree-Payton magari, ma nulla di più…
George Karl dovrebbe restare sul pino, a meno di clamorose sorprese e di nuovi proprietari dal “gioco facile”…
Capitolo contratti: oltre a Redd e Gadzuric (e Sampson: ma qui la riconferma ci sentiamo decisamente di escluderla), scade anche Payton, e adesso il discorso si fa più complicato…A Febbraio, dopo La trade, tutti erano convinti che questa fosse una mossa del proprietario Kohl mirata a sfoltire il monte salari per cedere la squadra in salute e tranquillità finanziaria…nel corso della regular season erano invece venute fuori voci che volevano Payton vicino a rifirmare con i Bucks, e i Bucks felici e speranzosi di rifirmare Payton…
In realtà le possibilità che ”The Glove” rimanga a Milwaukee sono ormai quasi nulle, per lui si parla di San Antonio, Lakers e T-Wolves come destinazioni più gettonate…intanto tiene in sospeso i cuori dei tifosi del Wisconsin: una stagione ad alto livello dei Bucks il prossimo anno dipende solo da Payton, con tutto il rispetto per Cassel e soci…
E l’eventuale cessione della società non cambierà di molto le carte in tavola, se non per l’affare Payton (chiamalo poco!!!).
Good luck Bucks! Good luck Gary!!!