Anche grazie a Manu gli Spurs partono favoriti, ma attenti al talento dei Mavs
Una rivoluzione in 24 ore.
IL traumatico finale delle gare di semifinale della western conference ha prodotto nella parte Ovest del tabellone dei play-off NBA un vero e proprio sconvolgimento geopolitico.
Dopo tre anni di dominio californiano, culminato con la finale di conference 2002, una delle più belle e intense dell'ultimo decennio, questa volta lo stato del Texas si è ripreso ciò che i Lakers gli avevano strappato all'indomani della vittoria 1999 targata San Antonio Spurs e ha piazzato ben due franchigie proprie nella corsa finale per l'assegnazione del posto nelle NBA Finals 2003.
Come ormai sanno tutti, a contendersi il titolo della Western ci saranno proprio gli ex campioni del mondo dei San Antonio Spurs e i Dallas Mavericks forgiati dalla strana coppia Nelson-Cuban.
A dirla così, potrebbe sembrare una finale alla quale si è arrivati senza sussulti. La squadra che ha fulminato l'intera lega con una partenza di stagione regolare impressionante, contro la squadra che ha ricevuto per i suoi rappresentanti il premio di miglior allenatore e addirittura quello di MVP dell'anno.
Invece la conquista dello spot da parte di queste due franchigie è stata parecchio tribolata, anche se del tutto meritata.
La testa di serie numero uno del tabellone Ovest della post season, gli Spurs, ha dovuto faticare non poco per trovare la sua amalgama. Quest'anno gli Spurs hanno vissuto sempre in un'atmosfera da ora o mai più.
Al di là del rendimento di Tim Duncan, unica costante certa nell'equazione grigio-nera, la squadra di coach Popovich ha dovuto testare un gruppo nel quale David Robinson correva il rischio di pensare più alle celebrazioni d'addio piuttosto che al campo.
Un gruppo nel quale Manu Ginobili veniva sì da un grande mondiale, ma si portava dietro anche una caviglia in pessime condizioni. Un gruppo che per molti non disponeva del necessario talento per fare il passo in più che la sola applicazione di un attacco ordinato e di una difesa molto "europea" gli consentivano.
La cronaca invece ha dovuto registrare la costante crescita di questa squadra, capace di gestirsi nella regular season fino ad arrivare al primo posto del tabellone ad Ovest e dopo aver tremato contro la freschezza dei Suns al primo turno, capace di scacciare tanti tarli dalla propria mente eliminando senza discussioni i rivali storici di L.A.
Da parte loro, i Dallas Mavericks sono sembrati fare il viaggio opposto.
Dopo un inizio di stagione sfolgorante a dir poco, la squadra di Nash e Nowitzky ha cominciato a coltivare le speranze dei rivali attraverso un percorso di vittorie risicate, di sconfitte negli scontri diretti e di difficoltà legate ad un gioco esasperatamente offensivo.
All'inizio dei play-off non erano pochi fuori dal territorio texano, gli osservatori che prevedevano per i Mavs un'eliminazione al primo turno da parte della talentuosa ciurma Blazers.
Invece, Dallas dopo essersi fatta rimontare fino a gara 7 dopo una serie dominata per tre turni, ha saputo chiudere il discorso in casa e ha addirittura doppiato l'impresa, se così la vogliamo chiamare, contro i Kings, seppure privi per 5 gare e mezza di Webber.
Ad oggi, la sfida sembra comunque pendere dalla parte degli Spurs.
Il già citato Duncan non sembra poter essere contenibile dalla difesa dei cugini e la capacità di San Antonio di controllare il ritmo del gioco potrebbe risultare il fattore decisivo della serie.
Ginobili, Parker e Bowen dovranno dare il meglio di sé contro gli esterni avversari e in particolare Stephen Jackson sarà chiamato a dare più di quanto abbia dato contro i Lakers.
Dall'altra parte però, la quantità di talento è tale da non permettere facili pronostici di sconfitta. Una squadra guidata da Nash, che si ritrova con il tedesco di Wolfsburg, Finley e un Van Exel capace anche di 40 punti in una sera, non può partire battuta da nessuno, anche se onestamente un mastino come Rose e i vecchi marpioni Willis e Robinson non sembrano facilmente contenibili da La Frentz, Najera e Bradley, anche se non si chiamano O'Neal.
La serie di stagione regolare è finita sul 2 pari, ma i valori tecnici e tattici sembrano essere anni luce distanti dalla realtà odierna. Chi vincerà questa serie lo farà giocando con maggiore cuore e con maggiore convinzione nei propri mezzi e ancora una volta l'apporto del pubblico potrebbe risultare un fattore importante, specie considerando che si tratta di un derby, per dirla all'europea.
In palio c'è il posto di strafavoriti (ma non automatici vincitori) nelle finali NBA 2003.
Alla prossima"