Kidd in entrata contro Prince. Ancora una volta è di Jasone il canestro decisivo.
I New Jersey Nets si aggiudicano gara1 della finale della Eastern Conference, battendo 76-74 i Detroit Pistons.
Kidd e compagni sono riusciti ad espugnare il Palace di Auburn Hills, spesso fattore decisivo con i suoi 20.000 fedelissimi, e a portarsi così sull'1-0 nella sfida.
Gara 1 è stata decisa a due secondi dalla fine, da Jason Kidd, con un dolcissimo jump preso sulla riga fondo in faccia a Mehemet Okur,dopo aver battuto in palleggio Billups. Con 1.4 secondi sul cronometro prima della sirena finale, i Pistons hanno avuto il pallone del possibile overtime, ma proprio il turco per due volte ha fallito il disperato tentativo.
"It was cleared out on the right side, dichiara Kidd nel dopogara,"my thought was, when I saw Okur in front of me,now my job is to get it up there"
Richard Hamilton si complimenta con i suoi avversari e con l'autore del tiro decisivo:
"Great players make great shots. We had two guys on him , he had to shoot over a 7-footer in Mehemet, and he made a big-time play. Weput ourselves in a situation, (74-74), the game tied up and if we get that stop we go to overtime. He made a great shot"
Mehemet Okur difende e spiega l'ultimo doppio tentativo di overtime del quale è stato protagonista:
"I think it was a good pass, I just tried to catch it the first time, but I missed the first one and tried to tip the secondone but it didn't go in"
La partita è stata a grandi linee quella preventivata nelle analisi pregame. Una serie in cui vedremo punteggi bassi (i Piston hanno segnato meno di 20 punti in ben due quarti, 16 nel primo,11 nell'ultimo) e nella quale sarà la difesa a catalizzare l'attenzione sul parquet. Ciò che di più lontano si possa immaginare per chi arriva da Dallas-Sacramento.
I ritmi bassi che hanno caratterizzato gara1 favoriscono senz'altro i Pistons, e forse proprio questa è la preoccupazione maggiore per Rick Carlisle. Aver perso pur avendo giocato la partita che si voleva giocare, senza aver concesso troppo spazio al temutissimo contropiede avversario. Ma i limiti offensivi di Detroit pesano come macigni su una gara impostata tatticamente nel modo migliore.
Anche se occorre sottolineare come in avvio di partita (e principalmente durante tuttol'arco del primo tempo) il gioco in velocità della squadra di Byron Scott, ha dato i suoi frutti: "We got in a hole early because we allowed them to get out into transition" sostiene Rick Carlisle,"They had 18 or 20 transition points in the first half, which is way to many".
Gli accoppiamenti iniziali vedono lo scontro tra le point guard Chauncey Billups-Jason Kidd, in guardia Hamilton-Kittles, in posizione da tre Curry-Jefferson, in quella da 4 Robinson-Collins, e sotto canestro Wallace-Martin.
L'inizio gara è difficile soprattutto per i padroni di casa, che non segnano mai. Chiuderanno il primo quarto a quota 16 punti (in proiezione sui 48' fanno 64"un po' pochini). Il gioco a difesa schierata dei Pistons pare essere molto macchinoso, a tratti preventivabile nelle sue scelte finali. Due, se non tre giocatori di coach Carlisle, non attaccano con sufficiente fluidità il canestro avversario (in particolare Curry, Wallece e Robinson) e ciò consente a i Nets di trovare le contromisure adeguate a Billups e Hamilton.
I Nets per contro partono bene soprattutto grazie a Kenyon Martin (16p e 9rb), che in avvio di partita pare avere la meglio nello scontro muscolare con Ben Wallace (6p, 22rb). Wallace pur essendo il miglior difensore della lega, non ha sicuramente la rapidità laterale sufficiente per seguire K-Mart sul perimetro, e ad inizio partita proprio questo miss-match crea diversi problemi a coach Carlisle. In compenso quando la palla è intorno al ferro non c'è umano che possa competere con l'incredibile forza di BigBen. 22 rimbalzi, 3 stoppate e soprattutto una intimidazione costante per tutti i penetratori, uno striscione "caslingo" ci indica il dominio a centro area di Wallace, " Stop kidding you – this is Ben House"
Il primo quarto si chiude 22-16 in favore degli ospiti, e una nota di merito va spesa in onore di Okur (8p nella rima frazione), reo sì dell'errore finale ma ancora una volta protagonista assoluto. Il turco è autore dell'ennesima grande prova, della quale non ci si può più stupire. Per i Pistons è' una delle poche alternative credibili alle soluzioni offensive di Hamilton e Billups.
Mehemet segna 12 punti in 23 minuti, e se questo dato non pare a prima vista così straordinario come dipinto, si consideri il fatto che la partita viaggia sui 70 punti, e che solo 3 giocatori di Carlisle (lui e i due citati sopra) sono in doppia cifra nel referto finale.
Meno incisivo del solito (quantomeno rispetto alle ultime uscite) è apparso Tayshawn Prince. L'ex Kentucky ha giocato una partita dai tabellini buoni rispetto a quelli di regular season, ma più ombrosi rispetto a quelli dei suoi straordinari playoff (nella lega, è il giocatore che ha migliorato maggiormnte la propria media punti rispetto a quella stagionale, +7) Chiude la gara con 7 punti in 36 minuti.
Nella seconda frazione di gioco gli adeguamenti tattici non cambiano nella sostanza il punteggio. I Nets pur non sfruttando molto il contropiede, distribuiscono bene le scelte offensive mantenendo il controllo del proprio tabellone (10 rimbalzi per Jason Collins) e non concedendo secondi tiri. Per i Pistons l'unica freccia in faretra è Richard Hamilton, miglior marcatore della serata con 24 punti in 38 minuti. L'ex Wizards conferma ciò che di buono ha fatto vedere in questi playoff (22.6 punti di media,) e riesce a mantenere i suoi a galla, in attesa delle seconde linee" Il secondo quarto si chiude con il punteggio di 43-36 per i Nets.
Nel terzo periodo di gioco, la partita cambia piega. Il parziale di 27 a 12 della terza frazione, permette ai padroni di casa di portarsi i vantaggio di 8 (63-57). Con Wallace padrone della zona pitturata, e Hamilton mattatore del quarto, l'incontro sembra prendere la direzione voluta dai Pistons. Ma i Nets, grazie alla carestia offensiva di Detroit, riacciuffano il punteggio e volano sul 74 a 67 a 3.05 dalla fine.
Ma il quarto quarto rimette in discussione le sorti dell'incontro. Il +8, che in una partita a punteggio così contenuto pare essere una garanzia, in pochi minuti si volatilizza, lasciando spazio ad un finale incerto e punto a punto.
Abbiamo già raccontato che nella bagarre finale è Jason Kidd (15p, 9rb e 7 ass)a tirare la zampata vincente, e a regalare a New Jersey un preziosissimo vantaggio.
Ora si attende gara2, in programma al Palace di Detroit martedì sera.
La speranza è che il match sia un po' più spettacolare in fase offensiva rispetto a gara1, mantenendo lo stesso spessore difensivo. La cosa pare difficilmente realizzabile, ma l'nba ogni sera, oltre che un poster, ci regala sorprese ed emozioni. Fiduciosi,o meglio speranzosi, staremo a vedere.