Mike Shula, neo allenatore degli Alabama Crimson Tide
Alabama è riuscita a trovare in una sola settimana il sostituto di Mark Price. Al posto dell'allenatore licenziato ad inizio maggio per aver leso la reputazione dell'università è stato chiamato Mike Shula, 37enne assistente dei Miami Dolphins ed ex quarterback dei Crimson Tide.
Proprio il fatto di essere stato un giocatore di Alabama ha fatto cadere la scelta sul figlio del mitico Don, l'allenatore con più vittorie nella NFL. Dopo il polverone sollevato da Price, Robert Witt, rettore dell'università , e Mal Moore, direttore della sezione atletica, volevano assumere qualcuno che fosse già conosciuto dalla 'Bama Nation.
Per questo motivo i possibili candidati erano soltanto tre, tutti con un passato in Alabama. Oltre a Shula sono stati intervistati anche Sylvester Croom, allenatore dei running back di Green Bay Packers, e Richard Williamson, allenatore dei wide receiver dei Carolina Panthers. Il prescelto sarebbe diventato il terzo allenatore dei Crimson Tide in sei mesi.
Fin dall'inizio Shula veniva considerato il favorito e i colloqui con gli altri due allenatori sembravano solo un tentativo di cautelarsi in caso di un rifiuto imprevisto. L'ex coordinatore di Miami non è si è fatto però sfuggire la possibilità di allenare una delle università più importanti della nazione ed ha firmato un contratto di sei anni per 900 mila dollari a stagione.
Shula ha giocato come quarterback di Alabama dal 1984 al 1986 e nel 1988 ha iniziato la carriera di allenatore come assistente dei Tampa Bay Buccaneers. Nel 1991 è chiamato a Miami dal padre con il titolo di assistente degli allenatori prima di essere assunto per allenare i tight end di Chicago nel 1993. Dopo tre stagioni con i Bears è ritornato a Tampa dove lavora tre anni come coordinatore offensivo.
In seguito agli insuccessi della franchigia diretta da Tony Dungy, il nuovo allenatore di Alabama veniva licenziato ricevendo però subito l'offerta di Dave Wannstedt, ex collega ai tempi di Chicago. Shula è rimasto con i Dolphins fino a pochi giorni fa, prima che arrivasse la chiamata di Alabama.
L'allenatore ha dichiarato di "aver ricevuto un'offerta che non si può rifiutare. Mi darò subito da fare perché è quello che ho sempre voluto fare. La situazione è difficile perché non siamo in gennaio ed abbiamo pochissimo tempo. Non lasceremo in ogni caso che questa sia una scusa".
I giocatori dell'università si sono dichiarati contenti della scelta fatta e hanno subito dimostrato di avere fiducia nel nuovo allenatore. "Gli si può vedere negli occhi quanto ha voluto questo posto e quanta voglia ha di vincere", ha detto Brodie Croyle, quarterback. Particolare molto apprezzato nel curriculum di Shula è il fatto di aver giocato con la maglia dei Crimson Tide. "Lui sa cosa vuol dire indossare questa maglia", ha detto invece Clint Johnson, tight end.
Non tutti si sono dichiarati contenti della scelta dell'università . Primo fra tutti il reverendo Jesse Jackson secondo il quale Croom non sarebbe stato scelto solo perché di colore. Jackson nell'occasione ha pubblicamente chiesto che siano monitorate le assunzioni di tutte le università della SouthEastern Conference, non solo di Alabama.
"Nessuna persona di colore è stata mai assunta come allenatore, direttore della sezione atletica o rettore di un'università della SEC. Stesso discorso anche per le altre posizioni manageriali. Una volta che ci siamo tolti la divisa di giocatore le nostre opportunità si azzerano. Alabama ha perso una grande occasione per prendere posizione sul problema".
L'assistente dei Packers ha comunque chiuso subito il caso dichiarandosi estraneo alle iniziative intraprese dal reverendo. "Non ne so niente. L'intera esperienza, a parte ovviamente il disappunto per non essere stato scelto, è stata positiva".
Quelli che criticano la scelta di Moore citano l'inesperienza di Shula come capo allenatore e si chiedono come mai è stato scelto un allenatore che cinque mesi fa non figurava neanche fra i possibili candidati alla successione di Dennis Franchione prima che venisse scelto Price.
Altra critica mossa all'allenatore è l'incapacità di dare una precisa identità offensiva alle squadre allenate e gli anni a Tampa sono spesso chiamati in causa dai suoi detrattori. Nei tre anni di Shula in Florida la franchigia non è mai arrivata più in alto del ventottesimo posto fra gli attacchi della lega.
Resta ora da vedere se Shula riuscirà a far dimenticare il caso Price e riportare al successo i Crimson Tide già da questa stagione. È noto, infatti, che all'università dell'Alabama ci si attendono risultati non buoni ma eccezionali ogni anno e nel caso questi mancassero le critiche non tarderebbero ad arrivare.
Franchione, allenatore lo scorso anno, ha dichiarato a più riprese che la pressione cui si è sottoposti è maggiore che in ogni altra università . Per soddisfare l'esigentissimo popolo dell'Alabama il nuovo allenatore avrà pochissimo tempo.
Shula si ritroverà con i giocatori ad inizio agosto mentre la stagione inizia il 30 agosto. Questo significa che Shula ha soltanto quattro mesi per creare un playbook offensivo decente e tre settimane per insegnare gli schemi alla squadra. Della difesa dovrebbe invece occuparsi il confermato Joe Kines, defensive coordinator già collega di Shula con i Buccaneers nella NFL.
Il fatto che quest'anno l'università non possa disputare un Bowl per le sanzioni della NCAA rende ancora più pesante la situazione. Non ci sarà la possibilità di cancellare una stagione mediocre vincendo uno dei tanti Bowl che si disputano a fine stagione.
Shaun Alexander, attuale running back dei Seattle Seahawks ed ex di Alabama, esprime bene le idee della maggior parte dei tifosi dell'università : "Non bisogna essere pazienti. Il momento in cui ci accontenteremo sarà quello in cui non saremo più Alabama, la scuola dell'eccellenza, la scuola dei campioni".