Dirk Nowitzky ha sciorinato grande basket per tutta gara7, tornando Wunder Kid!
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Mavericks 112, Kings 99
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Probabilmente dopo la vittoria in gara7 e l'approdo dopo 15 anni alla seconda Finale di Conference della propria storia, i Dallas Mavericks ringrazieranno chi, dietro le quinte, ha permesso tutto ciò: Don Nelson.
Il coach visionario, spesso criticato per i suoi metodi e per il suo gioco, è il protagonista nel dietro le quinte di questa splendida banda di matti, che sono i Mavs, un allenatore che ha visto in un longilineo tedesco della A2 tedesca un futuro fuoriclasse, colui che ha fatto letteralmente andar via di testa, tatticamente parlando, un allenatore di valore ed esperienza come Rick Adelman, un coach che ha reso Nick Van Exel un'arma tecnico-tattica dalle potenzialità devastanti, come evidenziato in questa serie in cui l'ex Lakers ha viaggiato a 25.3 di media uscendo dalla panchina, terzo ogni epoca a riuscirci.
Dallas gioca una gara7 a dir poco magnifica, riuscendo a portare i Kings sul proprio terreno di corsa e punendoli in ogni situazione di gioco, trascinati da un Nowitzky finalmente in formato Wunder Kid e da un supporting cast che ha saputo trovare sempre la giocata giusta per spezzare ogni velleità di rimonta da parte dei Kings.
Nowitzky, categhizzato sulla meccanica di tiro nel pregara dal suo ex allenatore a Wurzburg, Holger Geschwindner, sciorina una gara da autentica star del parquet, mettendo a referto un 30ello con 12/20 dal campo, condito da 19 rimbalzi, uno in meno di quello che prevedeva il suo ex coach a metà gara, e da un paio di triple che hanno tolto qualsiasi speranza ai Kings di poter sbancare l'American Airlines Center, pienissimo e rumoroso all'inverosimile proprio come voleva Marc Cuban.
"Non sono mai stato un gran fattore nella serie. Non riuscivo a trovare il mio ritmo.". Ha detto un Nowitzky apparso molto rinfrancato dall'incontro col suo ex allenatore. "Ho avuto subito la sensazione che il mio jumper fosse migliore di quello di un paio di giorni fa.". Un attestato di stima vero e proprio per chi lo ha lanciato nel panorama cestistico.
Oltre però ad un Nowitzky da sogno, Dallas ha trovato il modo di scombinare tutte le carte di coach Adelman, riuscendo soprattutto nella ripresa a portarlo sul proprio ritmo di gioco e schiantarlo con un autentico clinic di corri e tira, a cui Sacramento è riuscita a contrapporre solo l'orgoglio di un Jimmy Jackson in versione all-star (24 punto con 10/12 dal campo) e un redivivo (almeno in attacco) Mike Bibby, che ha chiuso con 25 punti, quasi tutti nel secondo tempo.
Emblematiche un paio di azioni del secondo tempo, in cui dopo un canestro segnato dai Kings, Dallas rimetteva la palla in un baleno e volava dall'altra parte a realizzare senza dare la possibiltà alla difesa di Sacto di organizzarsi. L'inizio del terzo quarto ha visto le due squadre fronteggiarsi a viso aperto a chi segna di più e nel minor tempo possibile, e su questo campo i Mavs sono imbattibili, infatti dopo 2-3 canestri di Jim Jackson e di Bibby, i Kings, schierati quasi sempre con un quintetto piccolissimo (Stojakovic da centro!), hanno affrettato le conclusioni e visto scappare Dallas con un paio di triple di Nick Van Exel e una di Walt Williams.
L'errore fondamentale dei Kings e di Adelman è stato questo, non sfruttare la maggior fisicità a centro area con Divac e Clark (solo 6 minuti) contro un Nowitzky che in difesa da n.5 poteva essere tranquillamente battuto e messo in difficoltà . L'esser andati dietro alle teorie di Nelson ha permesso a Dallas di mantenere invariato il proprio stile di gioco, approfittando anche del fatto che senza lunghi, Sacramento era quasi costretta a cercare la soluzione dalla distanza, che nella ripresa ha funzionato a fasi molto alterne. I Mavs invece con 11 triple su 20 tentativi hanno tirato in modo sontuoso, dando il là al vantaggio decisivo che ha chiuso la gara a cavallo degli ultimi due quarti di gioco.
Adelman, che sicuramente sarà accusato in maniera pesante dalla stampa californiana, prova a giustificarsi andando ancora a tirar fuori l'assenza di Webber. "Quando tu perdi Webber è come se Dallas perdesse Nowitzky o San Antonio perdesse Duncan, ma non c'è niente che tu possa farci."."Io do un grande credito alla mia squadra. Hanno avuto la possibilità di vincere la serie anche senza Webber.".
L'unico momento in cui Sacramento ha recuperato ed è addirittura andata in vantaggio, è stato nel secondo quarto, quando dopo l'entrata di Jim Jackson, con un Divac in palla, i Kings erano riusciti a ritornare in partita, approfittando dei problemi di falli di LaFrentz, ma da lì in poi gli esperimenti di Adelman hanno fallito clamorosamente, lasciando il palcoscenico ai Mavs, guidati ancora, in alcuni momenti importanti, da Raja Bell, autore di 12 fondamentali punti, tutti in situazioni di autentica libertà data dalla difesa Kings.
Dallas, con questa seconda vittoria dei playoffs nella gara decisiva, va a sfidare in un derby tutto texano i San Antonio Spurs per l'approdo alla Finale NBA, con cui divide il miglior record della Lega, sicuramente sarà una sfida spettacolare, in cui vengono contrapposti forse il miglior attacco della NBA contro la miglior difesa.
Sacramento invece, come l'anno scorso, deve uscire in una gara decisiva, questa però giocata decisamente sotto le proprie possibilità , tolta l'assenza di Webber. Un team attrezzato come i Kings, in cui ogni giocatore ha il talento per essere protagonista, doveva sicuramente dare di più, sia in difesa, dove in troppe occasioni hanno lasciato liberi di tirare i giocatori di Dallas, che in attacco dove hanno affrettato troppo le conclusioni e non capitalizzato la propria supremazia a rimbalzo, andandosi a buttare nella rete dei Mavs.
Ci saranno numerosi riflessioni all'interno dei Kings, con i fratelli Maloof, presenti all'American Airlines Center, che sicuramente non devono essere stati felici di vedere il loro team soccombere in questa maniera, probabilmente l'assenza di Webber, salverà Adelman da una graticola quasi dovuta, ma l'estate nella capitale californiana sarà molto calda.