La grinta di Jim Jackson, protagonista inatteso.
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KINGS 115, MAVERICKS 109
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Per scegliere chi avrà l'onore di affrontare i LakersBusters si dovrà attendere l'esito di Gara 7, visto che i Kings sono riusciti ad annullare il primo match-point in favore dei texani, in una gara in cui il palcoscenico è stato monopolizzato dalle splendide prestazioni dei “panchinari” di entrambe le squadre, anche se è riduttivo definire tali dei campioni che sarebbero titiolari praticamente ovunque.
E' stata una gara strana, dominata dal nervosismo, dagli errori e dalla stanchezza: i Kings sapevano di non poter perdere, i Mavs di potersi giocare tutto in Gara 7 davanti al proprio pubblico, ne è venuta fuori una gara in cui i californiani hanno tenuto saldamente in mano il pallino del gioco, a tratti dominando, ma hanno finito per concedere a Nowitzki il tiro della vittoria a pochi secondi dalla fine, spuntandola per il rotto della cuffia.
Già dai primissimi minuti risulta evidente che i due attacchi hanno le polveri bagnate: i Kings non riescono a segnare un canestro per più di 4 minuti (chiuderanno il primo periodo con 9/28 dal campo), ma i Mavs non ne sanno approfittare (9/21, tanti tiri facili sbagliati e palle perse banalmente). L'unico ad uscire dalla mediocrità è Christie che segna 8 punti.
Nel secondo periodo entrano in scena i “Jackson Two”, Bobby e Jimmy, che segnano 22 punti complessivi (in particolare Bobby da' la carica ai suoi con 9 punti consecutivi). I neroviola tirano meglio e dominano sotto i tabelloni (7-1 i rimbalzi offensivi), i texani si tengono in linea di galleggiamento con 14 punti di Van Exel. All'intervallo i padroni di casa sono sopra di 5, ma danno l'impressione di avere la gara in pugno.
Il terzo periodo sembra essere quello della fuga decisiva dei Kings, che dominano sotto i tabelloni e tengono il ritmo basso; non hanno fatto però i conti con Van Exel, che ne mette 12 di cui 5 in un parziale di 7-0 a fine periodo che riporta sotto i suoi, compreso un funambolico canestro a 6 decimi dalla sirena.
L'ultimo periodo, quello decisivo, è un ottimo riassunto della gara: i Kings giocano meglio, i Mavs sono insufficienti sia in attacco (2/11 da tre e 28% complessivo dal campo nel quarto) che in difesa, ma riescono quasi inspiegabilmente a mantenersi a tiro.
Nash, dopo una gara grigia, si incendia improvvisamente con due triple consecutive (le uniche della sua gara e le uniche del quarto periodo per i suoi) che portano i texani a -2 con meno di un minuto sul cronometro; i Kings riescono a restare davanti attaccando il tabellone, come hanno fatto per tutta la partita, ma soprattutto grazie ad una inconsueta precisione dalla lunetta (dopo il 2/3 del primo quarto 30 tiri liberi consecutivi a segno) che fa tutta la differenza del mondo.
A 11'' dalla fine Nowitzki ha fra le mani la tripla del possibile vantaggio (che vorrebbe dire quasi sicuramente passaggio del turno), ma cede l'incombenza a Walt Williams, cui non riesce la magia: dall'altra parte Bobby J fa 2/2, e l'Arco Arena tira un immenso sospiro di sollievo.
Guardando le statistiche individuali sembra incredibile che sia stata una gara sempre col punteggio in bilico: Jim Jackson è il migliore in campo con 16 punti e 12 rimbalzi (ben 7 offensivi) in 28 minuti, mentre l'omonimo Bobby ne mette 21 con identico minutaggio.
Ancora strepitoso Christie, il vero leader silenzioso, cuore e anima di questa squadra: 20 punti, 9 rimbalzi, 6 assist, 10/11 ai liberi. Bene anche Divac, che segna 21 punti, prende solo 3 rimbalzi ma fa girare la squadra, e bene anche Stojakovic, che gioca una gara di rara intelligenza e umiltà : si rende conto di essere incappato in una di quelle serate in cui la palla proprio non va dentro (7/20 alla fine), ma non si perde d'animo, si dedica ai rimbalzi e ad attaccare il canestro: doppia-doppia ai 10 rimbalzi, 8/8 ai liberi e, comunque, 24 punti che ne fanno il top scorer dei suoi.
Andando a guardare in casa Mavs, salta subito agli occhi la gara incolore delle due stelle della squadra: Nowitzki 21+12 in 47 minuti, 5/14 dal campo, nessuna tripla a segno e la macchia di quell'ultimo tiro passato in favore di Williams. Nash 15 col 50% dal campo, ma più palle perse che assist (5 contro 4), e una presenza sostanzialmente impalpabile, se si escludono quelle due triple consecutive a fine gara.
I migliori dei texani vengono dalla panchina: LaFrentz, che gioca alla grandissima soprattutto in difesa, chiudendo con 15 punti e addirittura 6 stoppate in soli 27 minuti.
Il Maverick più in palla è però, ancora una volta, Nick Van Exel, un vero incubo per i neroviola: 35 punti in 36 minuti, 15/23 dal campo, 5/11 da tre, come sempre a suo agio quando si trova ad essere solo contro tutti.
Merita una menzione a parte Mike Bibby, che corona una serie del tutto negativa con una prestazione semplicemente disastrosa: 4 punti e 3 assist in 27 minuti, non certo il rendimento che ci si aspetta dall'eroe dei playoffs dello scorso anno; gli è rimasta un'ultima chiamata, la fatidica Gara 7, per dimostrare di meritarsi il sontuoso ingaggio strappato in estate, di non essere il classico giocatore che, dopo aver ballato per una sola estate e aver monetizzato i propri exploit, si siede sugli allori.
Cosa dobbiamo attenderci da questa decisiva Gara 7, la seconda consecutiva per i Mavericks, la prima dopo l'infausta Finale di Conference dello scorso anno per i Kings?
I californiani, in preparazione alla serie, erano consci della propria superiorità in tutte le aree del gioco, ed erano pronti a lasciare a Nelson la scelta dell'arma per il duello all'ultimo sangue.
Vuole correre? Bene, gli faremo vedere un po' di showtime in campo aperto. Vuole tenere basso il ritmo? Allora gli daremo un saggio della nostra superiore circolazione di palla.
Vuole buttarla sullo scontro fisico, sulla voglia di lottare, sulla difesa? Abbiamo atleti strepitosi che non aspettano altro.
La realtà si è dimostrata ben diversa: perso Webber, i Kings hanno fatto in fretta a rendersi conto che, nonostante la propria straripante potenza offensiva, tenere il ritmo alto contro i Mavs equivale a farsi massacrare.
Gara 6 ha infatti mostrato una inversione di tendenza rispetto alle ultime partite: i padroni di casa hanno imposto un ritmo lento e controllatissimo alla gara, concentrandosi sul controllo dei tabelloni e sull'attaccare il canestro; è questa la strategia vincente?
La risposta non è facile: da un lato i Kings hanno sempre tenuto in pugno la gara e dato l'impressione di poter scappar via quasi ad ogni possesso, hanno dominato nel pitturato (58-32 i punti, +9 a rimbalzo offensivo) e strangolato il contropiede avversario (14-13 per i neroviola); d'altra parte, nonostante una prestazione corale nettamente superiore agli avversari, hanno comunque vinto con un margine molto ristretto, e soprattutto sono arrivati ad un tiro dalla sconfitta.
I Mavericks, così come accaduto nella serie contro Portland, cedono all'avversario Gara 6 in trasferta dando l'impressione di non dare tutto, di conservare il meglio di se' per la gara decisiva sul parquet di casa; un atteggiamento rischioso, sintomo di una certa mancanza di “killer instinct”.
I texani, imprevedibili come il loro coach, hanno offerto una prestazione sotto certi punti di vista disarmante, soprattutto dal punto di vista difensivo: i Kings hanno fatto un po' quello che hanno voluto, il solo LaFrentz è stato all'altezza del compito nella propria metà campo, e Nelson non ha mancato di sottolineare di essere stato “molto deluso” dal rendimento di Najera, Bradley e Bell.
Guardando i lati positivi, innanzitutto non ci si può dimenticare di Van Exel, che dopo una serie buona contro Portland ne sta sciorinando una letteralmente strepitosa contro i Kings. Inoltre, deve far riflettere il fatto che, pur avendo giocato complessivamente male su due lati del campo, e nonostante la peggior gara della serie sia per Nowitzki che per Nash, hanno avuto il tiro della vittoria.
Il pronostico per una Gara 7 di playoffs è quanto mai aleatorio, ma noi ci proviamo lo stesso: i Kings sono più forti, ma non sono tatticamente padroni della serie. I favoriti sembrano quindi essere i Mavs, che avranno dalla loro un AA Center letteralmente straripante di entusiasmo e verosimilmente faranno rivedere la strepitosa difesa del terzo periodo di Gara 5.
Sarà probabilmente una gara molto tirata, in cui risulteranno decisive le prodezze dei singoli: da una parte Divac dovrà stare attento ai falli, la sua presenza in campo è determinante; da Stojakovic ci si attende la solita, soffocante continuità in attacco, mentre la variabile impazzita potrebbe essere Mike Bibby: i campioni veri si vedono nei momenti cruciali, una partita degna del cecchino infallibile ammirato l'anno scorso spazzerà via in un amen tutte le perplessità sulla sua serie insufficiente.
Dall'altra parte Van Exel potrebbe esplodere con un quarantello, ma potrebbe benissimo implodere e lasciarsi sopraffare dal suo lato oscuro, mentre Nowitzki ha una grande occasione per entrare definitivamente nell'Olimpo NBA, marchiando gara 7 con la sua classe infinita.