Antoine Walker è pensieroso: la sua posizione non è più intoccabile come un anno fa
4 a 0. È questo il deludente risultato subito dai Boston Celtics ad opera dei New Jersey Nets nelle semifinali della Eastern Conference.
In casi come questo si dice che la squadra sconfitta ha subito uno "sweep", indicando come oggetto-simbolo la scopa. Il significato è d'immediata intuizione: la squadra vittoriosa ha spazzato via quella perdente con un gesto tanto veloce quando semplice da eseguire.
Tutte le cose belle dette in occasione della vittoria contro Indiana non sono più valide? Non proprio, anche se è innegabile che le due squadre hanno un diverso spessore: molto più forte New Jersey, che gioca meglio proprio quando conta, e si candida prepotentemente a disputare la finale NBA perché né Detroit né Philadelphia sembrano in grado di poter seriamente impensierire i Nets.
C'è da dire che da due anni i "cugini di New York" rappresentano la "bestia nera" dei Celtics: i ragazzi di O'Brien fanno molta fatica a giocare contro di loro, cosa che non succede invece contro Indiana, poiché le caratteristiche della franchigia di Indianapolis si adattano perfettamente a quelle dei Celtics, i quali si trovano a loro agio. Concludendo il confronto a tre, i Pacers si trovano bene a giocare contro i Nets.
L'anno scorso come quest'anno, il confronto più importante tra le due squadre è quello delle due ali grandi: Antoine Walker contro Kenyon Martin.
Se l'anno scorso lo scontro, in sostanziale parità nelle prime gare, ha visto alla lunga prevalere Martin, quest'anno non c'è stata proprio storia: Walker è stato travolto dal giocatore della franchigia delle retine soccombendo in tutte e quattro le partite.
Partendo da questo dato di fatto e tenendo conto che Boston non ha trovato contromisure al contropiede di New Jersey, ogni partita è stata molto difficile ed il solo Paul Pierce non è riuscito a portare la squadra alla vittoria.
"Ogni squadra offre differenti sfide e si aprono differenti opportunità per differenti rotazioni" ha detto coach Jim O'Brien. Tutto vero, ma la sfida più importante, quella tra Martin e Walker, l'ha vinta nettamente il primo.
Ancora O'Brien: "penso che Antoine (Walker, n.d.r.) abbia giocato veramente bene (in gara4, n.d.r.). È una vergogna che lo abbiamo perso a causa di problemi di falli perché stava giocando duro e bene. Non mi sorprende che sia tornato a giocare bene in questa gara perché è un uomo con un immenso orgoglio". L'allenatore quindi prende le difese del giocatore approfittando dell'unica partita di Walker giocata in modo accettabile, quella gara 4 conclusa soltanto dopo 2 tempi supplementari.
Prima dell'ultima partita, Pierce ha detto che la sua squadra avrebbe fatto di tutto per prolungare la serie il più possibile, segno che lui è ormai indiscutibilmente il leader, ma segno anche che non aver detto che la vittoria della serie è ancora alla portata è un'implicita dichiarazione d'impotenza, se non di sconfitta vera e propria.
Interessante una dichiarazione di Walker sul futuro suo e della squadra: "il processo di ricostruzione è finito, questo è tutto quello che si poteva fare, adesso andiamo ai play-off per lottare per la vittoria di un campionato. Abbiamo alcuni punti deboli che dobbiamo migliorare, ma sarebbe una vergogna che sette od otto giocatori che sono stati qui a lungo non abbiano l'opportunità di tornare per cercare di conquistare quel 17° (stendardo) per la franchigia". È chiaro come il giocatore tema la cessione.
Oltre a non aver avuto una buona serie contro New Jersey, Walker ha anche avuto un battibecco con un tifoso durante gara3. Il giocatore ha riferito che quell'uomo lo ha criticato per anni. Subito l'NBA si è attivata per verificare se c'erano le condizioni per punire il giocatore, ed O'Brien ha saputo soltanto alla radio, verso le 3 del pomeriggio del giorno in cui si giocava gara4, che Walker non era stato raggiunto da nessun provvedimento disciplinare.
In pratica l'NBA non ha contattato l'allenatore direttamente per informarlo. Tim Franks dagli uffici centrali dell'NBA ha detto: "le informazioni derivanti dalle nostre indagini non offrono nessun motivo per punire in sede disciplinare il giocatore Antoine Walker".
Durante gara4 i due posti posseduti finora dal fan in questione, tale Stewart Berg, erano occupati da due membri dello staff dei Celtics. La squadra infatti ha revocato l'abbonamento al signor Berg, nei confronti del quale è anche stato aperto un fascicolo dalla polizia di Boston ed il suo caso è sotto indagine.
Recentemente la nuova dirigenza ha assunto Danny Ainge, ex giocatore dei Celtics all'epoca di Larry Bird, ex allenatore ed ex commentatore televisivo, come nuovo general manager, di fatto retrocedendo Chris Wallace. Nonostante un paio di franchigie abbiano subito chiesto di poter parlare con Wallace per un'eventuale assunzione, gli è stato negato questo colloquio e la dirigenza ha concesso a Wallace di compiere il viaggio in Europa già programmato in precedenza.
Ora Wallace svolge un semplice lavoro di scouting mentre Ainge ha l'arduo compito di mettere ordine ai molti dubbi sul futuro della franchigia. Danny ha inserito in agenda quattro punti: vuole un play che pensi prima a passare, vuole meno tiri da tre, cercherà di scambiare Antoine Walker ed anche le due prime scelte, la 16 e quella ricavata in un precedente scambio con Philadelphia per Moiso, la numero 20, cercando di prenderne una più alta. Un'agenda bella piena, non male come inizio per il nuovo GM dei Boston Celtics.
In merito alle voci di mercato che sono nate subito dopo la nomina di Ainge a general manager, Pierce ha commentato: "non posso controllare quello che il management fa, l'unica cosa che faccio è di giocare con le carte disponibili (alla squadra)" segno che Double-P desidera chiarezza da parte della dirigenza Celtics.
Le voci di scambi sono nate subito, e molte sono false, ma una è particolarmente interessante.
Quando Jason Kidd, play dei Nets, ha incontrato i giornalisti dopo l'allenamento di domenica scorsa, gli è stato chiesto qualche commento sulle dichiarazioni che Danny Ainge ha fatto su uno dei quotidiani di Boston, affermando che vedrebbe molto bene proprio Kidd a Boston visto che sono stati tutti e due a Phoenix e si sono trovati bene. Ha anche aggiunto che non è saggio per i tifosi di Boston di fischiare Kidd perché potrebbe giocare per i Celtics in futuro.
Kidd ha commentato ai giornalisti: "gli darò un'opportunità (alla dirigenza Celtics) solo perché c'è Ainge".
Boston ha problemi di salary cap che non gli permettono di firmarlo e comunque è difficile che arrivi, visto come il pubblico ha trattato sua moglie. In seguito Kidd ha specificato: "la questione è: mi è stato chiesto se andrò a Boston. L'unica ragione per andare a Boston è che giocherò per Danny Ainge, non fate confusione e non prendetemi troppo seriamente". Era tutta una burla o ha cercato di mettere una pezza su una sua precedente dichiarazione che ha ritenuto inopportuna?
Per far tacere tutte queste voci bisogna attendere almeno fino a metà giugno, quando inizieranno a delinearsi chiaramente le strategie della società , ma probabilmente se ne parlerà per tutta l'estate finché non arriverà (se arriverà ) uno scambio eclatante. Fino ad allora sarà un susseguirsi continuo di voci di mercato che non potranno che fare male all'ambiente biancoverde.
Si può solo sperare che questi mesi passino il più in fretta possibile.