Meritate congratulazioni per Raja Bell, grande protagonista della partita.
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MAVERICKS 112, KINGS 93
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Giù il cappello di fronte a queste squadre che stanno giocando alla grande, mettendo in scena uno spettacolo che non sfigura asolutamente al cospetto dell'altra semifinale di Conference, quella che oppone le due squadre che hanno vinto gli ultimi 4 titoli NBA.
Gara 5, come tutti gli altri confronti della serie, è stata ricca di azioni da ricordare in attacco e in difesa, grandi prestazioni individuali, vantaggi considerevoli, rimonte, una splendida sfida a scacchi fra i due allenatori; insomma, tutto quello che vorreste dalla vostra ideale gara di playoffs.
Vincono i Mavs, vincono bene e vincono grazie ad una protagonista del tutto inatteso, Raja Bell, grazie ad uno splendido gioco di squadra e all'altruismo, ma soprattutto grazie alla concentrazione, alla voglia di vincere, ad una strepitosa difesa che, nel terzo e decisivo quarto, ha concesso ai Kings solo 10 punti, minimo storico per un'avversaria dei texani ai playoffs.
Come sempre sono i Kings a partire forte: Dallas sbaglia 14 dei suoi primi 17 tiri e i neroviola chiudono a +9, con più liberi segnati (10) che canestri dal campo degli avversari (8); per l'ennesima volta i californiani sembrano poter disporre agevolmente degli avversari (Nowitzki riesce a tentare il primo tiro solo dopo 8') e per l'ennesima volta questa impressione è totalmente fallace.
Le prime avvisaglie di crisi vengono dal conto dei falli: Divac e Clark alla sirena hanno già 5 fischi contro in in due (chiuderanno con 5 a testa e 27 minuti complessivi).
Nel secondo periodo i Kings vanno anche sul +15, ma poi un bel break di 16-6 riporta in gara i texani; gli ospiti chiudono il primo tempo avanti di una manciata di punti, ma nel secondo quarto tirano un solo libero contro i 13 del primo, e i problemi di falli dei lunghi si aggravano.
Il terzo quarto, che si rivelerà la chiave di volta della gara, è tutto di marca Mavs: i ragazzi di Nelson stringono parecchie viti in difesa, costringendo i Kings ad un agghiacciante 3/25 dal campo (che, se prolungato agli ultimi 8 minuti del terzo, si trasforma in un ancor più eloquente 9/48 in 20'): gli unici a non mollare sono Pollard, che nel quarto prende ben 8 rimbalzi, e Christie che chiuderà con 21 punti 9 rimbalzi e 7 assist.
L'eroe del periodo (e della partita) è Raja Bell, che difende come un ossesso e segna 8 dei suoi 13 punti, tra cui il canestro del primo pareggio della gara e quello del primo (e definitivo) vantaggio, una tripla sul 65-65 a 8' dalla fine del periodo; è però decisivo l'apporto di Raef LaFrentz, che si riscopre all'improvviso grintoso ed aggressivo, e insieme al buon Raja firma la rimonta e il sorpasso con 3 stoppate e altrettnanti canestri fondamentali; Nowitzki assicura un contributo solido con 7 punti e ben 7 rimbalzi.
Il quarto periodo è ordinaria amministrazione, i Kings restano costantemente a 11 o più punti di distacco, attraversando un lunghissimo periodo di siccità offensiva (oltre sette minuti): in tutto il secondo tempo segnano la miseria di 32 punti.
I Mavs hanno vinto grazie ad una splendida prestazione corale:
Nowitzki 16 punti, con 5/15 dal campo e 1/6 da tre, però 15 rimbalzi, 3 stoppate e soprattutto 9 assist, suo massimo in carriera ad un soffio dalla sua prima tripla doppia.
Nash è il leading scorer della gara e della partita con 25 punti, 7 rimbalzi, 4 assist (15/16 dalla lunetta), a dimostrazione che il canadese ha ritrovato la fiducia nei propri mezzi e attacca il canestro avversario senza paura.
Van Exel dice 18 (una prestazione eccellente ma che sembra ormai ordinaria amministrazione dopo i fuochi pirotecnici di gara 3 e gara 4), LaFrentz 14 + 5 clamorose stoppate in soli 18 minuti.
L'MVP però non può che meritarlo il “caraibico secondario”, Raja Bell: per lui 13 punti, 6/7 dal campo, 5 rimbalzi e 2 palle rubate senza palle perse in 28 minuti. Cifre che però non raccontano tutta la verità , ovvero che l'ex pupillo di Larry Brown è stato semplicemente perfetto in difesa e decisivo in attacco, segnando tutti i canestri che hanno spezzato in due la partita.
Niente male per un giocatore arrivato a Dallas in sordina, senza fanfare e sicuramente senza la certezza non diciamo di un buon minutaggio, ma nemmeno di un posto nei 12 di una delle rotazioni più profonde dell'NBA (diciamocela tutta: se Popeye Jones fosse stato sano, Raja i playoffs li avrebbe visti da casa).
“E' divertente poter dare il proprio contributo. Nella nostra squadra ci sono giocatori che obbligano gli avversari al raddoppio, e sono estremamente altruisti, una gran qualità : all'inizio della gara ho rifiutato alcuni tiri non contestati, nel secondo tempo mi sono concentrato e ho cercato di non passare il tiro quando ero libero”.
Coach Nelson aggiunge: “Bell è stato il nostro miglior giocatore in Gara 4, anzi, è stato l'unico dei nostri ad aver giocato decentemente. Oggi è stato di nuovo ottimo, ha preso rimbalzi e ci ha dato una grande energia. E' fisicamente in grado di fare cose che nessun altro dei nostri giocatori può fare”.
Per quanto riguarda gli aspetti tattici della gara, è piuttosto evidente che la sfida a scacchi fra i due coach la stia vincendo Nelson: ha riproposto a sorpresa LaFrentz in quintetto, che lo ha ripagato con giocate decisive, ha costruito attorno al magnifico Bell una difesa arcigna come non si era mai vista.
Adelman per conto suo si toglie il cappello di fronte all'efficacia offensiva dei suoi avversari, pur con qualche “distinguo”: “Hanno davvero tanti giocatori in grado di attaccarti… quando li vedi arrivare è come essere nella galleria del vento, arrivano ad ondate e non ti fanno respirare. Per quanto riguarda le nostre difficoltà offensive nel terzo quarto, direi che sia stato più determinante quello che noi non abbiamo fatto, piuttosto che quello che hanno fatto loro.”
Resta però il fatto che il coach dei Kings sta insistendo nel suo peccato originale, che gli è già costato tre partite: i neroviola si concentrano ossessivamente sul togliere tiri a Nowitzki, una strategia che si sta dimostrando un suicidio tattico; infatti Dirk è un giocatore di estrema intelligenza e, se non trova opportunità lascia giocare i compagni; il guaio vero, però, è che i Kings sono una squadra con almeno altri tre attaccanti potenzialmente letali (Van Exel, Nash, Finley), più sporadici protagonisti come Bell o Griffin in precedenza, non si possono affrontare come se fossero una “one-man band” infarcita di gregari che non sanno segnare.
Oltre alle incertezze tattiche di Adelman, i Kings stanno pagando oltremodo l'apatia di Bibby, che sta ormai diventando preoccupante: i californiani, già orfani di Webber, senza le sue mortifere esecuzioni diventano più prevedibili e quantomeno limitabili. Sacramento ormai ha le spalle al muro ed è costretta a vincere due gare consecutive: per Gara 6 sono i logici favoriti, perchè il pubblico della Arco Arena farà salire l'adrenalina a mille, e i Mavs potrebbero conservare le energie in vista di una Gara 7; una gara che, se si dovesse concretizzare, vedrebbe i favori del pronostico dalla parte dei texani.