SAC-DAL dopo Gara 3 e 4

Il duo serbo dei Kings vuole assolutamente vincere questa serie..

Il back to back all'Arco Arena di questa bellissima serie tra Dallas e Sacramento ha dimostrato in maniera abbastanza esplicita una cosa: i Kings, pur avendo perso il loro miglior marcatore, rimbalzista e passatore, hanno un roster talmente colmo di talento che, anche se con alcune lacune dovute, riescono a sopperire a tale assenza, distribuendo in maniera chirurgica le responsabilità  offensive e addirittura, come in gara4, aumentando la pressione difensiva.

Il classico potere operaio (se ci passate il termine) che viene a galla nei momenti cruciali, unito e forte come non mai alla ricerca dell'impresa, anche senza il proprio condottiero.

Coach Adelman ha potuto assistere a due partite completamente diverso per stile di gioco, una persa malamente e l'altra vinta nettamente, che però possono dargli fiducia per il proseguo di questa difficile serie, e le chiavi sono lì a portata di qualsiasi occhio vigile di appassionato NBA.

In primo luogo la distribuzione dei punti del team, già  di per se certosina con Webber, diventa come detto quasi chirurgica nelle situazioni d'assenza del n.4. Peja Stojakovic diventa sì il classico go to guy della banda neroviola (96 minuti in due gare con 27 di media), ma il resto del team sa che può andare in doppia cifra quando e come vuole, soprattutto con la difesa lasciapassare dei Mavs, e questo è venuto a galla in maniera molto più netta nella vittoriosa gara4, dove i 90 tiri complessivi di Sacto sono stati distribuiti equamente tra tutti i componenti con un minutaggio degno di nota, nessuno ha superato i 15 tentativi e nessuno è andato sotto le 9 conclusioni.

Per sottolineare ancor più questa capacità  di Sacramento di rendere importanti tutti i propri giocatori, basta menzionare che nella sconfitta in gara3 ben sette giocatori hanno superato i 10 punti, sui nove utilizzati da Adelman, mentre in gara4 i giocatori in doppia cifra sono stati sei su otto, cioè praticamente nessuno ha mancato la gara offensivamente e questo in un'ottica playoff è decisamente importante, soprattutto se si deve sopperire alla mancanza dei 20 e passa punti di Webber.

Durante le assenze anche in stagione regolare dell'ex Michigan, come detto, è Stojakovic a diventare il principale obiettivo in attacco, ma in questi playoff, soprattutto per il fatto che Bibby pare abbastanza cauto nella produzione offensiva, sono stati i vari Christie, Divac e Bobby Jackson a moltiplicare minuti e canestri. Incredibile, in particolar modo, come Divac abbia raddoppiato in un arco di tempo così ravvicinato tra le prime due gare e le successive due, sia il suo impiego in campo sia il suo apporto offensivo, nonostante soffra di un dolore al gomito molto fastidioso. Il pivot serbo sa che il suo contributo ora, anche in termini di leadership, è fondamentale: "Abbiamo perso gara3, ma non abbiamo perso la confidenza in noi stessi. Sapevamo cosa dovevamo fare. Mi sento bene. Sono un po' stanco e il gomito mi da fastidio, ma sono OK. Starò sicuramente meglio se riusciremo a vincere.".

Tra questi moschettieri del gregariato, però, quello che ha forse in mano in un modo o nell'altro le sorti dei Kings in contumacia Webber è sicuramente Hedo Turkoglu, riesumato sorprendentemente da Adelman per il quintetto base in gara3 e 4, dopo una stagione e dei playoffs passati in fondo alla panchina. Per dirvi quanto poco il turco abbia avuto modo di esprimersi in questa postseason, nella serie con Utah ha avuto 6 minuti di media con due DNP, per soli 2 punti ad intrattenimento. Con Dallas e, soprattutto nelle ultime due gare, il suo minutaggio, complice l'ingresso nel quintetto, è aumentato esponenzialmente e se in gara3 la ruggine si era fatta sentire, già  in gara4 Hedo è stato il miglior realizzatore dei Kings, con 17 punti in 28 minuti e un'eccellente percentuale dal campo.

La chiave tattica Turkoglu, però, si vede maggiormente nella metà  campo difensiva, in cui il turco può marcare egregiamente Nowitzky, essendo molto più difensore rispetto a Webber. Non a caso, la prestazione negativa del tedesco in gara4 è nata dalla buona marcatura di Hedo e lui sa che questa è la sua occasione dopo una stagione alquanto tribolata: "Ero un po' più a mio agio stasera (gara4 n.d.r.). Chiedo solo di avere il mio spazio. Sono stato nella rotazione per molto tempo, così ho voluto prendere il mio spazio e usare l'opportunità  che sto avendo.".

Molti tra gli addetti hanno analizzato la sconfitta di Dallas in gara4, con un semplice "erano stanchi e meno motivati dei Kings dopo la battaglia di gara3", ma sicuramente in gara4 la difesa dei Kings ha girato parecchie viti, in particolar modo sul perimetro e nella marcatura di Van Exel, se riusciranno anche a Dallas a riproporre tale intensità  difensiva, sicuramente per i Mavs sarà  dura ritrovare le percentuali avute nelle due vittorie ottenute, e senza attacco e soprattutto tiro Dallas perde il 70% delle possibilità  di portare a casa qualsiasi incontro, tanto più visto che l'attacco di Sacramento non sta pagando, come sperato da Nelson, l'assenza della loro stella.

Adelman si gioca tutte le proprie chance andando con il suo gregariato di lusso, perché sa che nei momenti difficili può puntare ad occhi chiusi sulla sua panchina e trovare sempre qualcuno in grado di poter essere decisivo.

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