Riuscirà Walker a mostrare la sua ciccia in altri balletti celebrativi? Per adesso, solo guai
Il tanto atteso pubblico di Boston non ha funzionato. Dopo che era stato duramente punzecchiato dal coach avversario Byron Scott prima di questa gara, ci si attendeva che spingesse i ragazzi a una vittoria fondamentale nell'economia della serie. E invece, oltre alla sconfitta che pregiudica gravemente la finale ad Est, per non dire proprio che la esclude, il già citato pubblico ha sortito l'effetto contrario dall'incitare i suoi, mostrando il suo lato peggiore. "Beantown" è la metropoli più europea d'America, da sempre. Ha foltissime comunità di irlandesi, spagnoli, francesi tedeschi e ancor di più d'italiani. Se passeggiate per il centro troverete più o meno un paio di grattacieli ma molte abitazioni in stile che non ricorda esattamente il neoclassicismo capitolino. Insomma, ci siamo capiti. Dall'Europea Boston ha preso a piene mani, nel bene nel male".
WINDY WALKER E BEANTOWN
Una cosa la sapevamo. Da quando Antoine Walker ha messo piede in questa città è stato sempre malvisto. Il motivo è semplice, è una questione di cultura, di filosofia (e/o di qualche pregiudizio). Qui come da nessun'altra parte in America sono orgogliosi della loro identità e se quest'ultima corrisponde con i vecchi valori di gioco di squadra, difesa dura, contropiede veloce, fondamentali individuali, controllo dei rimbalzi, beh, l'ideale di giocatore adatto non corrisponde minimamente a uno come Walker. Se poi mettete che qui doveva essere l'erede di Larry Bird, che questi ideali li ha elevati ad arte, la faccenda si fa seria. Aggiungete che la pelle di Walker è nera, che si chiama ""The Genius" per la sua facilità di accendersi, ma anche di spegnersi in un batter d'occhio, che non difende, che gioca spesso in isolamento e avrete la vostra antipatia naturale.
"ADESSO BASTA ! MI SONO STANCATO !"
Poste le suddette premesse è facile trarne le conclusioni. Dopo un'altra pessima partita la tensione è arrivata davvero alle stelle e Antoine ha perso letteralmente il senno della ragione. In pochi attimi di follia si è alzato dalla panchina e ha colpito al volto un fan di Boston, tale Steward Berg, reo di averlo preso in giro per tutta la partita con toni molto offensivi per sé e per la sua famiglia. "No, adesso basta. Quel tizio mi sta personalmente perseguitando da 7 anni, non ce la faccio più", ha riferito il giocatore. "Mi ha colpito in faccia. Non mi ha ferito ma mi spinto violentemente", ha riferito invece il tifoso, già conosciuto da tempo dai Celtics per i suoi commenti piccanti da dietro la panchina biancoverde ormai da 7 lunghi anni. "Puoi farmi tutti i boo che vuoi ma non toccarmi la mai famiglia. Loro erano lì, hanno sentito tutto, non dirmi più nemmeno una parola sulla mia famiglia" dice un Walker eccessivamente arrabbiato. Fin qui, solo un piccolo incidente. Abominevole, ma piccolo. Il peggio lo si è sfiorato però quando si è messa in azione anche la crew di amici e presunti tali, che ha Walker come quasi tutti i giocatori NBA. La polizia e lo staff della sicurezza di Boston hanno evitato in tempo la collisione,ma l'impressione, è che questa serie si sia stata pompata fin dall'inizio da dichiarazioni deplorevoli che inevitabilmente portano a questi incidenti. Ragazzi, pensate a giocare a basket. Beh, anche tu 'Toine. Non ci sono scuse per il 29% dal campo e per l'imbarazzante prova contro K-Mart. Nonché per l'evitabile scatto di nervi.
I CONSIGLI DI SIR CHARLES
E' ufficiale. L'ex play dei Celtics Danny Ainge è il nuovo responsabile delle operazioni di basket degli irlandesi. Con questa squadra ha gia vinto due titoli, nel 1984 e nel 1986 e l'auspicio è ovviamente quello di ripetersi nelle nuove vesti dirigenziali. Ainge, che proviene da un ruolo di commentatore per la TNT ha già allenato una squadra NBA, i Phoenix Suns, per tre stagioni fino al 1999. Quella squadra, scherzo del destino, aveva Jason Kidd come play che, insieme a Kevin Johnson e Rex Chapman, formava il famoso "Small Ball". Phoniex era la squadra più bella da vedere nella lega e Antonio McDyess era un giovanissimo atleta in crescita. Un giorno della stagione 1997/98, firmarono a Denver l'azione più bella della stagione. Rimbalzo difensivo, uno dello "Small Ball" lancia Danny Manning in contropiede ma il passaggio è un po' lungo ma Danny riesce a farlo suo a fatica, poi, con un gesto rapido, lo afferra con due mani e lo lancia al volo all'indietro senza curasi di chi vi fosse, completamente no look. Arriva Totò McDyess con il Superstar delle nove. Affondata a due mani in alley-oop.
Tornando a Ainge, come detto, proviene dalla TNT, dove era compagno di squadra di Charles Barkley. Poteva mancare il suo consiglio fraterno ? "E' più difficile trovare delle stelle che dei giocatori di ruolo". Ma va ?. "Puoi avere tutti gli specialisti che vuoi ma non andrai mai da nessuna parte. Devi avere le stelle. Ecco, devi avere due elettricisti che accendino la luce nel palazzo e due stelle brillanti su cui costruire". Capito Danny ?
CELTICS PRIDE
Diciamocela tutta. Il vero protagonista di questa serie è il pubblico di Boston, fin troppo eccitato se messo in relazione con gli anemici spalti della Continental Arena. La serie è ormai compromessa ma Boston deve giocare ancora per qualcosa. Dopo tutti gli episodi incresciosi delle prime tre gare adesso si giocherà esclusivamente per la salvare il tanto sbandierato Celtics Pride, messo così a dura prova finora. Ma Pierce preferisce guardare oltre : "Conosco i miei compagni, conosco me stesso. Non soccomberemo". Ma di là di tutto, in queste condizioni, con un Walker nullo e agitato, con un K-Mart sempre più prima scelta offensiva, sarà quasi impossibile vincere partendo da 0-3. Ci stavano riuscendo i Blazers contro i Mavs ma resta un tabù duro a morire. A meno che il vento di Walker torni a soffiare d'improvviso, come una bufera.
Gara 4 domani sera. E' il giorno in cui potrebbe cominciare ufficialmente il nuovo lavoro di Ainge. Tristemente prima del previsto.