Ozzie Guillen ha di che gioire: ha riportato i White Sox alle World Series!
Ebbene sì! I White Sox dopo 46 anni tornano alle World Series!
Era il 1959 quando i South Siders vivevano per l'ultima volta il sogno, negato ai "Go-Go Sox" dai L.A. Dodgers. E proprio una squadra di Los Angeles, gli ex-Anaheim Angels, si sono sciolti dinanzi a Chicago concedendo il biglietto per le finali. Gioia indescrivibile per la parte "popolare" della metropoli dell'Illinois, che può toccare con mano la possibilità di tornare ad essere campioni del mondo: sensazione sconosciuta a Chicago da più di 80 anni, visto che i White Sox di "Shoeless" Jackson vinsero nel 1917 e i Cubs ancor prima, nel 1908.
Conclusasi la serie in sole cinque gare, è tempo di trarre le nostre conclusioni sull'andamento di queste ALCS. Il punteggio non si può certo definire interlocutorio: con un secco 4-1 - impreziosito dallo sweep nelle tre gare in trasferta - Chicago ha chiuso ai californiani ogni spiraglio per la qualificazione alle World Series, senza bisogno di tornare in Illinois per gara 6.
Eppure gli Angels erano partiti alla grande, espugnando a sorpresa il New Comiskey Park in una gara 1 che aveva proiettato i tifosi angeleni indietro nel tempo di qualche anno, a quel 2002 in cui gli allora Anaheim Angels stupirono il mondo arrivando a vincere le World Series contro i San Francisco Giants del grande Barry Bonds.
Purtroppo per loro la serie è drammaticamente girata in un attimo ben preciso, con un'azione a dir poco controversa che ha scatenato polemiche e contestazioni inusuali nello sport americano, così invidiato da noi italiani. L'incomprensione verificatasi nella parte bassa del nono inning di gara 2 ha avuto del clamoroso.
Con due out, basi vuote e conto pieno al piatto, il catcher chicagoano Pierzynski gira a vuoto: strike three chiamato dall'arbitro… ma non l'eliminazione - ed i conseguenti extrainnings - poiché (a suo dire) la pallina avrebbe toccato terra prima di infilarsi nel guanto di Paul.
Il catcher ospite in buona fede trotterella verso il dugout, insieme agli altri interni, mentre Pierzynski arriva salvo in prima! Ovviamente nonostante le proteste degli Angels la decisione dell'arbitro rimane, per cui K a Escobar ma prima base per il pinch runner Ozuna, il quale ruba la seconda e viene portato a casa da un doppio di Crede: 2-1 White Sox e serie in parità .
E si può ben dire che questo episodio abbia girato la serie. Nei seguenti tre incontri le mazze angelene sono state ancor meno produttive di quanto mostrato a Chicago; di contro, le prestazioni di assoluto prestigio della rotation dei campioni dell'AL Central hanno reso inutile il bullpen: i rilievi dei White Sox hanno lanciato in tutta la serie ben… due terzi di inning, nel nono di gara 1. Quattro complete game consecutivi sono oltretutto un dato record nella storia dei playoffs MLB, in quanto non accadeva in una serie di post-season addirittura dal 1956!
Chi ha senz'altro dominato la serie è stata dunque la rotation dei White Sox. I quattro lanciatori partenti hanno letteralmente dato spettacolo: Contreras è stato privato della W in gara 1 solo da un paio di lanci fuori controllo e da due grounders mal gestite dagli interni; successivamente Buehrle, Garland e Garcia hanno inanellato tre favolosi complete game, e Contreras per non essere da meno è riuscito ieri a raccogliere anche lui la meritata W in 9 ottimi inning.
Le statistiche sono memorabili: un totale di sole 20 valide concesse in 36 innings, e senza l'aiuto del bullpen! Con dei lanciatori così è stato facile zittire il caloroso pubblico di casa, immeritatamente frustrato dal rendimento dei propri beniamini.
Cosa c'è d'altronde da gioire, se la tua squadra batte un misero .175 di media? E non ce la si può cavare additando solamente le prestazioni della rotation di Chicago. I tre migliori battitori (Vladimir Guerrero, Garrett Anderson e Benji Molina) hanno messo insieme un pessimo 6 su 54 complessivo; addirittura lo slugger principe, Guerrero, è caduto in uno slump clamoroso, battendo 0 su 19 dopo l'homerun contro Contreras nel primo at-bat della serie.
Le mazze angelene sono sembrate svuotate, prive di concentrazione e di fiducia in sé stesse. Il manager Mike Scioscia ha teso a minimizzare, ponendo l'attenzione sull'abilità dei lanciatori avversari, ma è indubbio che sarà una lunga, lunga off-season in Southern California: la squadra deve giustificare un crollo verticale e inspiegabile, una squadra grintosa che è letteralmente svanita alla prima difficoltà . La "Rally monkey" - simbolo della rimonta ad Anaheim/L.A. - è rimasta una mera mascotte e non quello spauracchio che (tra gli altri) gli Yankees e i Giants ricordano.
Chicago dunque brinda a champagne nel dugout e torna a casa in attesa di scoprire l'avversaria delle World Series. Due formazioni molto diverse tra loro, Astros e Cardinals, ed entrambe temibili: ma certo questi White Sox non possono e non devono temere alcuno, essendosi meritati con sette mesi di ottimo Baseball il diritto di diventare Campioni del Mondo.