Kenyon Martin sta dominando il confronto individuale con Antoine Walker
New Jersey è ad un passo dal qualificarsi], per il secondo anno consecutivo, alla finale della Eastern Conference. Batttuti i Celtics 94-76.
Il computo generale è quindi ora sul 3-0 per NJ che può attendere gara 4 (lunedì sera a Boston), con sì la volontà di chiudere una serie che pare ormai decisa, ma anche con la tranquillità di chi adesso può anche concedersi un eventuale errore.
L'esito della serie sembra oltremodo compromesso . Non tanto per il 3-0 (risultato peraltro mai recuperato nella storia NBA), quanto per la differenza di gioco espresso dalle due squadre. Ieri sera più che mai.
In un primo quarto iniziato in un clima infuocato, i Nets non hanno avuto nessuna difficoltà a mettere a tacere le polemiche con il pubblico, passando subito a condurre il match. Nella prima frazione gli ospiti, spinti dal solito Kidd in versione “buon samaritano”, volano in campo aperto a schiacciare con Martin e Jefferson. Un +12 che annichilisce l'impeto della folla.
“Il clima, dopo i malumori della vigilia” dice Martin, “non era condizionante perchè siamo riusciti a toglierli dalla partita presto. Questo era il nostro obiettivo principale. Sapevamo che se avessimo giocato bene fin da subito la folla non sarebbe stata un fattore. Siamo scesi in campo per farlo e non rendere la folla decisiva. E lo abbiamo fatto”.
Il buon inizio di New Jersey è stato fondamentale proprio per poter controllare emotivamente il clima della gara, e il più felice di questo è colui che, nei giorni passati, ha contribuito maggiormente al formarsi della bagarre, Byron Scott:
“Per noi è stata una vittoria fantastica frutto del fatto che siamo scesi in campo per fare il nostro gioco dall'inizio alla fine. Sono rimasto molto impressionato dalla concentrazione dei ragazzi. Non si sono lasciati influenzare dall'ambinte controllando dall'inizio la gara”.
A Boston la partita era vissuta con particolare tensione. Frutto questo, delle dichiarazioni non proprio da fidanzatini espresse da Byron Scott alla vigilia di gara3, verso i tifosi biancoverdi. L'allenatore dei Nets conosce bene il clima infuocato che possono creare i tifosi dei Celtics, l'ha vissuto da vero nemico, da Lakers, e prova evidentemente a creare le contromisure più efficaci, stimolando in maniera giusta la sua squadra.
Le indicazioni di coach Scott ai suoi erano chiare. “Pronti via” si doveva cercare di prendere in mano il controllo della partita così da zittire la bagarre “irlandese” e non farla diventare protagonista nel quarto decisivo, dove si sa, può risultare un fattore molto influente per giocatori e …arbitri.
Detto fatto. I Nets travolgono in partenza i Celtics. E non solo. Il primo quarto vede emergere tutte le difficoltà offensive della squadra di coach O'Brien. Senz'altro la buona difesa ospite e l'atleticità di alcuni suoi giocatori, hanno agevolato l'esito, ma gran parte delle difficoltà mostrate da Walker e compagni nella metà campo avversaria, sono più imputabili ad una poca organizzazione C's che a meriti eclatanti dei suoi avversari.
I primi dodici minuti si chiudono 24 a 15 a favore degli ospiti (media punti C's, 60). Chi di noi aveva ancora negli occhi l'incredibile primo quarto tra Dallas e Mavs giocato la sera prima, e conclusosi sul 44-40, deve girare pagina, girare conference e adeguarsi ad una prima frazione “un pò diversa”, che vede nella combattività il suo punto di spettacolarità massimo.
Nel secondo quarto le sorti biancoverdi non peggiorano, ma sostanzialmente non cambiano. Si procede sullo scarto della doppia cifra con Martin (25p, 10/12 dal campo, 7rb, in 41 min) e Pierce (23p, 8/22, 10rb) in mostra del loro talento, e Jefferson (20p, 6/9, 7rb)a raccogliere passaggi sopra il ferro.
Il punteggio si avvicina (-8 all'intervallo 47-39), ma pare sempre sotto il controllo di un solo padrone.
La ripresa si rileva nefasta per i Celtics.
Dopo un inizio di terzo quarto equilibrato, con il punteggio sul 60-51 (NJ) i Nets trovano 5 minuti di particolare vena positiva, e infliggono un parziale decisivo fatto di 15 punti consecutivi. Protagonista assoluto Kenyon Martin, autore di11 punti nella frazione.
Nel tentativo di recuperare i giocatori dei Celtics, gestiscono male alcuni possessi consecutivi, che danno il via al contropiede avversario. Sappiamo bene che contro Kidd (non nella sua miglior serata, ma comunque ad un passo dalla tripla doppia 9p, 8rb, e 11 assist), forzare è pericoloso.
In un attimo Boston si trova sotto di 20, tra polemiche sul parquet e tensioni in tribuna. In particolare un fallo tecnico fischiato Antoine Walker (15p, 6/17 al tiro, 15 rb) a 1'42″ dalla fine del terzo quarto, scatena le ire dei suoi tifosi.
Walker addirittura compie una scemenza che può risultare determinante anche per i suoi risvolti disciplinari. Dopo essersi reso protagonista di una partita ancora una volta sotto le aspettative (i tabellini sono un pò “sistemati e gonfiati” a gara decisa), nel quarto periodo viene a contatto con un “suo” tifoso, appostato dietro la panchina di Boston. A quanto descritto, Antoine ha perso la pazienza nei confronti di un fan che già da tempo era solito infastidirlo e provocarlo. E' volato qualche spintone e non solo. Inoltre “the Genius” (anche se qui il soprannome calza male) è solito venire alla partita accompagnato da qualche amico, i quali non hanno esitato ad intervenire in difesa di Antoine nel momento del “diverbio” con il tifoso. Il tutto è stato tamponato soltanto dall'arrivo della polizia.
A fine partita alle molte domande in merito, Walker prova a dare la sua versione dei fatti.
“It was out of character. This fan's been on me since I've been here. I always see this guy all the time for seven years. I really felt bad about it, but in the heat of the game you're out of giving 110 percent and this s a guy who i've seen here before. I just got tired of it tonight. I was fed up with it”
Adesso occorrerà appurare se l'NBA, di solito molto attenta a non concedere atteggiamenti del genere ai suoi giocatori, abbia intenzione di punire Antoine. E se sì, quali ripercussioni possa avere questo sul rendimento della stella biancoverdee. Magari questo increscioso episodio, potrà essere il punto di svolta nella personalissima serie di Walker. Ce lo auguriamo, visto che siamo ansiosi di vedere tutto il suo sconfinato talento, fino ad oggi (nella serie) decisamente in ombra.
Ritornando alla cronaca della gara, sottolineamo la chiusura del terzo quarto a meno 20 per i Celtics,(76-56), con un passivo massimo di meno 25.
L'ultimo periodo non offre rimonte credibili, i Celtics nonn riescono mai a scendere sotto i 14 punti di scarto e la gara si trasforma in un'attesa del della sirena finale.
Pierce è parso in condizioni non ottimali durante tutta la gara, ma presumibilmente in condizioni recuperabili. L'infortunio patito in gara2, ha senz'altro aggiunto un problema i più al delicato momento di Jim O'Brien, condizionando la prestazione di “doubleP”. Boston ha rinunciato alla sua stella solo a quarto quarto iniziato, con la partita già chiusa.
A fine partita Paul Pierce racconta le sue condizioni fisiche durante lo svolgimento della partita:
“I sort of pulled something off the back of my legin the second quarter and it was Kind of hampering me throughout the game. In the fourth quarter coach Jim O'Brien took me outand wanted me to get it checked out”
Lunedì sera si giocherà gara4, a Boston. Gara che potrebbe chiudere la serie e definire il prino nome delle finaliste di conference. Notizia già ampiamente pronosticabile, ma che noi, per amore del gioco, speriamo possa tardare ad essere ufficializzata