DAL-SAC Gara 2

Una delle impagabili espressioni di Nick “Da Quick” Van Exel, eroe di Gara 2.


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MAVERICKS 132, KINGS 110
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A Nick Van Exel la sconfitta di Gara 1 non era andata proprio giù, e non aveva fatto nulla per nasconderlo: “Sono stufo di sentirmi dire quanto sono forti i Kings, quanto sono bravi, come giocano bene. Tutti in questo spogliatoio non fanno che parlare dei Kings, non fanno che preoccuparsi di cosa faranno nella prossima partita. Così non va bene: l'unica cosa che conta è credere in noi stessi, concentrarci e non avere mai dubbi. Dobbiamo dimenticarci degli avversari, non pensare a loro. Loro sicuramente non pensano a noi, se ne fregano di noi; quando inizi a preoccuparti del tuo avversario, sei nei guai.
Guardatelo
[parlando del religiosissimo Avery Johnson]: lui è religiosissimo, eppure Gara 1 lo ha fatto talmente arrabbiare da costringerlo a bestemmiare dalla rabbia. Non deve più succedere.”

Non si può che dire che Nick e i suoi compagni non abbiano fatto tesoro di queste esortazioni, giocando una Gara 2 semplicemente fantastica, ai confini della realtà , nella quale hanno infranto numerosi record dei playoffs NBA.

E dire che la partita non era iniziata benissimo: Nelson escogita una trovata delle sue, mettendo Griffin titolare al posto di LaFrentz, scegliendo quindi un quintetto piccolissimo, da corsa, con Nowitzki centro e Najera da 4; Griffin lo ripaga con i primi 6 punti dei Mavs, ma Sacramento è ancora in trance agonistica da Gara 1, e parte con un parziale di 20-10 in meno di 4 minuti. C'è il rischio di un nuovo massacro, ma i Mavs non sono gli stessi di due giorni prima: nei successivi 6 minuti non sbaglieranno nemmeno un tiro, segnandone 11 sugli 11 tentati, e piazzando un parziale che fisserà  il risultato finale del quarto sul 44-40. Record assoluto per punti totali in un quarto, ad un punto dal record di punti segnati da una singola squadra. Alla sirena il tabellino dei Mavs recita un incredibile 77% al tiro, grazie soprattutto ad un Nowitzki semplicemente perfetto: 18 punti, 3/3 da due, 3/3 da tre, 3/3 ai liberi.
I Kings sono stupefatti, ma incredibilmente ancora in partita grazie al miglior periodo offensivo dei loro playoffs (40 punti col 56% dal campo), con 17 di Stojakovic e 15 di Webber.

Il secondo quarto vede i texani scappar via definitivamente: un parziale di 18-0 porta il risultato sul 74-47, e la gara sostanzialmente finisce qua, grazie ad un fantastico Van Exel: il suo ingresso in campo nel primo periodo aveva infuocato la rimonta, nel secondo è ancora lui a chiudere il conto con 15 punti, uno più imprevedibile dell'altro.
Il terzo periodo vede i Mavs toccare i 35 punti di vantaggio, ma il secondo tempo riserva notizie ben peggiori per Sacramento: nel terzo periodo Chris Webber si infortuna al ginocchio sinistro, e dopo essere rimaso a terra agonizzante qualche minuto viene portato via a braccia. Si teme qualcosa di grave, tanto più che la stella di Sacramento (che esce con 31 punti in 29 minuti) è cronicamente afflitto da noie alle ginocchia, alle caviglie, alla schiena. Nel quarto periodo piove sul bagnato, visto che arriva un infortunio all'imprescindibile Bobby Jackson, che si frattura lo zigomo commettendo sfondamento su LaFrentz.

Si può ben capire che è stata una gara speciale per i texani, una gara che potrebbe segnare una svolta nella serie, ed è necessario dare i giusti meriti a coach Nelson: l'intuizione del quintetto piccolo potrebbe essere importante per il prosieguo della serie, dato che permette ai Mavs di difendere meglio sul contropiede dei californiani, e di ripagarli con la stessa moneta; 25-8 i punti in transizione per Dallas, una differenza notevole e che mette quasi in secondo piano la incredibile serata al tiro: 17/32 da tre punti (53%), nonostante un quarto periodo molto tranquillo.
La difesa è stata ancora una volta non impeccabile, concedendo ben 18 layups o schiacciate, dopo i 17 di gara 1: una media comunque inferiore ai 115 concessi in 5 gare l'anno scorso. In ogni caso i texani hanno giocato una grande gara a rimbalzo (11-4 nel primo quarto e +4 alla fine), prendendo tanti rimbalzi e segnando con questa facilità  i texani possono battere chiunque, anche concedendo troppo in difesa.

MVP della partita non può che essere Van Exel, miglior marcatore della serata con 36 punti in 30 minuti e un fantascientifico 73% dal campo (62% da tre); oltre a queste cifre fuori dal mondo, non si può non premiare la voglia di vincere e la carica trasmesse ai compagni con le sue dichiarazioni del prepartita.
Da non dimenticare la già  citata prestazione di Nowitzki, che chiuderà  con 24+11, e da non sottovalutare le ottime prestazioni di Nash (19, 7 assist, 8/11 dal campo senza sbagliare nemmeno una tripla) e Finley (24 e 7 rimbalzi).
Dall'altra parte il migliore, dopo Webber, è ancora Stojakovic (anche se dopo i 17 del primo quarto ne segnerà  solo 7), mentre Bobby Jackson esce anzitempo con solo 9 punti ma ben 8 rimbalzi.

Cosa può cambiare nell'economia della serie, dopo questa Gara 2? Serate come questa non capitano di frequente, i Mavs devono riuscire a dimostrare di poter battere i Kings anche senza infrangere records su records; sicuramente, però, le prossime due gare non saranno una passeggiata per i californiani, che dovranno affrontare un difficilissimo back to back con alcune incognite non da poco, e in primis lo stato di salute di Webber e Jackson, due pedine fondamentali.
Quando si parla di Webber si parla del miglior giocatore della squadra, e quindi una sua eventuale assenza (o presenza condizionata dai malanni fisici) è sempre grave: in questo particolare contesto lo sarebbe ancora di più, perchè contro il quintetto piccolo di Nelson finisce quasi sempre accoppiato con Najera, un matchup chiaramente vantaggioso per l'ex-fab five, nonostante la grinta del messicano.
Per riprendere in mano le redini della serie, i Re hanno bisogno che Bibby inizi a fare qualcosa di più in attacco, dopo i 9 punti (con 3/10 dal campo e 1/6 da 3) e 5 assist di gara 2, specialmente se Jackson e Webber saranno in borghese o debilitati: quando i compagni iniziano a perdere colpi, tocca al “closer” designato caricarsi la squadra sulle spalle, lo “Stockton-mode” potrebbe non bastare.

Gara 3 si prospetta quanto meno più equilibrata dal punto di vista emotivo: i Kings sono ancora i grandi favoriti, e lo sanno, ma gli incandescenti Mavs di gara 2, i guai fisici e il gravoso impegno del back to back dovrebbero mettergli una certa apprensione.
I texani per parte loro escono rinfrancati e rinvigoriti dopo la partita dei record, con la consapevolezza che l'unica chance che hanno per passare il turno è quella di espugnare almeno una volta l'Arco Arena con le uniche armi a loro disposizione: cercare di segnare più punti dell'avversario, tenere alto il ritmo, giocare quanto più possibile con spensieratezza, alla giornata, senza preoccuparsi del domani; se si fermano e iniziano a ragionare troppo, sono perduti.

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