Tripla doppia per double P, ma per i Celtics è stata davvero una brutta sconfitta
Gara 2 va in frigo con una brutta sconfitta per Boston ma non ne compromette il cammino verso la finale di Conference. I tanti tifosi biancoverdi nel Belpaese stiano tranquilli, al Fleet-Center sarà tutta un'altra storia ma intanto devono fronteggiare almeno tre problemi. Primo. Rientrano in difesa ancora troppo rilassati sia che segnino o che gli altri prendano il rimbalzo. Ragazzi, non andate a prendere il bus, quelli sono delle lepri. Secondo. Hanno subito uno scarto di 20 punti in vernice senza nemmeno che l'Africano vi mettesse piede, ammesso che lo sappia ancora fare. Terzo. Kidd (23), Kittles (16), Collins (10), Martin (14), Jefferson (25). Hanno due cose in comune. Sono tutti titolari e in doppia cifra nelle realizzazioni.
SOLO UN PIERCING
Double P ha griffato la prima tripla doppia della sua carriera ai playoff in una giornata triste. 32p, 11ast e 10reb mentre Giasone è andato solo 2 assist lungi, peraltro la sua specialità . Ma non è stata,come dicevo, una giornata felice né per Boston né per Pierce, che infatti si è anche slogato una caviglia al termine della partita. Non dovrebbe essere nulla di serie ma caviglia o meno, Pierce non basta, nonostante la tripla doppia. L'impressione è che se i Nets neutralizzeranno gli altri terminali lasciando sguazzare solo lui per New Jersey non sarà nulla di più di un piercing, di quelli che si mettono al naso. Non fa male, è puro abbellimento estetico. Per dimostrare cioè che almeno un campione lo si è abbattuto e che lo due gocce di sudore si sono versate.
"WINDY WALKER"
Leggevo da qualche parte che per i neri d'America sono esistiti sostanzialmente tre diversi ambienti di povertà . C'è chi è cresciuto alla riva di un fiume e dentro sporche capanne, in aperta campagna. Ne sono venuti fuori ragazzi silenziosi ma geniali, come il GM dei Pistons Joe Dumars. C'è chi è cresciuto cercando di evitare ogni giorno le pallottole di una "glock", la pistola di Hit 'em up, in un paese di modeste proporzioni della provincia americana. Ne sono venuti fuori ragazzi orgogliosi e duri a morire, come Allen Iverson. E chi, in fine, è cresciuto raccogliendo tappi di bottiglia sui marciapiedi di una metropoli per mettere da parte un po' di soldi per campare. E' la "tough part" della vita di 'Toine Walker ma anche il preludio di un'arroganza fuori dal comune. "Questa da giocatore è parte felice della mia vita, quindi lasciatemi giocare in pace" è quello che ha detto dopo gara 1. E' generalmente uno che parla molto e per lo più pensa pure a giocare ma quando è atteso a varcare la soglia che da campione lo porterebbe al livello di superstar è solo un fanfarone. "Windy Walker". Ha la stessa concretezza del vento che raffredda ogni giorno la sua città natale quando hanno bisogno di lui.
REVERSE DUNKIN'
Due schiacciate rovesciate di Richard Jefferson hanno letteralmente mandato in visibilio il pubblico della Continental Arena, che è pur sempre una casuale riunione di gente passata lì per caso ma che almeno una giocata buona la sa sempre riconoscere e apprezzare. L'anno scorso cominciò la fantastica cavalcata del "Flying Circus" verso le finali e fin lì tutto bene ma già quest'anno è mancato un costante apporto dei tifosi nonostante i Nets non siano esattamente i Nuggets. Crediateci o meno ma questa è ancora il primo sellout stagionale. Non è che un buon motivo per la NBA di togliere una volta per tutte la squadra dal New Jersey e magari spostarla a New York, perché non è una bella cosa una squadra senza una città di riferimento, senza un'identità .
TORNA DANNY AINGE ?
Una notizia eclatante intanto irrompe nella serie. Il solito Boston Globe, famoso ormai per il giornalista che vorrebbe schiaffeggiare la moglie di Kidd, ha riferito che i Celtics e Danny Ainge si sono incontrati almeno in un paio di occasioni per la prospettiva, sembrerebbe molto concreta, di un futuro ruolo da "head of basketball operations" per l'ex playmaker biancoverde. Ainge non avrebbe risposto all'offerta ma addirittura già si parla sottovoce di un suo possibile incarico da head coach qualora O'Brien dovesse fallire in questi playoff. Finora sono solo ipotesi, staremo a vedere.
SCOTT VS. CELTICS - PART 2
La diatriba tra Byron Scott e i Boston Celtics si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo aver dichiarato di odiare il bianco e il verde adesso definisce i tifosi "dei pazzi". Moderiamo le parole, coach, a Boston dobbiamo tornarci. "Sono dei pazzi, e vanno alle partite eccitati, sotto l'effetto di alcolici". Niente da fare. Scott va a ruota libera e interviene anche su uno degli argomenti da bar più spinosi d'America, la minoranza nera. "Non penso che i tifosi di Boston sia dei buoni fan, lo sono quelli di Sacramento, ma non loro." Occhio"."Penso che in quella città ci sia ancora gente che non veda di buon occhio i giocatori neri. Negli anni '80 alcuni loro giocatori di colore non potevano andare in determinati posti e c'è la sensazione che sia così ancora oggi. E' qualcosa di immorale". Chiusura finale. "In quella città sono rimasti anni indietro culturalmente, il terzo millennio non è ancora arrivato laggiù." Chiedo disperatamente il "lodo Stern" per congelare dichiarazioni del genere durante i playoff".
La serie adesso si sposta nel New England per due partite. Gara 3 sarà fondamentale. Se New Jersey la vincerà avrà vinto pure la serie perché non so voi, ma io di Dallas in questa lega ne vedo solo una".