Mike Bibby, novello John Stockton neroviola
Sono due le frasi fondamentali che un alquanto imbarazzato Don Nelson ha pronunciato nel post gara1, dopo la inopinata sconfitta contro i Kings: "Ci hanno dato un bel calcio nel sedere" e "Noi dobbiamo giocare meglio e loro devono giocare peggio.".
I due pensieri sono semplici, diretti ed alquanto esplicativi di come i Kings abbiamo dominato la gara all'American Airlines Arena, senza dare nessuna possibilità ai Mavs di replicare, fin dai primi minuti sono rimasti in controllo, fotocopiando quello che successe nelle serie dell'anno scorso. Da segnalare in modo particolar quel ""loro devono giocare peggio", che può essere vista da qualcuno come una dichiarazione di impotenza di fronte alla squadra di Adelman.
Quello che più preoccupa chi sta in questo momento affrontando Sacramento, e anche in un eventuale futuro dovrà vedersela con Webber & co., è il totale controllo offensivo dei campioni della Pacific, capaci di essere perfettamente fluidi e bilanciati nel loro passing game sia con la squadra titolare che con i panchinari. Il giocatore che però, come nella serie contro Utah, sta stupendo parecchi addetti è Mike Bibby, novello John Stockton in maglia neroviola.
Il play dei Kings, dopo aver dominato in lungo e in largo offensivamente la serie dello scorso anno, quest'anno ha iniziato un personalissimo dominio, diverso però da quello proposto nel 2002, più incentrato sul controllo totale del gioco offensivo del suo team e sulla possibilità di trovare sempre o quasi sempre l'uomo smarcato per un tiro comodo. I soli 5 tiri presi in gara1 fanno il paio con i 6 presi in gara5 conto Utah, e ciò denota una volontà di lasciare alle altre bocche da fuoco il compito di distruggere gli avversari, tenendosi pronto eventualmente per i momenti di difficoltà . Quello che fa più impressione di questo inizio playoff dell'ex Grizzlies, sono i 6 assist abbondanti ad incontro e soprattutto il fatto che sia sotto le 2 palle perse a gara (solo 2 nelle ultime due giocate), riuscendo sempre a far giocare la squadra (aiutato anche dai compagni) in modo rapido nei passaggi e nei ribaltamenti che fanno soffrire terribilmente la già deficitaria difesa Mavs e hanno permesso numerosi tiri "no contest" nella vittoria di gara1.
"Volevamo farli giocare in difesa." ha sentenziato un Bibby molto carico, e nessuno può dargli torto visto quanto dimostrato da Dallas nella propria metà campo, compreso l'inizio shock con 15 punti presi in pochi minuti senza far fare un minimo di fatica all'attacco Kings. "Non eravamo fissati per il tiro immediato, abbiamo cercato di farli muovere in difesa e questo ci ha aiutato a segnare con facilità .". Non a caso i Kings hanno chiuso la partita con un abbondante 55% dal campo e se Sacto continua a tirare così poche squadre possono impensierirli. Bibby sa benissimo che in questo momento la cosa giusta da fare è sfruttare chi ha la mano calda e non è necessario che lui si prenda 10-15 tiri a partita, ma bensì che riesca a far giocare bene la squadra, e questo è fondamentale per le sorti della postseason di Sacramento, se Bibby riesce a giocare con questa mentalità , i Kings possono davvero sperare nell'anello. Le sue parole sono chiare e definitive: "Abbiamo vinto di 20." (esagerando un po'). "Non occorre che io segni in tutte le partite.".
La filosofia di Bibby è sposato un po' da tutti nel team e uno che di esperienza ne ha da vendere come Vlade Divac sa che questo è la via giusta per Sacto per puntare al titolo: "Questa è la pallacanestro che dobbiamo giocare. Talvolta esageriamo, ma non dobbiamo prendere cattivi tiri." Adelman poi rincara la dose asserendo che i suoi ragazzi hanno svolto appieno il compito impartitogli in pre-gara, partendo subito forte e rimanendo concentrati fino a quando la gara non era chiusa.
La chiave per i Kings è questa, giocare-giocare-giocare, un buon tiro con la difesa di Dallas alla fine lo si trova sempre, e si è consapevoli che dall'altra parte si hanno le capacità per limitare il loro attacco e quindi avere il controllo, come in gara1.