Kenyon Martin schiacchia con la solita veemenza. E' stato il miglior marcatore dei Nets.
E' iniziato il secondo turno di playoff della Eastern Conference. Sul parquet dell'East Rutherford di New Jersey, sono scesi in campo Celtics e Nets dando il via a questa affascinante serie, ovviamente al meglio delle sette partite.
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell'opera, allora Kidd e compagni possono godersi i due giorni che ci separano da gara2, con i favori del pronostico. I Nets vincono gara1 97-93, e aspettano la seconda uscita casalinga (mercoledì sera a NJ) per consolidare maggiormente l'1-0 momentaneo.
Il match di ieri prevedeva diverse chiavi di lettura, chi parlava dei vari confronti diretti tra i singoli (in particolare Walker/Martin), chi delle percentuali nel tiro da fuori (Pierce/Kittles), chi del controllo dei tabelloni(Battie/collins), chi del gioco in campo aperto (Delk/KIDD). Tutte valutazioni giuste e sacrosante, ma a decidere (come spesso accade nelle partite punto a punto) è stata la freddezza in lunetta nei momenti cruciali della gara.
New Jersey non ha mai avuto nei tiri liberi una delle sue garanzie maggiori, anzi spesso è stato il suo tallone d'Achille, e ciò in regular season, ha significato qualche sconfitta evitabile. Ma sbagliando si impara e questa è una regola del basket come di qualunque altro sport.
Lo sa bene Kenion Martin, non certo il Jeff Hornacek della linea della carità . Spesso poco affidabile in questo singolo aspetto del gioco (65% quest'anno su 392 tentativi), ha invece mostrato una notevole evoluzione, sia nel gesto tecnico (gomiti più stretti e movimento più automatico) sia nell'aspetto mentale, vero barometro dei tiri liberi.
A fine gara, è lo stesso Martin ha sottolineare questo aspetto:
we learn from our mistakes, in the Milwaukee game we missed a lot of free throws, an that cost us the game, so we don't want to put ourselves in that position again,… it was time to step up ad knock down free throws, and we did”
Anche Byron Scott elogia i suoi ragazzi per la freddezza dimostrata nei liberi, sia nell'arco di tutta la partita, sia soprattutto nei 12' finali,
“It's always important to make free throws, especially in a series like this and especially in the fourth quarter…”
La partita non è stata però una gara di liberi.
Gli accoppiamenti di inizio gara sono quelli previsti. In regia Kidd-Delk, guardie Pierce-Kittles, ali piccole McCarty-Jefferson, ali forti Walker-Martin, sotto canestro Battie-Collins.
Boston parte bene, riesce a sfruttare i raddoppi su “DoubbleP”, il quale scarica sul perimetro con regolarità ed efficacia (8 assist per Pierce), armando la mano dei suoi tiratori. E' Walter McCarty il beneficiato principe. L'ex campione NCAA (Kentucky '96) apre gli spazi nella difesa di coach O'Brien, segnado 4 triple su 6 tentativi e permettendo ai suoi di chiudere la prima frazione avanti di 3(23-20).
In casa Nets il tema tattico è chiaro come il sole ormai da un paio d'anni. Da quando cioè Jason Kidd (15p, 9ass) è approdato in questa frachigia da Phoenix, l'unica cosa da fare sempre è aprire il più velocemente possibile nelle sue mani e correre con lui, o ancor meglio davanti a lui. Anche se il fattore novità manca a un pò, l'efficacia del contropiede non viene mai meno.
Legato al tema tattico del contropiede Nets, si collocano tanti aspetti della sfida. Il più importante per Boston è non forzare troppi tiri. Abbassano le percentuali di realizzazione della squadra, concedendo più rimbalzi agli avversari che possono ripartire in campo aperto con molta più facilità se non devono eseguire la rimessa dal fondo.
Boston non ha probabilbente il giocatore ideale per questa politica di gioco “attenta”, Antoine Walker. “The Genius”, come è soprannominato Antoine, ha senz'altro un bagaglio tecnico di rara completezza. Un giocatore di 2.06cm, che può passare a piacimento dall'essere portatore di palla puro ad essere, nell'azione successiva, il post basso più pericoloso della squadra. Come se non bastasse tira da tre quando e come vuole.
Il suo gioco però non accetta rinuncie. Ogni sfida personale deve essere sugellata da una conclusione a canestro e spesso questo comporta forzature madornali. E' quanto avvenuto ieri sera, dove Antoine non ha imbroccato la serata e non ha rinunciato a nessuna delle sue 20 conclusioni. Ne è risultato un 6 su 20 dal campo (1/7 da 3) più funesto di quanto la percentuale stessa possa indicare.
Sì perchè come si diceva prima, ogni ferro preso per Boston, con Kidd in campo, significa contropiede per i Nets.
Certamente è tutta la squadra a doversi tutelare dal contropiede avversario, ma pare scontato che coach O'Brien chieda ai suoi e a qualcuno in particolare, una maggior lucidità nelle scelte offensive.
La partita vive su questi temi tattici per quasi tutto il primo tempo, andando negli sogliatoi all'intervallo con i Nets sopra di 3 (49-46).
La ripresa vede subito protagonista assoluto Kerry Kittles (17p, 4/6 da 3, 4as, 35 minuti),il quale segna tre bombe nei primi 3 minuti del terzo quarto. New Jersey sulla spinta della sua shooting-guard si porta fino a +11 (68-57), ma deve fare ancora i conti con l'orgoglio di Paul Pierce. Il numero “34” dei Celtics è il protagonista del parziale di 16 a 2 per Boston, che riporta in vantaggio il team di coach O'Brien al termie del terzo periodo di gioco (73-72, C's).
Nel finale punto a punto i tiri liberi, come detto, giocano un ruolo decisivo. New Jersey li segna sia con Martin (che commette un solo errore a 45″ dalla fine) sia con Collins, ma una tripla del rookie J.R.Bremer riapre le possibilità di overtime per Boston (-3, palla in mano ad una manciata di secondi dalla fine).
Tocca ovviamente a Paul Pierce, 34 punti, 8 assist e ben 20 liberi tirati (di cui 15 a segno), il palleggio arresto e tiro abbondantemente fuori dall'arco, per l'eventuale supplementare. Inutile dire che non è andato a buon fine.
A fine gara Pierce si dichiara dispiaciuto per l'errore decisivo, ma non cerca alibi:
“I felt great, I thought I had a great look and I felt good coming out of my hands. What more could I ask for? We were down three and I had good look especially at the end of the game”
Note di merito vanno elargite a due giocatori protagonisti del match pur proveniendo dalla panchina.Da un lato Eric Williams (15p, con 6/9 dal campo, in 25 minuti), dall'altro Aaron Williams (12p, 9rb, in 29 min)
La serie resta ancora a New Jerey, dove si giocherà gara 2. Gara 3 e 4 sono previste il 9 e il 12 maggio a Boston. L'eventuali quinta e settima in casa Nets, la sesta in casa Celtics.
La serie è iniziata con una partita degna delle aspettative. Il punteggio non altissimo cela la grande battaglia in campo. Siamo convinti che questo turno sarà lungo… e speriamo venga concluso sul filo di lana.