Adam Everett gira uno dei double-play più importanti della storia MLB.
Serie per cuori forti quella tra Saint Louis Cardinals e Houston Astros, serie per palati fini.
Se infatti in molti si aspettavano una Gara-4 terreno di conquista per i due line-up, mortificati nelle prime tre sfide dall'ottimo rendimento dei pitcher, il quarto atto delle Championship Series di National League è stato l'ennesimo pitching duel, in cui partenti e rilievi hanno dato spettacolo.
Le previsioni che volevano una gara più aperta nel punteggio si basavano sul fatto che i due partenti, i quarti nelle rispettive rotazioni di stagione regolare, offrivano meno sicurezze, sulla carta, dei mostri sacri saliti sul monte in precedenza.
In realtà Jeff Suppan e Brandon Backe avevano già dimostrato nella passata stagione di essere due ottimi pitcher e due valide alternative agli spot starter anche nei playoff.
Il primo era stato il partente, vincente, delle partite conclusive delle due serie vinte dai Cardinals nella post-season 2004, il secondo, più giovane, aveva entusiasmato proprio conro Saint Louis nelle NLCS perse alla settima partita dagli Astros, ottenendo uno shutout in Gara-5 contro il più esperto Woody Williams.
Per affrontare gli starter avversari Tony LaRussa ritrova l'acciaccato Reggie Sanders in esterno sinistro ma perde Abraham Nunez in terza base, e sceglie John Mabry per sostituirlo proprio per dare più potenza al line-up.
Phil Garner invece conferma Jason Lane e sposta Chris Burke in esterno centro, mentre Willie Taveras si accomoda nel dogout.
I primi inning sono però tutti per i due lanciatori, con il “ragazzo dagli occhi azzurri”, come viene affettuosamente soprannominato Backe dai tifosi di casa, che regala strikeout (uno ai danni di “sua maestà ” Pujols) e lascia a bocca asciutta l'intero line-up dei Cards per il primo turno di battuta.
Anche Suppan non è da meno, anche se il pitcher di Saint Louis è costretto a qualche lancio supplementare per venir fuori dalla prima situazione delicata con corridori in prima e seconda.
La difesa però lo aiuta ed il risultato resta fermo sullo 0-0.
Nella parte alta del quarto inning però Jim Edmonds decide che è tempo di dare una scossa alla gara e trova un doppio che spinge David Eckstein in terza base e mette Backe in una preoccupante fossa con due uomini in posizione punto ed Albert Pujols al piatto.
Il partente di Houston non perde la calma e si gioca un Pujols insolitamente smanioso di battere con intelligenza, costringendolo ad una fly-ball in esterno destro con una bellissima curva bassa.
Eckstein però è un fulmine e la volata di sacrificio non si può impedire.
Backe evita però altre possibili segnature ed esce tutto sommato con il danno minore da una situazione che poteva sfociare rapidamente in un big inning, con corridori in base ed il cuore del line-up avversario da affrontare.
Il pericolo scampato carica gli Astros, e Jason Lane completa la sua due gorni di gloria impattando con grande anticipo una 2-seam fastball ad 88 miglia di Suppan, alta ed interna, spedendola sugli spalti in campo sinistro: solo shot e risultato di nuovo in parità , 1-1.
Avevamo detto serie per palati fini, perché i due inning successivi alle segnature sono un clinic di grande baseball sul monte, con Backe che limita le mazze dei Cards (2 valide e 7 K in 5 riprese e 2/3) e Suppan che gestisce con astuzia i turni di battuta più a rischio (2 strikeout al “rovente” Mike Lamb).
Quando i due partenti scendono dal monte la partita è in perfetto equlibrio, ma se Garner si affida al bullpen vero e proprio (Chad Qualls e Dan Wheeler), LaRussa sceglie un rilievo che è a tutti gli effetti un partente, Jason Marquis.
Il 27enne pitcher dei Cards dopo un buon sesto inning si mette però nei guai con le proprie mani, perché nella settima ripresa concede prima una base-ball al pinch-hitter Orlando Palmeiro, poi sbaglia nel gestire il bunt di sacrificio di Craig Biggio permettendo al 40enne di Houston di arrivare salvo in prima, infine regala un'altra base-ball a Lance Berkman riempiendo le basi.
Con un solo out la volata di sacrificio è quello che tutti si aspettano, per di più se al piatto arriva uno slugger come Morgan Ensberg (36 HR in stagione regolare): Marquis cerca di evitarla intelligentemente lanciando una fastball bassa per forzare una ground-ball ed innescare un doppio gioco, ma Morgan è bravo a dare potenza allo swing quanto basta per impedire a Jim Edmonds l'assistenza vincente a casa base.
La prevedibile sac fly arriva ed è il tripudio del Minute Maid Park, che vede i propri beniamini avanti 2-1 a soli due inning dalla fine.
L'ottava ripresa scivola via veloce e tutti attendono Brad Lidge per la salvezza nel nono.
Il closer di Houston però non è più quella macchina da strikeout della serie 2004, ed allora l'ultima ripresa diventa un turbine di emozioni.
E' una serie per palati fini, è vero, ma anche per cuori forti, perché i primi due battitori affrontati da Lidge sono Albert Pujols e Larry Walker, ed entrambi trovano il contatto giusto per la valida.
Nessun out e corridori agli angoli, con Reggie Sanders, malconcio ma pur sempre un uomo da 10 RBI nella serie contro i Padres, nel box di battuta.
Lidge suda freddo, i tifosi di casa tremano, Morgan Ensberg no: rimbalzante insidiosa di Sanders verso la terza base e spettacolare copertura difensiva dell'interno di Phil Garner, che non solo recupera la pallina ma trova con un lancio potente e millimetrico l'assistenza a casa base dove Brad Ausmus tocca un incredulo Pujols per l'out.
Il ballpark di Houston sta per crollare, ma la strepitosa presenza mentale di Ensberg ha solo momentaneamente allontanato i fantasmi della rimonta beffa.
Quando arriva John Mabry al piatto infatti la situazione è analoga alla precedente, certo c'è un out sul tabellone ed un doppio gioco chiuderebbe l'incontro, ma il terza base dei Cards è un brutto cliente da affrontare e Lidge lo sa bene, visto anche l'RBI double messo a segno da Mabry proprio nel nono inning di Gara-3.
Il closer degli Astros ha bisogno della sua difesa, Phil Garner lo sa e spera che la mossa di inserire Eric Bruntlett in seconda base sia fortunata e soprattutto vincente.
Lidge si affida al suo lancio migliore, la palla veloce, ma su un pitch al centro del piatto Mabry giustamente gira: potrebbe essere quantomeno una battuta profonda, invece è una rimbalzante verso la seconda.
E' il turno di Bruntlett per il gioco “eroe del giorno in Texas”: grande assistenza in seconda dove Adam Everett è superlativo nel girare il doppio gioco verso un proteso Lance Berkman in prima base.
Il memorabile game-ending double play è completato, Houston vince 2-1 ed il tripudio al Minute Maid è selvaggio: partono le sirene, il famigerato treno quasi deraglia, forse qualcuno sviene sulle tribune.
Gli Astros sono sul 3-1, ad un passo, un ultimo storico passo dalle World Series.
Saint Louis perde un'altra partita sul filo di lana mancando una rimonta che ancor di più rispetto a Gara-3 sembrava alla portata; certo, i più fatalisti diranno che mancava Scott Rolen ed un half-season MVP 2004 non si regala in una finale di NL.
Ma Rolen non c'è e il line-up di LaRussa, a parte il solito combattivo Pujols, fa di tutto per farlo rimpiangere.
Ora i “cardellini” sperano in un'altra impresa di Chris Carpenter, stavolta in trasferta, per riaprire la serie e riportarla nel Missouri: ma potrebbe essere troppo tardi.