Paul Pierce uno dei migliori del primo turno, i suoi Celtics hanno distrutto i rivali storici Pacers
La novità dell'anno è stata la prima serie al meglio di sette partite, e il bilancio non può che essere più che soddisfacente visto poi l'enorme numero di gare giocate in questo primo turno, riassumiamo i numeri, due serie finite alla bella, cinque conclusasi alla sesta e una sola quella tra Kings e Jazz finita alla quinta. Tutte le squadre ammesse ai playoff hanno vinto una partita, ma tutte le serie sono state equilibratissime, segno evidente di un livellamento molto superiore al previsto, livellamento bugiardo però più che mai visto che la differenza di qualità tra il basket dell'est e quello dell'ovest sta diventando sempre più imbarazzante al punto che la lega che recentemente ha deciso lo spostamento dei New Orleans Hornets ad ovest per far posto alla nuova franchigia di Charlotte, potrebbe procedere ad un ulteriore spostamento per vedere di sistemare Minnesota ad est, magari sacrificando i Bucks.
Passiamo dunque ad analizzare le singole serie:
Eastern Conference :
Detroit Pistons (1) – Orlando Magic (8) 4-3
Serie che rappresenta al meglio l'imbarazzante Eastern Conference, con la numero 1 del tabellone che va addirittura sotto 3-1, contro gli Orlando Magic, ossia Tracy McGrady e poco più, alla fine però l'organizzazione di gioco dei Pistons, riesce ad avere la meglio arrivando in gara 7, dove Tracy McGrady viene limitato a poco più di venti punti, con una vera e propria staffetta difensiva tra cui sicurante spicca la prestazione del rookie Prince, reduce da un'annata osservativa accanto a coach Carlisle, ma bravissimo a farsi trovare pronto nel momento del bisogno.I dubbi però rimangono per entrambe le franchigie, i Pistons proseguono il loro cammino nei playoff, ma obbiettivamente sono una numero 1 con mille interrogativi, perchè se il tuo leader è un giocatore (Ben Wallace) che tira solo poche volte solo per concessione altrui, non essendo in grado di costruirsi un tiro in nessun modo la cosa lascia da pensare, anche se le prestazioni offensive di Billups e di Hamilton ci mettono una pezza, dalla loro hanno però uno dei migliori coach attuali, i Pistons si troveranno ad affrontare gli agguerriti Sixers di Iverson, e con tutta la fantasia possibile immaginarseli vincitori della serie, rimane difficile a tutti. I Magic concludono positivamente l'ennesima stagione in cui hanno perso il loro n°2 Grant Hill per la strada. Ovviamente l'avere McGrady in squadra, lascia sempre l'orizzonte sereno, come ha confermato l'ottimo Doc Rivers nella conferenza stampa conclusiva, anche perchè lo spazio salariale libero permette di pensare in positivo nel mercato dei Free Agents, dove si cercherà un lungo e se il sogno Duncan è sparito da tempo, si parla sia di Jermaine O'Neal, che della possibilità di dividere il monte in due parti arrivando a due giocatori comunque validi. Del roster attuale però rimarrà poco o nulla a parte Tracy, ma una menzione particolare la merita sicuramente Drew Gooden, che pur essendo un lungo atipico nell'attuale Eastern Conference può fare veramente la voce grossa.
New Jersey Nets (2) – Milwuakee Bucks (7) 4-2
Serie di esterni basata sicuramente sul derby di Oakland Kidd Payton; serie come spesso accade ai Nets dei nostri giorni in equilibrio fino a gara 4, poi nelle ultime due Jason Kidd e un eccezionale Kenyon Martin hanno messo il turbo, e nulla hanno potuto fare i derilitti Bucks. I Nets approdano alla semifinale di conference rivincita dello scorso anno contro i Celtics, non dando però l'impressione di essere in palla come lo scorso anno soprattuto con la panchina un po in affanno, si attaccano come mai hanno fatto a Jason Kidd, che però per rendere al meglio deve avere sicuramente meno responsabilità realizzative, ma anche con la certezza che un super atleta come Martin ad est comincia ad essere un gran lusso sotto le plance. I Bucks con la sconfitta casalinga di gara sei comunque chiudono un'epoca, perchè della bellissima realtà di due stagioni fa rimane poco o nulla, un'insieme di esterni difficilmente assemblabili, che molto probabilmente potrebbe essere il preludio ad un'estate movimentata sul mercato. Di sicuro Payton andrà via, ma anche colui che lo ha fortemente voluto coach Karl, è nel momento più critico della sua permanenza ai Bucks.
Indiana Pacers (3) – Boston Celtics (6) 2-4
Nonostante tutte le lotte ad est alla fine quello dei Celtics è stato l'unico up set del tabellone dell'est. Una serie che partiva con mille interrogativi essendo quella tra Celtics e Pacers una rivalità vera, ma con un pronostico abbastanza sbilanciato dalla parte di Indiana, perchè i Celtics erano reduci da un ultimo mese di stagione regolare a dir poco preoccupante, e perchè in fin dei conti l'enorme quantità di talento di Indiana avrebbe dovuto per forza fare la differenza, Thomas permettendo. Appunto Thomas, alla fine è stato lui il personaggio della serie, ma in negativo però, infatti in una partita casalinga è stato sommerso dai fischi dei prorpi tifosi, anche perchè in campo i Celtics hanno sempre dato l'idea per tutte e sei le gare di avere in mano le redini della serie. Il personaggio vero e proprio della serie però è stato senza dubbio Paul Pierce, uno che forse troppo in fretta viene etichettato solo come un super attaccante, invece alla fine poi come lo scorso anno contro Phila e Detroit si è rivelato un vero e proprio trascinatore, e a nulla è servita la dura difesa di Artest o le lunghe braccia di Al Harrington, dimostrando ancora una volta di più che se ce ne fosse bisogno che ai playoff a fare la differenza sono le super star, e a volte solo un'ottimo impianto di gioco come quello dei Pistons non può bastare nemmeno in un primo turno dei playoff. La stagione di Indiana si chiude tra mille polemiche, con il suo coach Isaih Thomas, di fatto odiato da tutto l'ambiente dei Pacers che vuole in fretta la sua testa, prima che i tanti Free Agents fuggano altrove, su tutti Jermaine O'Neal che nonostante le depistanti parole di facciata, di voler giocare solo per Thomas, si allontana ogni giorno di più dai Pacers, tentato tra la compagnia di Duncan sotto il canestro degli Spurs, o la possibilità di dominare almeno l'est con TMac al sole della Florida, non solo potrebbe anche ritirarsi Reggie Miller l'icona degli ultimi 20 anni di Indiana messo forse un po troppo in disparte nell'ultimo anno. Ma la sostituzione di Thomas non è così scontata, perchè se le accuse sono pesanti, la prima quella di avere incrinato una realtà positiva come quella dei primi due mesi di stagione regolare con il voler creare in tutti i modi una realtà difensiva alla “Bad Boys” che per vincere ad est non sarebbe comunque servita, il risultato è stato davanti agli occhi di tutti, con Artest che ha letteralmente perso il senno della ragione, Tinsley che si autodistrugge giorno dopo giorno, Jonatan Bender che non esplode mai e alla fine il solo Jermaine O'Neal a reggere la baracca. La domanda che si fanno in molti è dove sarebbero i Pacers se li allenasse ancora Larry Bird, o il suo assistente di allora Rick Carlisle ? Semplice dominerebbero l'est da quattro stagioni a questa parte.
Philadelphia Sixers (4) – New Orleans Hornets (5) 4-2
Per analizzare una qualsiasi serie degli Hornets da diversi anni a questa parte è sicuramente doverosa una premessa, ovvero conoscere il bollettino medico della loro infermieria, di solito molto cospicuo, e anche quest'anno non è stato diverso con il ginocchio di Baron Davis che stava insieme solo con fasciature elastiche e infiltrazioni e un'infortunio durante la serie al loro migliore realizzatore Jamal Mashburn, ne è uscita fuori comunque una serie abbastanza combattuta, sempre però saldamente in mano ad Iverson e soci, abbastanza sciolti in attacco e sempre concreti in difesa, gli Hornets invece ne escono un po con le ossa rotte perchè sottocanestro la coperta si è dimostrata corta più del previsto nonostante le ottime prestazioni di due giocatori che in teoria nei piani di inizio stagione le partite le avrebbero solo dovute vedere dal pino, ossia Moiso e Tractor Traylor. Iverson ha coinvolto i compagni al punto giusto da gara due in poi, perchè gara uno l'ha vinta da se con 55 punti e per una volta nella vita con una selezione di tiro quantomeno decente, i Sixers si apprestano ad affrontare la numero uno del tabellone Detroit avendo però i favori del pronostico abbastanza nettamente dalla loro parte, pur non avendo il vantaggio del fattore campo. New Horleans esce invece con le ossa rotte da una serie che a rigor di logica avrebbe divuto vincere, e la decisione di non confermare l'ottimo caoch Paul Silas ha lasciato tutti di stucco, giocatori compresi, anche perchè non si capisce proprio chi possano prendere per allenarli, alla vigilia di una stagione difficile, che sarà anche l'ultima ad est prima dello spostamento nella MidWest division a partire dalla stagione 2004-05, e gli attuali Hornets ad Ovest difficilmente valgono una delle prime dieci posizioni.
Western Conference
San Antonio Spurs (1) – Phoenix Suns (8) 4-2
Una serie strana in cui San Antonio a dato sempre l'idea di condurre il gioco, ma i Suns si sono dimostrati una squadra mai doma, e i parziali di rimonta dei Suns sono stati l'icona di questa serie. I Suns hanno vinto un po fortunosamente gara 1, poi in gara due si sono trovati avanti anche di 20, a quel punto gli Spurs si sono svegliati e la serie è andata dove doveva andare, certo è che nonostante un Ginobili da urlo, uno Stephen Jackson eccezionale, e un Duncan (nominato ancora MVP) concreto più che mai, questi Spurs sono sempre circondati da”se” e “ma” che alla vigilia della consueta battaglia contro i Lakers lasciano troppi dubbi, e troppe fessure su cui i campioni del mondo possono sperare di lavorare. Nonostante i favori dei pronostici siano per San Antonio, io non esluderei a priori un'altra passeggiata dei Lakers, il solito 4-0 o 4-1. I Suns invece chiudono la loro stagione con mille motivi per sorridere, il primo sono i 19 anni del rookie of the Year Amare Stoudmire, mai nessun lungo aveva tanto impressionato nel suo primo anno dai tempi di Duncan, un'atletismo a tratti dominante con una tecnica abbondantemente da affinare, ma soprattutto una testa che nessuno un anno fa gli attribuiva, Amare è finito ai Suns solo perchè l'anno prima il trio di liceali Kwane Brown, Eddy Curry e Tyson Chandler era stato disastroso e i pregiudizi sui liceali si erano sprecati, perchè con tutto il rispetto dei vari Dunleavy Skita Hilario e Wilcox, spofondare al 9 posto non ci stava proprio. Ma il bello deve ancora venire perchè il contratto dell'inutile Gugliotta in scadenza i 30 giugno lascia molto spazio nel Cup, e il sogno ormai nemmeno tanto nascosto prevede l'ingaggio di Elton Brand con spostamento di Amare in centro, e se Marboury si consacrasse a questi livelli un trio di lunghi Marion, Brand Stoudmire potrebbe mettere molti grattacapi anche alle super potenze dell'Ovest.
Sacramento Kings (2) – Utah Jazz (7) 4-1
La serie forse meno combattuta, non tanto per il valore dei Kings, quanto a mio parere per l'appagatezza dei Jazz, arrivati veramente con le gambe molli ad una serie così impegnativa, le partite sono state a lungo in bilico, ma alla fine i Kings erano già con la testa ai Mavericks già da dopo gara 2. Il sistema di gioco di Sacramento ha dato il meglio di se con Webber che ha messo in difficoltà come mai era stao Karl Malone, adesso sono attesi dai Mavericks con cui di solito non hanno grossi problemi, l'unico vero avversario potrebbero essere se stessi se strada facendo cominciassero a pensare ai Lakers. Il ciclo di Utah, probabilmente si chiude qua, con Stockton che ha già annunciato il ritiro e con Malone di fatto sul mercato. E' mancato ai grandi Jazz il titolo che solo l'onnipotente Jordan gli ha negato, ripartiranno da alcuni giovano come Kirilenko e Harpring, se cedeno Malone avranno molto spazio salariale, probabilmente arriverà Andre Miller che avrà l'ingrato compito di paragonarsi con Stockton, ma ci vorrà senza dubbio anche un rinforzo sottocanestro dove il piatto è veramente povero.
Dallas Mavericks (3) – Portland Trail Blazers (6) 4-3
Ovvero Dallas tutto e il contrario di tutto, prima vanno sul 3-0, poi Portland vince in carrozza tre partite e porta Dallas alla settima, dove più che Dallas a vincere sono i Blazers a perdere come spesso gli accade. La serie ha dimostrato se mai ce ne fosse bisogno di quanto Dallas sia ancora distante dal trio Lakers Spurs Kings, soprattutto come atteggiamento mentale in difesa, I Mavs si preparano ad affrontare Sacramento dove obbiettivamente di speranze ne avranno ben poche e pronosticargli un paio di vittorie già rimane difficile a molti, offensivamente il loro sistema funziona anche ai playoff anche se a regime ridotto, ma sotto canestro la situazione è vicina al collasso tanto che a farla da padrone è stato in una occasione addirittura Zach Randolph, l'ex Michigan State, dimenticato da Cheeks per due anni in panchina ed esaltatosi in mezzo al trio LaFrentz Nowitski Bradley con prestazioni da All Star; Cuban come sempre durante i playoff mette tutti in tiro con mille idee di mercato, ma pensare che un quarantenne ancora in palla come Karl Malone sia l'uomo giusto per l'ultimo passo è dura davvero. Portland che con Minnesota è la vittima sacrificale del primo turno ad ovest degli ultimi anni, lascia i playoff con un grande punto interrogativo, ossia “cosa sarebbero i Trail Blazers con un playmaker decente ?”, perchè obbiettivamente se come si vocifera è possibile l'arrivo in Oregon di Gary Payton, Portland a mio parere, se lo spogliatoio non esplode durante l'anno sarebbe nettamente la favorita, perchè l'ottima stagione appena conclusa i Blazers l'hanno giocata di fatto senza playmaker, prima con Damon Stoudemire, una guardia con il corpo da play che non rende ne di qua ne di la, poi il resto della stagione con Pippen in regia, ma Pippen non è di certo un play vero visto che viene riconosciuto come una delle migliori ali piccole della storia, alla fine l'unico play vero è stato McInnis, quasi mai impiegato e pronto ad esplodere altrove, come spesso succede agli ex play dei Clippers vedi Troy Hudson.
Minnesonta Twolves (4) – Los Angeles Lakers (5)
La serie che ha fatto più discutere sin dall'inizio, sia per la presenza dei Lakers, che per la presenza di Garnett dall'altra parte in odore di MVP, alla fine il risultato è stato disastroso per Minnesota, con la serie vinta da Shaq e company e il titolo di MVP finito a mio parere ingiustamente a Duncan. Minnesota parte con il piede sbagliato e i Lakers vincono a Minneapolis la prima, poi due vittorie ultraconvincenti dei ragazzi di Sounders sembrano presagire la fine almeno temporanea della dinastia Lakers, ma i Lakers non va dimenticato che hanno i due milgiori giocatori del mondo, un Kobe sempre più protagonista, ma anche un Shaq in forma come non si vedeva dai tempi della finale con i Sixers due anni fa, gara quattro allo Staples è una battaglia che i ragazzi di Jackson doverosamente vincono, si torna a Minneapolis per gara 5, la gara chiave e viene fuori tutto il bastardo (in senzo buono) che hanno dentro i Lakers, Fisher spenge Troy Hudson il giocatore chiave di Minnesota nelle prime quattro gare e il risultato finale di gara 5 120-90 per i Lakers fa diventare gara sei una gara di normale amministrazione per i Lakers. In mezzo a tutto ciò però c'è stato un Garnett semplicemente stupendo, che solo la forza fisica di Shaq e l'immensa personalità di Kobe povano domare. I Lakers nonostante tutto quel che si vuol dire, si stanno avvicinando sempre più alla quaterna, tanto che l'atteggiamento dei loro futuri rivali Spurs e Kings, si fa ogni giorno che passa sempre più timoroso e preoccupato, ormai sono senza dubbio i favoriti, cosa che loro a differenza degli altri sanno gestire psicologicamente al meglio. La semifinale di conference li vedrà opposti agli Spurs, ma sinceramente San Antonio non può certo pensare di fermare Kobe con Bowen da solo perchè non esiste, e poi se Shaq è quello visto contro Minnesota Duncan per arginarlo ha sicuramente bisogno di un aiuto più concreto da Robinson visto che il metro e novantotto di Rose come secondo lungo sarà del tutto inutile con O'Neal. Minnesota esce per la settima volta consecutiva al primo turno, ma questa eliminazione non può essere minimamente paragonata alle altre, a mio parere hanno avuto solo la sfortuna di vincere un paio di gare di troppo nell'ultima settimana di stagione regolare, perchè con due vittorie in meno sarebbero finiti al n°6 e contro Dallas sicuramente avrebbero avuto vita molto più facile. Loro hanno voluto vincere fino in fondo, ma c'è chi questi calcoli assurdi l'ultima settimana li fa (vedi Orlando), ed è brutto a dirsi ma a volte pagano. Per il futuro Minnesota entra in una stagine cruciale per il proprio futuro, perchè Kevin Garnett entra nell'ultimo anno di contratto, e nonostante lui da persona molto seria quele è sembra fermamente intenzionato a rimanere, le tentazioni saranno tante, comincia però indubbiamente a pesare la mancanza delle scelte al draft che l'NBA ha tolto per l'affare Joe Smith, quest'anno dopo due anni potranno scegliere di nuovo al primo giro e un po di forza fresca non può far che bene, poi bisognerà vedere come investire i soldi che verranno recuperati dall'abbandono di Terrel Brandon, affare ancora da definire con la lega, ma a termini di regolamento essendo due anni che Brandon non gioca, il suo stipendio sarà escluso dal salary Cup.
Cosa ci aspetta nel secondo turno ? Sicuramente due battaglie ad ovest, ad est boh ?, mettiamocici d'impegno e buttiamo giù qualche pronostico, ad est i Pistons non dovrebbero essere un ostacolo insormontabile per i Sixers (4-1 per Phila), mentre la rivincità tra Nets e Boston è più equilibrata, con le azioni di Boston in netta salita dopo il primo turno, se si va alla settima vincono i Nets, ma se Boston riesce a bucare una delle prime due allora l'affare si fa diverso (4-2 per Boston che viene dal cuore). San Antonio Lakers a mio pare finirà come tutti gli anni, ovvero con i Lakers che vinceranno abbastanza bene (4-1), mentre la serie tra Kings e Mavs finirà alla quinta come lo scorso anno (4-1 per Sacramento).
Alla vigilia di un'estate calda come quella che ci attende si comincia a parlare di mercato, e il nome che sembra tenere maggiormente banco è quello di Jermaine O'Neal, la cui permanenza ad Indiana non è più scontata come sembrava tempo fa, come detto sopra l'idea di giocare accanto a Duncan per di più al massimo salariale attrae non poco O'Neal, è tornata alla carica anche Orlando (si vocifera di una telefonata esplorativa di TMac andata a buon fine). Payton potrebbe essere un affare che interessa molti soprattutto se le sue pretese non saranno eccessive, abbiamo detto di Portland, anche San Antonio sta in guardia, nel caso sia O'Neal che Kidd siano inarrivabili, alla finestra anche i Lakers che hanno qualche soldo da spendere. Miami sembra veramente intenzionata a ripartire dai giovani, ovviamente con il terzo peggior record della lega si guarda alla lotteria con attenzione (LeBron James o Carmelo Anthony), ma oltre alla loro scelta potrebbero anche cercare di ottenere quella dei Bulls, in caso non sia da lotteria, e per questo è previsto il sacrificio di Eddie Jones che piace molto a Paxon neo GM dei Bulls, che a parte Anthony e James, non sembrerebbero intenzionati ad aggiungere altri giovani ad un roster da liceo, il probabile ritiro di Mourning lascia mote porte aperte economicamente. Elton Brand come detto sembra destinato ai Suns, Miller verso Utah, e alla fine il contrattone a Sterling potrebbe strapparlo (giustamente) Odom, Olowokandi e Magette interessano Denver, ma si comincia a pensare anche all'estate del 2004, con due affari al momento di manicomio solo per chi le pensa, infatti nel 2004, saranno FA Garnett e Kobe, per il primo si sarebbe fatta avanti senza mezzi termini New York, ma con cosa lo pagherebbero ?, per il secondo Jerry West a Memphis starebbe spianando la strada per l'arrivo del suo ex pupillo, ovviamente fantascienza, ma l'ultimo tocco poi l'avrebbe dato addirittura uno dei due interessati Kevin Garnett dicendo che a lui interesserebbe davvero andare ai Lakers se Kobe andasse via, e allora qui per capirci qualcosa dobbiamo scomodare solo Isac Asimov, perchè immaginarsi queste trade in questa terra non è una scienza razionale.