SAS-LAL: Preview

Riuscirà  il fresco MVP a scrollarsi di dosso l'ombra dei Lakers?

Non sono passate neppure dodici ore dallo svolgimento delle gare 7 di due serie appassionanti come quelle fra Detroit Vs Orlando e Dallas Vs Portland, che già  l'attenzione della NBA si sposta sugli inevitabili secondi turni.

Fra quelli che il bracket mette a disposizione del pubblico planetario, il più consistente per nobiltà  cestistica è certamente il remake di una serie già  vista e rivista negli ultimi due anni: San Antonio Spurs contro Los Angeles Lakers.

Le due squadre più in forma del finale di stagione regolare si ritrovano così di fronte ancora una volta e i motivi di interesse sono tantissimi.

In questa stagione le due franchigie si sono trovate avversarie per quattro volte e i campioni del mondo in carica non hanno mai vinto, riuscendo invece solo a rimediare alcune delle peggiori magre del loro 2003.
Al contrario, la storia recente nei play-off degli speroni contro i californiani è da incubo: nelle analoghe serie 2001 e 2002, Shaq e compagni hanno fatto man bassa degli avversari, ignorando fattore campo e classifiche e creando un vero e proprio complesso a quelli che prima di loro erano stati i detentori dell'anello di numeri uno, anche se in una stagione dimezzata.

La stagione regolare delle due squadre ha seguito anche in questo caso due copioni già  visti ma estremamente coerenti. I Lakers, in palese crisi nei primi mesi dell'annata, si sono ritrovati alla distanza e pur avendo pagato l'inizio lento con una scarsa posizione nel ranking d'entrata nella post- season, hanno chiuso la stagione come una squadra in piena salute e con una fame almeno apparentemente ritrovata.

Gli Spurs invece non hanno mai fatto mistero delle proprie velleità  per questo 2003.

Pur con parecchi problemi iniziali di inserimento e di infortuni (vedere al capitolo Ginobili), la squadra è cresciuta molto in fretta nel rendimento facendo quadrato attorno a Tim Duncan e a concluso al pari degli avversari la stagione con una forma in assoluto progresso, concretizzando il sorpasso a spese dei cugini di Dallas solo a poche ore dalla chiusura dei giochi.

Sul campo le differenze sono altrettanto marcate, ma con qualche punto in comune.
Per i grigio neri texani, il perno del gioco e della squadra non può non essere il numero 21, il detentore del secondo titolo consecutivo di MVP della stagione, quel Tim Duncan che pur non possedendo i fisici di Garnett o Webber, la cattiveria di Wallace o la milizia di lungo corso di Malone (tanto per citare alcune ali forti non disprezzabili) li supera forse per la propria tecnica eccelsa, la propria capacità  di essere leader senza alzare la voce, il proprio approccio alle sfide più dure.

Attorno a lui però, gira una squadra che giustamente viene definita come la più europea del lotto. Difesa organizzata, gioco controllato tagli e schemi quasi d'altri tempi, sono un mix di enorme efficacia nel gioco degli Spurs, che non a caso nel primo turno di play-off hanno imbrigliato a dovere l'esuberanza fisica degli Suns, guidati da un terno di uomini dall'argento vivo addosso come Marbury, Stoudemire e Marion.

Nell'altro angolo invece, l'arma in più e l'uomo guida è e resta sempre Shaquille O'Neal, che pur non essendo l'MVP resta ad oggi il giocatore meno marcabile dell'intera lega.
I Lakers sono una squadra che a questo punto conoscono tutti molto bene. Da tre anni a questa parte hanno cambiato pochissimo e nonostante le loro armi siano ampiamente attese non è facile capire se gli Spurs avranno la capacità  di spuntarle.

Grande importanza avranno perciò gli uomini chiave della serie. Dalla parte dei texani, la vitalità  di due rincalzi di lusso come Rose e Ginobili potrebbe facilmente far saltare il banco se i gli avversari non metteranno in campo altrettanta intensità . Ginobili in particolare dovrà  vedersela con la versione cattiva della difesa made in Kobe e se supererà  l'ostacolo si potrebbe già  parlare di lui come un giocatore consacrato nel basket pro che conta.

Dalla parte angelina invece la curiosità  sarà  nel costatare se le liete sorprese Fisher e George avranno brillato per una serie sola o se la loro crescita continuerà  anche in questo secondo atto. Dal canto suo Robert Horry non ha più bisogno di riprove da tempo, ma anche in questa serie la sua importanza strategica continuerà  ad essere incalcolabile.

La parola al campo arriverà  già  questa sera, con una prima disfida nella città  di Alamo.

Ci si aspetta una gara meno adrenalinica di quella fra Dallas e Kings (notare che dopo 12 mesi i valori a livello di semifinale sono sempre e ancora quelli) ma come sempre da due maestri della tattica come Jackson e Popovich qualche sorpresa arriverà  di certo.

Alla prossima.

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