Chauncey Billups, immarcabile con altri 37 punti
Orlando @ Detroit 93-108
Tutto secondo pronostico anche se ci sono volute ben sette partite per decidere chi, tra i Pistons e i Magic, fosse la squadra migliore.
Per la settima volta nella storia del campionato di basket più bello del mondo, un team è riuscito a rimontare uno svantaggio di 1-3 per poi chiudere a proprio favore la serie; dunque si può parlare di impresa per i ragazzi allenati da coach Carlisle i quali, pur soffrendo a più riprese il gioco dell'avversario, sono riusciti a venir fuori dalla famosa buca, vincendo tre gare di fila e conquistandosi il diritto di sfidare nel turno successivo i Philadelphia 76ers di Allen Iverson.
L'ultimo confronto è stato, per Tracy McGrady, una vera e propria Via Crucis; il numero 1 dei Magic ha chiuso con 21 punti (13 dopo tre quarti di gioco), frutto di un pessimo 7 su 24 dal campo.
Sparare a zero su T-Mac sarebbe però sbagliato, visto che per tutta la stagione ha tenuto in quota i propri compagni con prestazioni di primissimo livello che, non dimentichiamolo, avevano contribuito ad inserire il suo nome tra quelli candidati per la conquista del trofeo di MVP.
L'opaca prestazione di The Big Sleepy ha fatto da "controaltare" alle buone prove di Chauncey Billups (37 a referto), Ben Wallace (7 punti, 12 rimbalzi e ben 5 stoppate) e soprattutto del rookie Tayshaun Prince, utilizzato dalla panchina ed autore di 20 fondamentali punti.
In particolare, l'impiego di Prince si è rivelata essere una delle mosse vincenti di Carlisle, il quale, dopo aver provato diverse marcature su T-Mac, ha trovato la soluzione a tutti i suoi problemi e siamo certi che molti parleranno già , esagerando forse un po', di "anti McGrady".
Il terzo quarto è stato quello decisivo con Detroit che riusciva a portare a termine l'allungo definitivo, spegnendo le residue speranze dell'avversario, in un clima di grande festa e con i tifosi che potevano tirare un sospiro di sollievo dopo aver temuto per una prematura uscita dai playoffs.
"E' stata una grande partita e ha vinto la squadra migliore. Noi siamo un team giovane e abbiamo commesso degli errori dal punto di vista mentale nelle situazioni cruciali"". Ecco le prime parole di un McGrady giù di morale, forse era quello che, dopo il 3-1, ci credeva di più, ma capace, nonostante la sconfitta, di riconoscere la superiorità degli avversari.
Più duro invece Giricek: "Non sono il tipo che accusa i compagni. Dico solo che ognuno di noi deve guardarsi allo specchio, essere onesto con se stesso e dire 'non abbiamo giocato con la dovuta intensità '. Sono certo che Tracy oggi fosse stanco ma è dall'inizio della serie che lo raddoppiano e triplicano. E' dura essere sempre al 100% ma lui è stato il motivo principale per il quale ci siamo trovati 3-1 nella serie.".
Rivers guarda già avanti: "Abbiamo un futuro. Per la prima volta da quando sono qui posso dire, senza pregare per le condizioni di salute di Grant Hill, che le cose per noi si stanno mettendo bene".
Ben diversa l'atmosfera nello spogliatoio di Detroit.
"Sono orgoglioso dei miei giocatori. Recuperare dal 3-1 ed entrare così nella storia è la giusta ricompensa per una vera squadra quale è la nostra" - il commento di Carlisle nel dopo partita.
Cala dunque il sipario su una serie che ha tenuto con il fiato sospeso i tifosi di entrambi i contendenti, regalando emozioni su emozioni e grandi giocate da una parte e dall'altra.
Alla vigilia si pensava che il vantaggio del fattore campo e soprattutto il fatto di essere più squadra, più gruppo, avrebbe permesso ai Pistons di tenere a bada con una certa tranquillità i Magic ma, come poi si è visto, se le previsioni della vigilia sono state rispettate, è anche vero che è stata necessaria una gara 7 per rompere l'equilibrio e dichiarare così un vincitore.
A sorprendere la critica ci ha pensato il supporting cast di Orlando, quando ormai in molti pensavano che si sarebbe assistito ad un ininterrotto one-man-show, protagonista ovviamente The Big Sleepy.
Solo a sprazzi, il talentuoso giocatore con la maglia numero 1 ha potuto contare sul valido aiuto dei compagni ma, alla fine, forse per un crudele scherzo del destino, è stato proprio lui a mancare l'appuntamento decisivo, stanco per le troppe attenzioni ricevute (leggi marcature asfissianti) e quindi non in grado di sferrare il colpo decisivo.
Spostandoci sul fronte dei vincitori, non si può non cominciare l'analisi partendo dal giocatore simbolo di questi nuovi Bad Boys, Ben Wallace. La sua presenza è stata in forse fino a poche ore dall'inizio di gara 1 ma alla fine il numero 3 è sceso in campo e subito si è visto quanto la sua presenza giochi un ruolo fondamentale sullo scacchiere di Carlisle.
Sotto canestro è stato fantastico ed è riuscito a spronare a dovere i compagni, anche quando le cose si erano messe male. Nello spogliatoio si è fatto sentire e sicuramente il suo carisma ha permesso alla squadra di ritrovarsi prima che fosse troppo tardi.
Encomiabile!
Infine, qualche parola su Tayshaun Prince. Come ho già detto, parlare di "anti T-Mac" può sembrare esagerato ma di certo il suo ingresso in campo ha creato qualche imbarazzo al leader di Orlando. Vi ricordate di Tyronne Lue e della sua marcatura su Iverson durante le Finale 2001?
Ebbene, Prince, vero e proprio "signor nessuno" durante l'intera regular season, ha svolto più o meno lo stesso compito dell'ex play dei Lakers, cercando di tenere a bada l'avversario e, alla fine, i suoi sforzi si sono rivelati determinanti, perché a lui Rivers non è riuscito a trovare una contromisura.
Adesso si prospetta un altro duello che promette scintille. Tra la Città dell'Amore Fraterno e la Motown sarà infatti battaglia vera, senza esclusione di colpi, con in premio la Finale della Eastern Conference.
Big-Ben, Hamilton e la grande difesa dei Pistons da una parte, Allen Iverson e la tenacia dei Sixers dall'altra. Si, ancora una volta ci sarà da divertirsi.
Stay tuned!