Iverson e Snow si abbracciano, hanno appena raggiunto le semifinali della Eastern Conference.
Con un quarto quarto di grandissima intensità i Sixers vincono gara 6 contro gli Hornets (107-103 il risultato finale).
Iverson e compagni si aggiudicano la serie per 4 a 2, approdando alle semifinali della Eastern Conference dove ad attenderli ci sarà la vincente di gara7 tra Detroit e Orlando attualmente sul 3 pari.
La sesta sfida tra Philadelphia e New Orleans ha visto le due squadre combattere fino all'ultimo possesso. Gli Hornets, con le spalle al muro non potendo più sbagliare, si sono lanciati in una gara tutto cuore e discilplina, cercando buone soluzioni in attacco, specialmente in uscita perimetrale per il tiro dei suoi esterni o per il loro uno contro uno. In più occasioni, gli Hornets, hanno tentato quello strappo necessario per non arrivare punto a punto nel finale. E quasi ci riuscivano (+10 il massimo vantaggio degli Hornets a pochi minuti dalla fine).
All'inizio dell'ultimo periodo, il tabellone indicava un + 4 per i padroni di casa. Punteggio che nel giro di pochi minuti ha preso una consistenza maggiore, grazie soprattutto a Jamal Mashburn ed a David Wesley.
“The Mash”. reduce dall'infotunio alla mano destra che ha condizionato questo primo turno di playoff, è in grande serata, conduce i suoi verso quello che a 5 minuti dalla fine sembra a tutti il match del pareggio, a quota 3. La sua partita alla luce delle sue condizioni è spettacolare, segna 37 punti con 14 su 27 dal campo,in 43 minuti.
Con gli Hornets avanti in doppia cifra, la partita sembra essere sotto controllo di coach Silas. I problemi iniziano con l'accumularsi dei falli tra gli esterni di New Orleans.
Primo fra tutti a subire qualche fischio “pesante” è David Wesley. Out per sesto fallo a 3'04″ dalla fine con il punteggio sul 101 pari. Wesley ha giocato un'ottima partita, risultando più decisivo di quanto non lo sia stato in queste prime 5 gare. Il suo bottino personale in gara 6 dice 19 punti, in 30 minuti, con 8 su 16 dal campo.
Dall'altra parte sempre e comunque un solo nome su tutti, Allen Iverson, 45 punti in 47 minuti, 14 su 30 dal campo,14 su 18 ai liberi, 7 rimbalzi e 4 assist. The Answer” si rivela ancora una volta l'uomo chiave della squadra di coach Brown, e conferma più che mai quanto sia sacrosanta la sua convocazione in nazionale pervenutagli in via ufficiale nei giorni passati. Tutto questo, non solo per i 45 di una gara 6 giocata punto a punto ( e sarebbero forse sufficienti), ma anche e soprattutto, per l'assoluta leadership mostrata nei possessi finali, condottiero di una squadra che “da solo” ha già portato ad una finale NBA (2001-2002).
E' vero, la pallacanestro non si può spigare solo con i numeri, anzi, sono personalmente convinto che la passione che lega tutti noi a questo sport, sia spesso rappresentata da un gesto non necessariamente leggibile a tabellino, ma la valutazione della grandezza di un giocatore, di un campione, non può prescindere dall'analisi dei suoi score nei momenti “che contano”, quelli che fanno “buttare la pasta” alla mamma e che decidono le partite.
Siamo tutti d'accordo che, in questa particole analisi, il più grande di sempre si è appena ritirato per la terza volta, e probabilmente dovremmo esserlo anche nel valutare AlleI come uno dei due/tre giocatori NBA che , oggi come oggi, rendono al meglio quando la palla scotta, quando il tiro vale sì due punti, ma quelli della vittoria.
Il tre volte miglior marcatore della lega ha segnato 15 punti dei suoi 45 totali, nel quarto periodo, copreso tra questi un incredibile canestro a 10″ dalla fine della gara che ha di fatto consegnato la vittoria ai Sixers. A fine gara il coach avversario commenta così la perla di “the Answer”:
“…the shot that Iverson hit at the end was a miracolous shot – a bank shot from dead on. A big time player stepped up.”
Come aveva previsto coach Brown ad inizio serie, era fondamentale per Phila ottenere sia il controllo di tabelloni, sia dei punti da mani alternative a quelle di Iverson. Ieri sera è toccato a Keith Van Horn dare delle risposte in campo al suo coach e ai suoi compagni. E lo ha fatto con una prestazione da 18 punti e 18 rimbalzi. Partita da incorniciare per Van Horn, il quale si è visto riconoscere meriti tipici dei lottatori ( quali a d esempio i rimbalzi contestati), aspetto che non ha mai “sponsorizzato” al meglio il suo gioco talentuoso.
Iverson commenta entusiasta così la prestazione sotto i tabelloni di Van Horn:
“Keith rebounding the basketball was really big. We needed that against that squad. That's the biggest team I've played against. They really crash the boards”
Anche il suo coach, Larry Brown ha avuto per lui parole molto positive, quasi avertisse la necessità di un Van Horn più costante (su questi livelli) e lo volesse caricare ancor di più in vista dei turni successivi:
“I told the guys in the locker room to give him a standing ovation. To have the kind of game He had tonight, I'm prud of him”.
Nell'elogio dei singoli, dobbiamo sottolineare anche la gara di Snow (8 punti e 9 assist)e di Derrick Coleman (16 punti e 4 rimbalzi).
Nelle file di New Orleans l'amarezza è tanta. La stagione finisce nel momento in cui la squadra aveva raggiunto il suo apice di forma e di gioco, e qualche rimpianto resta. Per spiegare una sconfitta in una serie che in casa Hornets si puntava chiaramente a passare, reputandola più che alla propria portata, risulta facile legare questi rimpianti alla causa “infortunati”.
Oltre a Mashburn, coach Silas ha avuto Baron Davis (soprattutto in gara1) con i soliti problemi al ginocchio che lo hanno tormentato durante questa stagione. “Il Barone chiude con [B]21 punti (8/13 dal campo) e 11 asssist in 34 minuti.
A fine gara Silas ha espresso anche il desiderio di restare sulla panchina degli Hornets a New Orleans, essendo di essere orgoglioso dei miglioramenti fatti dalla franchigia, avendo un ottimo legame con giocatori e con i tifosi:
“I think we'll sit down and we'll probably work something out. This is certainly my first preference. I love my guys, I love the city. The fans ha ve been behind us 100 percent. This is were we want to be. I hope everything works out”
Ora si aspetta la sera del 5 maggio per sapere chi sarà l'avversaria di Philadelphia nelle semifinali della Eastern Conference. Orlando e Detroit si batteranno per esserci, e a chi si augura di vedere sul parquet lo scontro fra le due superstar AllenI e TMC, si contrappone chi sussurra Detroit per giustizia divina…staremo a vedere.