Kobe nell'ultimo quarto ha stupito anche Jack Nicholson
Minnesota Timberwolves 85 @ L.A. Lakers 101
Pratica archiviata, lavoro effettuato.
Anche per questo 2003 la tradizione è stata rispettata. I Minnesota Timberwolves non sono riusciti a sfatare la tradizione che li vuole perdenti al primo turno di play-off. I Lakers invece hanno prolungato la striscia che li vede protagonisti ininterrottamente da sette stagioni delle semifinali di conference.
Tutto questo è il risultato di una serie terminata per 4 a 2, il cui atto finale, svoltosi la notte scorsa, ha forse un po' deluso dal lato del pathos e dello spettacolo, ma ha consacrato in pieno la forza mentale e la capacità di auto migliorarsi dei campioni del mondo.
In sostanza il vincitore di questo primo turno appare in tutto e per tutto il coach zen, Phil Jackson.
L'allenatore dei giallo-viola ha optato ieri sera per una rotazione praticamente limitata a sette elementi del roster a disposizione e nonostante il perdurare dell'assenza per infortunio di Fox (per lui si parla di un ritorno non prima di gara 3 contro gli Spurs), tutta la squadra è sembrata rispondere al meglio alla chiamata, limitando le armi degli avversari in difesa e svolgendo un compito più che onorevole in attacco.
La storia della partita in fondo non è durata per più di un quarto e mezzo. Nei primi dodici minuti infatti, la squadra di Kevin Garnett ha tentato di mettere alla frusta i padroni casa e il parziale di 30 a 25 in favore dei T-wolves con il quale si è chiuso il quarto, ha dato morale al probabile futuro MVP.
Questa volta però, i Lakers non hanno voluto aspettare l'ultimo quarto per piazzare la zampata. Nel secondo quarto la difesa è cresciuta soprattutto nei giochi sul perimetro e Minnesota è stata lasciata a soli 13 punti segnati dal campo.
A chiudere la partita ci ha pensato poi un po' di scoramento degli ospiti, incapaci di reagire all'onda d'urto degli avversari e soprattutto ci hanno pensato le due stelle del duo Shaq - Kobe.
In una partita nella quale dovevano dimostrare maturità innanzitutto, i due capitani angelini hanno saputo dosare gli sforzi ad arte e dividersi egualmente il proscenio. O'Neal ha segnato i primi 9 punti dei suoi, chiudendo la gara con una tripla doppia mancata solo per un fallo di Nesterovic su Horry (24 punti, 17 rimbalzi e 9 assist).
Kobe ha invece chiuso definitamene i giochi segnando 14 dei suoi 31 punti totali nell'ultimo quarto e mettendo a referto anche 8 assist e un campionario di numeri stilistici davvero impressionante. Il resto della truppa si è perciò potuto limitare ad assecondare il ritmo comandato dalla panchina e scandito dalla Combo.
Alla fine Robert Horry si è concesso 11 punti, 10 rimbalzi e 6 assist mentre Devean George si è fermato a 12 punti, 8 rimbalzi e 5 assist.
Da ricordare che i T-wolves hanno perso questa serie non certo ieri sera. Dopo la mazzata di martedì, la squadra non ha avuto la freschezza mentale per voltare pagina e le cifre dell'ultima sfida hanno soltanto ratificato una sentenza già scritta.
Alla fine Minnesota ha distribuito 15 assist meno di L.A. (19 a 34), ha tirato da 3 con il 16.7% e ha segnato 10 punti meno (30 a 40) in zona pitturata.
Come sempre, Kevin Garnett ha lottato come un autentico campione. 18 punti, 12 rimbalzi e 5 assist sono cifre che in una gara come l'ultima non riescono ad avere l'enfasi che meriterebbero, ma alla fine sono le uniche che avrebbero potuto fare la differenza in una squadra che ha visto Hudson limitato a "soli" 18 punti e uno Szczerbiak che pur segnando 14 punti non è stato mai un fattore nell'economia dello scontro.
Discorsi da analisi postuma. Discorsi da futuro.
Quello che oggi resta sono le parole del capitano verde-blu: Sono arrabbiato. Abbiamo fatto vedere tante cose buone in questa serie. Li abbiamo testati e gli siamo stati incollati, ma loro hanno cambiato marcia quando hanno dovuto. Noi no.
Dal canto suo, coach Jackson ha elogiato la sua guardia numero 8 più di tutti, ma dopo avere conquistato la tredicesima serie di play-off consecutiva, il pensiero è già per i prossimi avversari. Come nel 2001, come nel 2002 gli Spurs attendono i Lakers. Sulla carta sono più forti.
Sul campo si vedrà .
Alla prossima.