Le penetrazioni di Bryant hanno aperto la scatola per l'attacco angelino
L.A. Lakers 120 @ Minnesota Timberwolves 90
Nel tennis si dice che il settimo game di un set sia quello spesso decisivo e chi vuol conquistare un break debba provarci proprio nel settimo game.
Nel basket la cosa non è poi così automatica, ma gara 5 in una serie al meglio delle 7 è risultata spesso la partita decisiva.
Alla loro seicentesima gara di play-off, i Lakers hanno imparato bene la lezione e inattesa come un fulmine a ciel sereno è arrivata la spallata forse decisiva per i destini della serie di primo turno contro i T-wolves.
Le premesse non sembravano favorire la squadra di coach Jackson, con i padroni di casa che gara 1 a parte, erano sembrati superiori come difesa e intensità e capaci di vincere una gara addirittura in over time e privi del proprio capitano.
Una volta scesi sul campo del Target Center però, i Lakers hanno subito voluto dimostrare come l'esperienza nel giocare partite "pesanti" possa contare tanto quanto la voglia di emergere fra i Top Team della lega.
I giallo viola hanno sostanzialmente dominato la gara della scorsa notte, infliggendo un distacco massimo di 33 lunghezze e chiudendo la contesa con l'eloquente risultato di 120 a 90.
Tanto per cambiare in più, la squadra ospite non ha dovuto rimettere sulle spalle delle sue superstar tutto il peso della sfida. Per una volta è stato il collettivo dei Lakers a dimostrarsi superiore a quello di Minnesota, con una prestazione generale di grande equilibrio e intensità .
Certo, Bryant e O'Neal hanno combinato per 59 punti totali (32 e 27) e 19 rimbalzi (8 e 11), ma le cifre del resto degli angelini sono state da serata di lusso. Robert Horry e Devean George, quest'ultimo schierato per Fox, hanno marcato 12 punti a testa, ma il numero 3 ha saputo metterci 8 rimbalzi e 6 assist, annichilendo letteralmente un nervoso ed impreciso Wally World autore di soli 7 tiri dal campo e di 4 palle perse in 39 minuti.
Dal canto suo, Derek Fisher si è riservato il titolo di giocatore della serata, siglando una gara da 24 punti con 8 su 10 dal campo (5 su 7 da tre) 4 rimbalzi, 3 assist e 4 palle rubate e riportando sulla terra il diretto avversario Troy Hudson. La guardia di Minnesota pur esprimendo la solita generosità , non ha potuto andare oltre i 14 punti, con 5 su 16 dal campo e i 7 assist.
Ma la difesa di Los Angeles ieri sera era di quelle arrabbiate e concentrate, il che ha fruttato una percentuale dal campo per i padroni di casa del 42.9% con addirittura 17 palle perse forzate. Un segno inequivocabile della pressione alla quale sono stati sottoposti i T-wolves e forse anche del pizzico di nervosismo di troppo che si sono ritrovati a gestire i compagni di Garnett.
E' giusto dire i compagni, perché il capitano di Minnesota è stato come sempre l'ultimo ad abbandonare la nave. Nonostante 3 palle perse, la sua gara da 25 punti e 16 assist ha tenuto in linea di galleggiamento la squadra fino all'inizio del terzo quarto, prima dei 36 punti in dodici minuti dei giallo viola che hanno chiuso in pratica la partita.
Nel dopo gara le reazioni dagli spogliatoi sono state ovviamente molto diverse. “L'esperienza paga” – ha detto Bryant – “In partite come questa semplicemente noi sappiamo cosa fare”.
Anche coach Jackson si è sbottonato più del solito, sintomo che questa gara era temuta davvero dallo staff tecnico dei Lakers. “Questa è la squadra che cercavo. Siamo stati difensivamente efficaci, limitato i turnovers e trovato uomini liberi per tiri da tre comodi. Fisher in particolare mi è sembrato ispirato e coinvolto. O'Neal poi ha dominato dentro e Kobe ha giocato un grande secondo tempo. Sono contento”.
Per Minnesota ora è il momento di guardare oltre. “Si tratta di vincere o morire” – dice capitan Garnett – “Abbiamo tutta la confidenza del mondo e abbiamo già sbancato lo Staples. Spero che loro non pensino davvero che sia finita o che ci arrenderemo, perché noi siamo ancora pronti ad arrivare e lottare”.
Il vantaggio adesso è di nuovo per i Lakers che giovedì proveranno a chiudere la contesa e a raggiungere le semifinali di conference per il settimo anno di fila.
Alla prossima.