Iverson (22p), batte il Barone (34p) nella quarta sfida tra Sixers e Hornets.
Ieri sera alla NewOrleans Arena è andata in scena la quarta sfida tra Sixers e Hornets. Con il punteggio di 2 a 1 a favore degli ospiti, gara4 si preannunciava come, potenzialmente, l'ultima di playoff in casa per gli Hornets.
Si', perchè gara5 sarà giocata al First Union Center di Philadelphia, mercoledì sera e ,vista la vittoria di ieri 96-87, Iverson e soci si ritroveranno in mano un match ball prezioso e più che mai da sfruttare. Ovviamente dall'altra parte non si isserà bandiera bianca, ma è indubbio che la strada degli Hornets verso Philadelphia sia in ripida salita.
Il motivo principale di questo pessimismo verso gli Hornets, deriva dagli equilibri precari mostrati ieri sera. Indubbiamente l'assenza di un giocatore, con nelle mani il ventello facile, come Jamal Mashburn, è la spiegazione più ovvia alle difficoltà espresse in fase offensiva dai padroni di casa. In più occasioni è stato evidente che Baron Davis fosse l'unico terminale costante della squadra di coach Silas.
Mashburn sarà quasi certamente out per il resto della serie, la distorsione all'indice della mano destra, avvenuta in gara 2, necessita di 10 giorni di riposo, il chè vuol dire che lo rivedremo soltanto in caso gli Hornets passassero il turno. A questo punto l'ipotesi pare assai remota.
Gara4 è stata caratterizzata da diversi blackout per ambo le squadre. In più circostanze sono volati parziali netti che parevano chiudere le sorti dell'incontro. Decisivo è stato l'allungo di Phila nell'ultimo quarto, ma fin dalla prima frazione gli “strappi” non sono mancati.
Un buon avvio di partita del Barone e di PJ Brown (37', 11p, 9r), caratterizza l'allungo iniziale dei padroni di casa, ma strigliati nel timeout da coach Brown, i Sixers infliggono un controparziale (di 19 a 7) che ribalta gli equilibri. Da un + 7 palla in mano, gli Hornets vanno al -5 di chiusura del primo quarto (25-20).
In queta frazione emergono i punti salienti della serie. Da una parte la gestione dei raddoppi fuori dal perimetro su AllenI, dall'altra la condizione atletica del Barone, e in particolare del suo ginocchio sinistro.
In casa Sixers la palla è sempre nelle mai del “3”, il quale forza diverse conclusioni (chiuderà con 9 su 28 dal campo), ma tuttavia questa scelta sembra…pagare. Nonostante Iverson non gonfi la retina con continuità , il suo gioco palla in mano, chiama spesso il lungo avversario a raddoppiare e questo apre spazi per scarichi e per rimbalzi offensivi.
Proprio a rimbalzo sotto i tabelloni degli Hornets, c'è una delle chiavi di lettura del successo di Phila. Van Horn (7r,13p), Coleman (6r, 11p), e Kenny Thomas (11p, 8r), a turno sfruttano bene gli spazi in zona pitturata.
Soltanto un finale di primo tempo d'autore di Baron Davis (12 su 19 dal campo, 34 punti in 42 minuti)consente agli Hornets di non naufragare, segna gli ultimi 10 punti di New Orleans, prima dell'intervallo (52-45 Sixers). Il secondo tema d'interesse della partita è quindi di facile analisi, il Barone sta benone, almeno così pare.
E' proprio in questi minuti, che la sensazione della serata storta per i padroni di casa, prende piede. Infatti è evidente che Phila conduca la gara nonostante un Iverson sotto tono al tiro, e che per contro, Silas debba sperare che la sua stella inventi giocate solitarie.
Il cast di supporto, infatti, non esegue la propria miglior prestazione. Wesley esce bene dai blocchi, ma conclude male, tutto sommato fa' il suo (12p, 2/4 da 3), ma da lui, in contumacia Mashburn, ci si aspetta di più a referto.Le palle perse sono state il tallone d'achille per gli Hornets, 5 perse per Wesley che a fine gara dichiara
“we had turovers, not enough assist, and didn't win the rebounding war”
Jamaal Magloire “non è in serata” (finirà con 7p, 1su7 dal campo in 39'), e Lynch contribuisce alla causa con soli 5punti (2 su 11, in 31', con 7r e 5ass). Alla fine è sempre il Barone a tirare la carretta, escluso il suo personale 12 su 19 dal campo, il resto della squadra raccoglie un modesto 20 su 56, sotto il 36%.
Confrontando questo dato con quello corrispondente in casa Sixers, si nota che,escluso “the Answer”, il resto della squadra ha realizzato dal campo un eccellente 25 su 52, quasi il 50%. Questo scout spiga gran parte del risultato finale.
Ciò nonostate la partita è stata combattuta, almeno fino al suo momento clou nel quarto periodo, come in gara3. E la lezione precedente è stata ben assimilata da Brown e i suoi.
Gara3 aveva visto uscire vincitori gli Hornets, grazie ad un quarto quarto strepitoso per intensità ed efficacia. Ieri, in gar4, il copione è stato lo stesso, ma a parti invertite.
“It was just a completely different quarter for us” dichiarerà a fine gara un euforico Keith VanHorn
Eric Snow (17 punti,5/8 dal campo, 6/8 tl, 6r, e 12 ass) ha preso i suoi per mano (le percentuali di Wesley hanno una causa), ha guidato la difesa serrando le righe e chiudendo ogni spiraglio verso il ferro. Ha gestito con attenzione palloni importanti in attacco, permettendo ai suoi di soffocare le ambizioni degli Hornets.
A fine gara le dichiarazioni dei protagonisti sottolineano proprio questa differenza di intensità nei 12 minuti finali. Il Barone sconsolato ammette “…hanno lottato più di noi, mettendo più energia sul campo, questo è il motivo della sconfitta”.
Coach Brown, che nei giorni scorsi aveva ampiamente elogiato Silas, non ha risparmiato complimenti ai suoi ragazzi per aver costruito nella propria metà campo la vittoria in questa quarta sfida.
L'81 a 80 dopo un canestro di Wesley da il via al 13-2 di parziale (94-82) che chiude le sorti dell'incontro. In questo rush finale a decidere sono Snow, con un mid-range dai 5 metri, Iverson (con il primo canestro dopo 11 errori di fila e Coleman (contro PJ Brown).
Le considerazioni finali in vista di gara 5 mercoledì a Philadelphia, sono molteplici. Sulla sponda Sixers la vittoria ha dato un'ovvia iniezione di fiducia. Non tanto per il 3 a 1 complessivo della serie (peraltro importantissimo) quanto perchè la squadra si è dimostrata tale, proprio in una serata in cui la loro stella è apparsa un pò in ombra.
Pur essendo il miglior marcatore dell'incontro, con 22punti, “the Answer” ha realizzato il bottino personale più “scarso” della sua serie playoff, nella quale viaggiava alla incredibile media di 37.3 punti a uscita, frutto del “55” di inizio serie.
Sulla sponda Hornets, la volontà di recuperare c'è. Coach Silas, a fine gara, ha ripetuto “We're going to battle”, evidenziando l'intenzione di giocarsi fino in fondo questo primo turno di playoff.
La statistica, così puntuale nelle analisi prepartita NBA, non porta buone novelle a chi rincorre 3 a 1.
Nella storia delle sfide al meglio delle 7 gare, soltanto 6 volte una squadra ha recuperato questo svantaggio (mai nessuna ha recuperato un 3 a 0). Lo ha fatto Boston nel '68, LosAngeles, Washington, Boston '81,Houston '95, e Miami '97. Nel panorama playoff NBA, pare quindi che il vantaggio 3 a 1 sia una sorta di cassaforte impenetrabile, difficile da aprire, difficile da espugnare.
Non ci sarà Lupen a provarci, bensì il Barone. Va bene lo stesso. Siamo sicuri che gara 5 sarà una battaglia senza domani e ciò rende ancora più bello questo spettacolo playoff.