Zach Randolph, il migliore in campo, va a canestro su LaFrentz.
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TRAIL BLAZERS 98, MAVERICKS 79
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Non c'era molta fiducia nell'Oregon su una vittoria dei Blazers, ad inizio partita il tabellone luminoso annunciava molto esplicitamente che “sono già in vendita i biglietti per la stagione 2003-04”. Invece, grazie ad una inopinata serataccia offensiva dei Mavs e a qualche protagonista inatteso, i rossoneri sono riusciti ad evitare il record negativo di 11 sconfitte consecutive ai playoffs, regalando a coach Cheeks la prima W in postseason della sua carriera.
La gara era iniziata secondo un canovaccio ormai consueto: i padroni di casa guardano con malinconia in panchina, dove Sabonis (ottimo in Gara 3) si aggiunge a Pippen e Anderson, e i Mavs partono subito forte (10-4); i Blazers restano a galla grazie al solito “game plan”: attaccare furiosamente il canestro per cercare di caricare di falli i lunghi avversari e poter così spadroneggiare a rimbalzo.
Qualcosa però sembra cambiare, rispetto alle altre gare della serie: i texani hanno inspiegabilmente le polveri bagnate, tirano male e difendono peggio, e per la prima volta nella serie gli oregoniani chiudono il primo periodo in vantaggio, anche grazie al fatto che i quattro lunghi dei Mavs (Bradley, LaFrentz, Najera ed Eschmeyer) alla prima sirena hanno 8 falli complessivi a loro carico.
I tifosi di casa non fanno in tempo a sperare in una possibile W che nel secondo quarto Nowitzki e Van Exel mettono la quarta, facendo pensare ad un'altra debà cle dei rossoneri: il tedescone ne mette 17 nel quarto, Van Exel serve un paio di assist al bacio a LaFrentz, e soprattutto mette a segno un fantastico buzzer-beater da metà campo che permette ai suoi di chiudere in vantaggio di tre il primo tempo: i Blazers nell'intero secondo periodo non sono mai andati in lunetta.
La svolta della gara arriva nel terzo periodo: i padroni di casa, trascinati dall'esplosivo Zach Randolph (12 per lui nel periodo), piazzano un micidiale parziale di 21-0 (all'interno di un quarto da 33-10) che chiude sostanzialmente la gara; tutto ciò grazie alla solita strategia di andare continuativamente “to the hole” (17 liberi tentati nel quarto contro i 2 degli avversari, in tutta la gara saranno 42 contro 13 e il solo Dale Davis tirerà tanti liberi quanto tutti i Mavs messi assieme), ma soprattutto ringraziando una clamorosa astinenza offensiva dei texani, che mettono solo 4 tiri su 19 tentativi (di cui 2 di Nowitzki), e i loro miseri 10 punti nel quarto rappresentano il record negativo di squadra per quanto riguarda i playoffs.
La partita sostanzialmente finisce qui, nel quarto periodo Nelson getta rapidamente la spugna dando il via ad un inconsueto garbage time, anche per concedere un po' di meritato riposo alla sua stella: in tre partite e tre quarti di gioco Nowizki è stato in panchina per 2 minuti complessivi!
Si torna così nel Texas con la serie sul 3-1 per Dallas, un risultato che non lascia quasi nessuna speranza ai rossoneri: nessuno ha mai recuperato da uno 0-3 ai playoffs, e difficilmente questa impresa potrà riuscire agli schizofrenici Blazers; ciononostante la brutta sconfitta non è per nulla piaciuta ad allenatori e giocatori; secondo Nowitzki l'atmosfera nello spogliatoio era talmente cupa e surreale da far sembrare che i texani avessero perso la serie, e le dichiarazioni di Nelson nel dopo gara non sembrano affatto quelle di un allenatore ad un passo dal passare il turno: “Dovremo parlare fra di noi di questa partita, e soprattutto di quel terzo periodo: non so nemmeno io dire che cosa è successo, so solo che è stata una grossa delusione: hanno giocato meglio di noi, hanno giocato con più grinta di noi, hanno fatto tutto meglio di noi. E' ovvio che alcuni dei nostri giocatori non erano pronti per giocare questa partita, e questo è qualcosa che non riesco a comprendere.
Sopratutto Steve [Nash] è stato un enigma: non è che non abbia mai fatto una brutta gara, ma io non l'ho mai visto giocare così male in vita mia. Mike [Finley] invece non è stata una grossa sorpresa in negativo: non sta bene, lo sapevamo, stiamo cercando di stargli accanto e dargli tutto il nostro apporto per farlo tornare ai livelli di prima dell'infortunio.”
Le grandi delusioni della serata sono stati proprio due dei “big three”, Nash e Finley: il canadese è andato in bianco (0 punti, 3 assist e 4 palle perse), l'ex Suns ha fatto poco meglio (7 + 5 con 3/12 dal campo e 1/5 da tre); Bradley è stato impalpabile e Najera, sempre determinante finora nella serie, non ha preso nemmeno un rimbalzo. Si è salvato il solo Van Exel (18 e 7 assist con una sola palla persa in 27 minuti), mentre Nowitzki ha fatto fuoco e fiamme nel terzo periodo ma è stato pure lui pessimo negli altri (9 punti).
Dal punto di vista dei padroni di casa, non si possono che sottolineare le ottime prestazioni di Dale Davis (12 + 6 e ben 13 volte in lunetta in soli 28 minuti, a causa di un colpo fortuito ad un occhio che lo ha tolto anticpiatamente dalla gara) e Stoudamire, una spina nel fianco per i Mavs e soprattutto per Steve Nash in tutta la serie: 17 punti, 11 assist e 5 rimbalzi; ottimo anche Wells, autore di una prestazione da vero all-around (16 punti, 8 rimbalzi, 4 assits, 5 palle rubate e nessuna palla persa). Il miglior giocatore della gara è stato senza dubbio Zach Randolph: 25 punti, 15 rimbalzi e una presenza dominante sotto i tabelloni, soprattutto nel decisivo terzo periodo che ha spaccato un due la gara.
Ancora deludente, nonostante le cifre, Rasheed Wallace: 23 punti e 5 rimbalzi, cifre messe assieme quasi interamente con la gara già in ghiaccio per i suoi.
Che cosa aspettarsi ancora da questa serie? Dopo aver sfatato la maledizione che li attanagliava ai playoffs, i Blazers hanno il morale altissimo: Pippen sta lavorando duramente per poter essere della partita in Gara 5, ma in ogni caso le possibilità per i Blazers di vincere tre gare consecutive, di cui due a Dallas, sono limitatissime, praticamente inesistenti. Innanzitutto è impossibile sperare che i Texani incappino di nuovo in una serata da meno di 80 punti segnati, e che due dei Big Three sbaglino completamente la partita mentre il terzo fa fuoco e fiamme solo per un quarto; inoltre le chiavi della serie non sono cambiate: Randolph, Stoudamire e Dale Davis stanno dando più di quello che ci si aspettasse da loro, e verosimlmente potranno essere importanti anche in futuro: ma Pippen, se anche riuscirà a scendere in campo, sarà lontanissimo dalla forma migliore, e Wallace è totalmente uscito dalla serie dopo l'infortunio nel terzo quarto di Gara 3.
A coach Cheeks e ai suoi non resta che giocare alla giornata, prendere ogni partita come una storia a se', senza lasciarsi distrarre dal quadro generale.
I Mavericks in Gara 5 hanno un ghiotto match-point da non lasciarsi sfuggire: una loro W è ampiamente prevedibile, ma con una squadra come i Mavs non si sa mai. Fino ad ora nella serie hanno tentato più triple che liberi (72 a 63), e questo li costringe a giocare sempre sul filo del rasoio: basta uno “slump” di tiro di una decina di minuti e gli avversari scappano via.
E' successo in Gara 1, ma i Blazers hanno sbagliato una infinità di canestri facili, portandosi in vantaggio di 10 anzichè di 20 punti; è successo in Gara 4, e la partita è scivolata via rapidamente.
Il tutto è complicato dal fatto che l'arma principale della squadra, il pick and roll Nash-Nowitzki, è spuntata: il tedescone sta giocando alla grandissima e ha vino due gare su tre praticamente da solo, il canadese ha giocato all'altezza delle sue possibilità e della sua (meritata) fama solo una gara su quattro, a causa dell'enorme consumo di energie fisiche e nervose cui lo costringono gli esterni avversari, che lo attaccano dal palleggio ogni volta che hanno il pallone.
In conclusione, il pronostico resta chiusissimo a favore dei texani, che però devono assolutamente chiudere i conti in Gara 5: se dovessero perdere all'AAC, rischierebbero di veder riafforare la paura di vincere, l'insicurezza nei propri mezzi e le difficoltà nel rendere al meglio nelle partite decisive, incubi ricorrenti che hanno agitato il sonno dei ragazzi di Cuban in questa stagione.