Tim Thomas pare davvero rigenerato in questo finale di stagione
Questa gara 4 è stata una partita infinita. I Nets erano partiti alla grande, andando avanti 24-11 nel primo quarto, ma i Bucks avevano rimontato e complice un grande terzo periodo, con Tim Thomas sugli scudi con tre triple e 12 punti, avevano portato il vantaggio in doppia cifra e quando Cassell metteva a segno la tripla del più 14 a 6 minuti e 34 secondi dal termine (99-85) la partita sembrava irrimediabilmente compromessa per i Nets.
Ma a quel punto succedeva l'inimmaginabile con i Bucks capaci di segnare un solo punto da lì fino alla fine della gara e con New Jersey che sprecava una quantità industriale di tiri liberi (negli ultimi 4 minuti ne hanno realizzati solo 4 su 13). Arrivavano poi gli errori di Kukoc e Kidd per mandare la gara ai tempi supplementari, dove Kukoc si riscattava realizzando due triple fondamentali e dando così la vittoria alla sua squadra.
Vittoria di fondamentale importanza che adesso trasforma la serie in una miniserie a tre partite, in cui tutto può succedere.
Proprio il croato è stato un grande protagonista con 23 punti e 6 rimbalzi e un ottimo 4 su 6 dalla linea dei tre punti: " In gara tre non aveva segnato molto ed avevamo perso - ha detto Payton - così sono andato da lui dopo la partita e gli ho detto che la nostra squadra aveva bisogno che lui fosse più aggressivo. Credo di avergli messo la pulce nell'orecchio. E' un grande giocatore ed è determinante per noi perché ha esperienza e sa come si vincono le gare nei playoffs".
Il croato dal canto suo ha detto: " Non abbiamo cominciato la gara come ci eravamo imposti di fare, e gli arbitri sembravano più nervosi dei giocatori, ma dopo il terzo quarto credevo che la gara fosse finita. Ma quello che è successo è l'ulteriore riprova che nei playoffs le gare durano 48 minuti".
Continuando con l'intervista l'ex-Bulls, che mancava ai playoff dal 2000 quando li disputò con i 76ers, ha detto: " E' una gran cosa essere tornato a giocare i playoffs, mi sto godendo ogni minuto in campo, ed è bello stare qui a giocare a basket, invece che giocare a golf e guardare le partite in TV".
Parlando degli arbitri, dopo le polemiche di gara 3 sono stati scelti dalla Lega Dick Bavetta e Steve Javie, arbitri notoriamente dal pugno di ferro, che hanno controllato la partita, a volte esagerando anche vista l'incredibile quantità di falli fischiati, ben 67 con 6 tecnici.
George Karl ha detto che la sua squadra è stata brava a vincere, nonostante certe chiamate un po' fiscali degli arbitri. Riguardo la partita invece si è pronunciato così: "Non sono certo del come e del perché abbiamo vinto questa partita, ma sono certo di essere orgoglioso di questa vittoria". Prendiamo atto che l'allenatore più pagato della Lega non sa spiegare i perché di una vittoria e ci proviamo noi.
Innanzitutto decisivi sono stati gli errori dalla lunetta dei Nets, ma anche la grande difesa di Payton su Kidd e l'ottimo terzo quarto della squadra, poi Kukoc e Redd che hanno messo tiri decisivi nei tempi supplementari.
In casa Nets invece c'era molta delusione per non essere riusciti a portare a termine una clamorosa rimonta, essendo ben consapevoli che gli errori dalla lunetta sono stati decisivi: "Avevamo lasciato il New Jersey con l'obiettivo di vincere tutte e due le partite qui a Milwaukee– ha detto Byron Scott- e quindi in questo senso siamo delusi. Ma l'obiettivo principale era riprendersi il vantaggio del campo e l'abbiamo fatto".
I protagonisti dei 9 errori dalla lunetta nei minuti finali e cioè Martin, Jefferson e Collins si sono detti molto dispiaciuti per aver vanificato il grande lavoro della squadra nel quarto periodo. Infatti in quei famosi ultimi minuti la difesa dei Nets si era fatta asfissiante, impedendo ai Bucks di trovare la via del canestro.
In particolare le due ali hanno rovinate due prestazioni fantastiche da 30 punti (Martin) e da 28 punti (Jefferson). Harris, autore anche lui di una prova superba da 19 punti ha riassunto così la partita: "Avremmo potuto vincere questa gara se avessimo realizzato quei tiri liberi, ci eravamo rifatti sotto dopo il loro parziale nel terzo quarto e ci è mancato un nulla per completare la rimonta, sicuramente con qualche libero in più segnato avremmo evitato i tempi supplementari“.
Piccola nota a margine: ha assistito alla partita anche Al Payton, padre di Gary e allenatore di Kidd alle scuole medie. Jason ha detto di lui: "E' stato un grande allenatore per me, perché è una persona che ti insegna a vivere. Ho giocato per lui all'età di 11 e 12 anni e mi ha insegnato ad essere duro, a non tirarmi indietro e ad accettare le sfide, mi ha insegnato come competere. E come potete constatare lo ha insegnato anche al figlio".
Il signor Payton era a bordo campo durante la partita e in una situazione di palla morta ha lanciato tremende occhiate al suo ex-allievo Kidd, i due sono stati a fissarsi per 10 secondi buoni.
Kidd ha commentato sorridendo: "Il signor Payton è un grande e non mi preoccupo se sta lì a bordo campo a parlarmi. E' uno che ama competere, così come suo figlio".