Incredibile la partita del centro di Utah in gara 3 contro Sacramento..
Ci ha messo parecchi anni, ma dopo gara 3 di questo primo turno di playoffs, Karl Malone avrà benedetto il Signore perché finalmente le sue parole sono state ascoltate. Dopo fiumi di insulti, polemiche e consigli posti in maniera molto rude, il Postino ha visto fare a Greg Ostertag quello che lui sognava di vedergli fare da quando Utah lo ha scelto per vestire la casacca bianco-blu dello Stato mormone.
Il centro bianco ex Kansas, nella cruciale prima partita casalinga della serie con Sacramento, ha sfoderato probabilmente la miglior prestazione da quando veste una casacca NBA, dominando l'area pitturata dal primo all'ultimo minuto contro marpioni quali Divac e Webber (nonché Keon Clark e Scot Pollard), chiudendo l'incontro con 22 punti e 12 rimbalzi (massimi in carriera eguagliati) e l'aggiunta di 5 stoppate, 2 rubate e solo 2 turnovers.
Numeri che dicono tutto sulla incredibile prestazione del centro dei Jazz e che uno come coach Sloan, espulso nel 3° quarto per la seconda volta contro Sacto, notoriamente poco amico di Ostertag, sintetizza in modo esemplare: "Greg ha giocato in modo fantastico, era vivo. Non credo di averlo mai visto giocare così aggressivo nella sua carriera".
Il fatto di aver messo insieme questa partita nel momento cruciale della stagione dei Jazz, contro una delle migliori frontline di tutta la Lega, giocando ben 43 minuti e con un 10/14 dalla lunetta che parla da solo (51% in stagione), pongono il doppio 0 sul podio più alto e ne fanno l'autentico eroe di questa gara che tiene ancora in vita le speranze di Utah di passare il turno.
Non a caso un'eventuale sconfitta avrebbe portato la situazione sullo 0-3, svantaggio mai recuperato in modo completo da una squadra nella postseason, e tutto ciò dopo aver palesato un'evidente inferiorità tecnica e mentale in gara 2.
Per questo motivo le gare casalinghe a Salt Lake City erano viste come linfa vitale da parte di tutto lo staff di Utah, visto l'andamento sempre positivo nelle partite al Delta Center in tutti gli anni di postseason finora giocati. Uno come Stockton, che di serie playoff ne ha giocate un'infinità è stato chiaro a fine gara: "Dovevamo vincere questa partita. Penso che tutti abbiano realizzato che sarebbe stato impossibile vincere se fossimo stati sotto 3 a 0".
La chiave di lettura della gara, vinta per soli 3 punti da Utah nonostante tutto, va interpretata oltre che per i sei uomini in doppia cifra dei Jazz (tutto il quintetto base) anche per i 49 tiri liberi tentati contro i 28 dei Kings, e qui si ritorna a parlare di potere Delta Center.
Qualcuno infatti tra le file di Sacramento ha parlato di un metro arbitrale che ha chiaramente favorito Utah, permettendo alla squadra di Sloan di giocare molto fisicamente in difesa, sfavorendo in modo palese Sacramento, a cui lo stesso modo di difendere è stato concesso in maniera decisamente minore. Per rendere l'idea nel solo ultimo periodo Utah ha tirato 26 liberi, due in meno del totale di Sacto nell'intero incontro.
Uno che non le mando certo a dire come Bobby Jackson, uscito per falli così come Webber, ha sentenziato: "Gli arbitri devono vedere entrambi i lati della gara. Loro possono giocare fisicamente, ma noi no. E' ridicolo. Preferirei avere arbitri di high-school piuttosto che questi". In una partita conclusasi con uno scarto minimo, la differenza dei liberi è stata decisiva, come decisivo è stato il 16/17 dalla lunetta dei Jazz negli ultimi minuti, quando la difesa di Sacramento aveva cercato di chiudere a chiavi le vie del canestro.
I Kings innervositi dalla difesa aggressiva di Utah hanno perso 14 palloni, il doppio di Utah, non riuscendo a trovare il modo di fermare in attacco il duo Ostertag-Malone (20 e 11 per The Mailman) a centro area e, nel primo tempo, i tiri dalla media e in avvicinamento di Calbert Cheaney, finendo per cadere nella ragnatela del gioco ragionato dei Jazz e non riuscendo a correre in maniera decisa e costante come in gara 2. [
b]Webber, pur non essendo al 100% dopo i dolori alla schiena che l'avevano tolto anticipatamente dalla gara precedente, ha giocato ed è stato probabilmente il migliore (24 punti e 11 rimbalzi), ben coadiuvato da Mike Bibby, mentre Stojakovic è parso in difficoltà contro la difesa aggressiva di Utah e così anche la panchina, soprattutto i lunghi, hanno avuto notevoli difficoltà contro la verve di Ostertag e del Postino.
Utah oltre a giovarsi del metro arbitrale, è riuscita sempre a trovare la via giusta per arrivare in zona pitturata, ritrovando la regia di Stockton, un po' deficitaria nelle gara all'Arco Arena, e dell'ottimo Mark Jackson di questa serie.
In gara 4, dopo le parole dure di alcuni giocatori dei Kings, vedremo come si comporteranno gli arbitri, se i Jazz potranno giocare in modo così aggressivo in difesa senza pagare troppo dazio, e riusciranno ad essere concentrati e incisivi anche in attacco, la serie potrebbe tornare ai Kings in perfetta parità , viceversa se Sacramento manterrà la calma e ritroverà la fluidità offensiva e soprattutto la velocità e il contropiede, sarà dura per Utah mantenere le stesse chiavi tattiche che hanno permesso la vittoria in gara 3.
Sicuramente per i Jazz l'ago della bilancia di questa serie si chiama Greg Ostertag, una gara 4 in fotocopia di questa appena giocata porterebbe sicuramente energia vitale alla difesa, ma soprattutto all'attacco di Utah, regalando non poche speranze ai tifosi del Delta Center.