Jackson, uno dei più chiaccherati ma anche uno dei più bravi allenatori del mondo.
Ci tengo a precisare prima di questo articolo che sono un tifoso degli Utah Jazz" e vi dico questo per dimostrare che ciò che leggerete su Coach Zen non è dato da un qualche tifo o amore per i Lakers (dato che ultimamente di anti-losangelini in giro ce ne sentono molti), ma solo da una sincera sensazione di rispetto e ammirazione per un soggetto assolutamente unico nel panorama del basket a Stelle e Striscie…
Si parla di tante cose oggi nell'NBA, dei Mavericks, dei Kings, degli Spurs,dei Lakers stessi, di Kobe Bryant e dei suoi 10.000 punti, di Shaq"ma forse ci si sta dimenticando che ad allenare Los Angeles c'è un uomo che se dovesse vincere l'anello lo farebbe per le dodicesima volta, la decima come allenatore.
Phil Jackson già lo scorso hanno non aveva più spazio sulle mani per indossare i suoi 11 anelli.
Il primi due vinti nelle stagioni '69-'70 e '72-'73 quando giocava ai New York Knicks, poi i due Three-Peat come allenatore dei Chicago Bulls nelle stagioni '90-'91, '91-'92, '92-'93, '95-'96, '96-'97, '97-'98, e ora il tris a capo dei LosAngeles Lakers nel '99-'00,'00-'01, '01-'02" con i losangelini che gridano "Three was not a bore, let's go for four!".
La sua percentuale di vittorie in stagione è la più alta nella storia NBA: .738, con 726 W e 258 L.
La sua percentuale di vittorie nei playoffs è la più alta nella storia NBA: .743, con 156W e 54L.
Serve altro per capire di chi stiamo parlando?
In realtà sì.
Parlare di lui solo tramite la sue statistiche significherebbe non esprimere assolutamente ciò che è e ciò che rappresenta per il basket NBA
Phil Jackson è uno di quelli che o lo ami o lo odi.
Per chi lo detesta, Phil Jackson ha avuto solo fortuna, ha sempre avuto a disposizione grandi campioni, e di conseguenza non meriterebbe tutti gli elogi che gli vengono attribuiti da chi invece lo ritiene un Grande.
Si è tanto parlato di questo argomento, di quanto Jackson abbia influito sulle vittorie ottenute dalle sue squadre… e la risposta è che lui è stato determinante in ciascuno dei titoli che ha portato a casa come capo allenatore.
Una statistica così, fra le righe: Jordan e Shaq hanno giocato 13 stagioni combinatamente senza coach Zen, ed in queste non hanno mai vinto un titolo.
Non è importante stare qui a fare una analisi dettagliata dei fatti pro o contro a questa affermazione, non importa stare qui ad analizzare quali giocatori sono cambiati a Los Angeles ad esempio fra l'anno in cui Jackson è arrivato e gli anni precedenti in cui i Lakers non riuscivano a passare il secondo turno di playoffs.
Ciò che è certo è che ha portato qui, come anche aveva fatto a Chicago un mentalità vincente, una convinzione nei propri mezzi, e un modo di affrontare le partite che hanno rivoluzionato la vita cestistica di Shaq e compagni.
Io ricordo chiaramente le parole del cronista di Tele+, Federcio Buffa che diceva: "Si si" vai a portare tutto questo zen a (al tempo in cui c'èrano li i Grizzlies) Vancouver."
Ora, è fuori di ogni dubbio che Jackson a Vancouver non avrebbe vinto il titolo, ma è fuori di ogni dubbio anche che la franchigia ora sarebbe una squadra da playoffs o almeno con un record di .500
Phil Jackson ha capito tutto del basket.
Ha capito, che quando i suoi giocatori devono preparare una serie di playoffs importante può fare meglio una serata di svago, che una ennesima partitella di allenamento; ha capito che non è il caso di rispondere per le rime a chi lo attacca; ha capito che quando la sua squadra è sotto, è più efficace continuare a mostrarsi sicuro davanti ai suoi giocatori invece che cominciare ad urlare camminare avanti e indietro e disegnare mille schemi diversi sulla lavagnetta.
Sono convinto che questo sia dimostrato dalla rimonte in gara 7 con i Blazers di tre anni fa, come dalla vittoria in gara 7 contro i Kings lo scorso anno"e come tante altre occasioni.
Sarebbe errato attribuire il merito di queste imprese solo ai giocatori"perché è incredibile l'influenza che Phil ha ed ha avuto su di loro; basti pensare a come una volta per tutte sono finite le polemiche e gli odi fra Kobe e Shaq; o a come era stato trasformato Dennis Rodman.
E' vero, ha sempre avuto a che fare con dei grandi campioni, ma a nessuno viene in mente che se sono oggi così grandi giocatori questo è merito anche di Phil Jackson?
Non dimenticherò mai quelle partite delle finali con gli Utah Jazz.
Jackson aveva la stessa espressione sia quando la gara finiva in suo favore che quando perdeva; persino le sconfitte sembravano secondo i suoi piani"sembrava sempre tutto previsto tutto sotto controllo" e non importa quanto questo fosse più o meno vero, ma importa il fatto che questa era l'impressione che lui dava ai suoi giocatori e soprattutto agli avversari.
E ricordo i timeout, in cui Jerry Sloan (che per carità … è un grande allenatore) scarabocchiava inifniti schemi ovunque, mantre coach Zen prendeva il Pippen, il Rodman o il Jordan di turno abbracciandogli le spalle con un braccio e gli parlava in un orecchio.
Phil, non urla, non si arrabbia, non rilascia interviste roboanti"poi magari a fine pertita fa quelle due o tre dichiarazioni piene di significati fra le righe.
Ed è questo che lo fa odiare da chi lo detesta, questo suo perenne sorriso, questa sua perenne calma".che fa sempre sembrare che mentre è in panchina stia pensando a qualcosa di più importante della partita stessa.
Certamente tanti di questi atteggiamenti saranno in parte costruiti, saranno una immagine che lui vuol dare di se al pubblico" ma non solo; e per chi ha avuto il piacere di leggere il suo libro "Basket e Zen" questo è estremamente chiaro.
Jackson non è né protettivo né duro coi suoi giocatori, semplicemente li tratta come uomini, spiega loro come avere successo, come tirare fuori il meglio da se stessi e sa come vincere trasformando un insieme di buoni giocatori in una squadra con una mentalità e un gioco vincente; poco importa se questo lo fa raccontando loro storie dei nativi americani, o parabole zen"quel che conta è che nessun altro sa motivare ed instillare una simile mentalità "proprio quella sbruffonaggine e quell'atteggiamento di superiorità che rende tanto odiati i Lakers a chi non è loro tifoso.
A dimostrazione del fatto che Jackson pensa tanto al lato psicologico quanto a quello tecnico dei giocatori sta una affermazione interessante del suo ex compagno di squadra, il grandissimo Walt Frazier che dice: "Phil avrebbe potuto essere un giocatore migliore se solo si fosse applicato almeno quanto si applicava nel leggere i suoi libri" libri che ovviamente tutti noi non leggevamo…"
Eh si… era forse una specie di genio incompreso al tempo, sbeffeggiato scherzosamente dai suoi compagni" ma oggi Phil ha vinto abbastanza per zittire qualunque critica o presa in giro. E non ha ancora finito.
I libri, una passione che oggi cerca di trasmettere (anche se è dura) ai suoi giocatori, facendo leggere Nietzsche a Shaq, come aveva fatto leggere "To kill a Mockingbird" ad Horace Grant.
Tutto questo per dire che Phil Jackson, pur con tutta la fortuna, i campioni e tutti i fattori che volete metterci per togliergli qualche merito, ad oggi potrebbe avere 12 anelli di Campione NBA.
Penso non ci sia molto da dire più di questo" se non il consiglio di noleggiarvi qualcuno dei suoi libri e darci una letta, perché se siete appassionati di basket, ne vale la pena!