Chi può dar torto a Sterling per non aver dato il massimo contrattuale ad Olowokandi?
QUEL GENIO DI STERLING !
Incredibile ma vero: uno dei giornalisti più famosi, se non il più famoso, del settore, Peter Vecsey, ha recentemente alzato la voce in difesa del proprietario dei Clippers, Donald Sterling.
Vecsey ha infatti aspramente criticato tutti coloro che sottolineano l'incapacità di Sterling di riuscire a trattenere i free agent, ma ai quali non passa neanche per la testa che forse forse nessuno dei free agent passati dai Clippers abbia mai veramente meritato il massimo contrattuale.
Siamo sicuri, infatti, che Sterling dovesse davvero investire 150 milioni di dollari per Brand e Olowokandi la scorsa estate ?
Il fatto è che il proprietario dei Clippers sapeva bene che il bilancio annuale si sarebbe chiuso in positivo anche di fronte ad una stagione perdente (come è infatti accaduto, con un +10 milioni in bilancio), e per tale motivo ci pensa non una, non due, ma parecchie volte prima di dare il massimo ad un giocatore che non lo convince fino in fondo" un po' il contrario di ciò che accade a Portland, dove Paul Allen, il proprietario dei Blazers prende tutto il prendibile, va in passivo di 100 milioni, e per giunta non ottiene i risultati che una franchigia con un salary cap del genere dovrebbe ottenere.
A guardare bene infatti, quasi tutti i giocatori "scappati" da L.A. negli ultimi anni, non sono poi diventati proprio dei giocatori franchigia, o perlomeno dei giocatori vincenti"
L'unico giocatore ad aver fatto qualcosa del genere è stato Ron Harper, ottenuto dai Clippers in cambio di Danny Ferry ed un paio di prime scelte, riuscito a giocare un ruolo fondamentale sia nei Bulls di Jordan che nei Lakers di Shaq e Kobe.
Anche le altre squadre in cui ha giocato (sotto Brown) sono spesso arrivate ai playoff, anche se uscendo al primo turno.
Tutti gli altri, Danny Manning, Dominique Wilkins, Lamond Murray, Maurice Taylor, Jeff McInnis, Lorenzen Wright, Brent Barry e Derek Anderson hanno spesso preso molti soldi in altre squadre ma non hanno mai prodotto - in termini di risultati di squadra – quanto tutti si sarebbero aspettati, dando quindi ragione al management dei Clippers.
Vecsey sottolinea inoltre che un consistente tentativo era stato comunque fatto dai Clips per convincere Olo a rifirmare: la scorsa estate gli era infatti stato offerto un contratto da 50 milioni di $ per 7 anni più vari bonus da 10 milioni (in caso, di playoff, vantaggio del campo, presenza all'All Star Game).
Il suo agente, Bill Duffy, aveva invece chiesto (con che coraggio, se mi permettete) 85 milioni per 7 anni, basandosi sul quello che aveva preso Bibby dai Kings (80 milioni): peccato che questo abbia fatto quasi vincere il titolo ai Kings mentre Kandiman è sempre andato in vacanza ad Aprile.
Anche a Brand fu offerta un'estensione di 6 anni per 60 milioni, mentre il suo agente Falk ne chiese 75.
Senza dubbio i Clips cercheranno di rifirmarlo quest'estate, ma per un giusto prezzo, magari non il massimo, visto che Brand non ha finora dimostrato di essere un vero e proprio giocatore franchigia, ma sembra più destinato ad essere un secondo violino, per cui il massimo Donald se lo tiene per qualcun'altro.
In conclusione non deve scandalizzare più di tanto il fatto che probabilmente, per l'ennesima volta, Sterling e Baylor non si svuoteranno le tasche per nessuno dei loro free agent della prossima estate – oltre Olo e Brand, Odom, Miller e Maggette - anche se, se mi permettete, io un pensierino su Odom lo farei, ad un solo patto però" il contemporaneo arrivo di un vero coach di carattere, uno che gli faccia capire come funziona l'Nba, e che è meglio se mette la testa a posto, una volta per tutte.
Se qualcuno riuscisse in questa impresa, forse impossibile, molte cose cambierebbero, e ad L.A. non si parlerebbe più di Kobe, Shaq, e di quel "braccine corte" di Sterling.
IL PAZZO MONDO DI GILBERTO
"Io faccio sempre il contrario di quello che mi dicono di fare."
Bottega dell'Arenas" una frase da cui si capisce tutto e di più sulla mente contorta di questo All-Star in divenendo.
Leader dei Warriors in più di una categoria statistica, compresa quelle dei falli tecnici, 13, ed in corsa per il titolo di giocatore più migliorato dell'anno, ciò che più affascina di Arenas sembra essere la sua personalità "quale? E chi lo sa"
"Io ho 3,4,5 personalità diverse. Sono diverso. Se uno pensa di essere dello stesso pianeta degli altri, allora finisce per giocare allo stesso livello degli altri, a non distinguersi! "
Niente da dire.
E se qualcuno non riesce ad immaginare cosa potrebbe decidere quest'estate, non perdete tempo a chiederlo a lui, e neanche ai suoi compagni, perché "" Nessuno sa cosa può decidere di fare da un momento all'altro. A volte sembra depresso e due secondi dopo ride come un matto, probabilmente ha una doppia personalità ." dice Chris Mills.
Chiedete in spogliatoio come si comporta Arenas fuori dal campo, e vi rispondono che sembra un bimbetto di 12 anni, non di 21.
Un pazzo che rompe le cose senza alcuna ragione, che butta gli asciugamani dei compagni nell'acqua affinchè questi non possano usarli per asciugarsi (come ha fatto ai rookies Welsh e Dunleavy), che comincia le battaglie a palle di neve dentro il bus della squadra.
"L'unico posto in cui fa sul serio" dicono sempre in compagni "è sul parquet".
Ma anche lì, a volte fa un po' di testa sua, come quando si è rifiutato di tirare per più di 3 quarti, in risposta ai compagni che lo accusavano di tirare troppo e di passarla poco.
Ma se c'è qualcosa di cui sempre più persone, soprattutto a Golden State, sono sicure, è che Arenas è uno dei giocatori, se non il giocatore intorno al quale costruire la squadra.
Per questo l'estate ventura sarà fondamentale per la franchigia di Oakland.
Il fatto è che, a meno di non riuscire in qualche modo a fare spazio sotto il salary cap, i Warriors potranno offrirgli solo la M.L.E. da 4.5 milioni di dollari, forse abbastanza per quello che sta facendo adesso, ma un insulto pensando a cosa Arenas può diventare.
Altre squadre, come Denver, possono invece dargli il massimo contrattuale.
Ma esiste anche un'altra soluzione: alcune voci riportano che i Warriors potrebbero convincere Arena a firmare un pluriennale ad un prezzo inferiore a ciò che realmente meriterebbe - 40 milioni per 6 anni, utilizzando la M.L.E. – con però l'opzione per uscirne dopo il secondo anno di contratto, in modo da potergli offrire, a quel punto, il massimo, visto che il salary cap 2004-2005 lo permetterebbe.
Questo, più il fatto che Gil ha già detto che Golden State sarà la sua prima opzione, più le parole del padre, che ha detto che il figlio impazzisce per i climi caldi, come quello californiano – ma anche della Florida" attenzione ad un colpaccio di Riley – stanno facendo crescere le speranze dalle parti di San Francisco.
NO MO' MO PETE
Nonostante Morris Peterson si trovi più che bene a Toronto ed abbia già espresso il proprio desidero di esser parte del futuro della franchigia, non sono pochi quelli che lo danno per sicuro partente quest'estate, al fine di ottenere un lungo di livello, anche in considerazione del fatto che Antonio Davis potrebbe lasciare il Canada per New York, in cambio di Sprewell e della prima scelta dei Knicks del prossimo anno.
Il nome di Peterson è sempre stato collegato a quello di Jamaal Magloire: entrambi furono scelti al primo giro, rispettivamente 21esimo e 19esimo, e sono entrambi rappresentati da uno degli agenti più famosi dell'Nba, Arn Tellum.
E proprio Magloire, nato a Toronto, dove frequentò Eastern Conference per poi andare all'Università di Kentucky, e che non ha mai nascosto il suo desiderio di tornare nella sua città natale, dove peraltro passa tutte le estati, potrebbe essere il corrispettivo di Peterson.
E' anche vero però che gli Hornets, che hanno mandato Campbell a Seattle e che quasi sicuramente perderanno P.J. Brown quest'estate, mai come il prossimo anno avranno bisogno di un centro "di peso" come Jamaal.
Ma il fatto è che sempre più voci danno Magloire scontento della sua situazione a New Orleans, anche se sono state tutte prontamente smentite dallo stesso interessato, che non ha mancato di rendere pubblica la sua speranza che gli Hornets esercitino l'opzione da 1,726 milioni di dollari per il suo quarto anno.
Un'altra cosa che potrebbe far pensare ad un interesse di Magloire a giocare per Toronto sta nel recente rumor che dà come possibile candidato a successore di coach Wilkens - l'ennesimo candidato, è vero - il suo attuale assistente Jay Triano, canadese anch'egli, l'unico dei vari assistenti, oltre a Walker Russell, molto popolare con i giocatori, ad esser siuro di rimanere il prossimo anno.
Triano è infatti anche l'attuale coach della nazionale canadese, e sta ultimamente avendo frequenti contatti proprio con Magloire, in vista di una sua sempre più probabile, ma non ancora confermata, partecipazione alle Olimpiadi del 2004.
E chissà che non riesca a convincerlo a giocare per lui a Toronto"
Fonti: New Orleans Times - Picayune ; Toronto Star ; Toronto Globe & Mail ; New York Post ; San Jose Mercury News