Già tempo di festeggiamenti per i Mavericks?
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MAVERICKS 115, TRAIL BLAZERS 103
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I Portland TrailBlazers erano convinti di avere ottime chances di vincere Gara 3: il pubblico del Rose Garden è uno dei più “caldi” della lega, i Mavs storicamente lo soffrono (9-40 contro i rossoneri al Garden), ma soprattutto nelle prime due gare gli oregoniani non avevano certo demeritato, perdendo la prima grazie ad uno sciagurato terzo periodo (a causa di un infortunio a 'Sheed Wallace) dopo aver dominato a lungo, e la seconda a causa di alcune grandissime giocate di Nash e Najera nel quarto periodo.
La realtà si è dimostrata ben diversa, i Blazers hanno ceduto il servizio quasi senza lottare, e il risultato finale della serie sembra ormai scontato.
I Blazers si sono presentati ancora senza Pippen e senza Anderson, ma stavolta non sono riusciti a sopperire con la solita grinta e l'orgoglio a queste gravi carenze. Nelson si è affidato ancora una volta al quintettone, i suoi ragazzi hanno trovato una serata di grazia, e quando giocano fluidi in attacco (50.6% dal campo e 44.8% da tre) non ce n'è per nessuno.
Mattatore della serata è stato ancora una volta Dirk Nowitzki, che dopo i 46 della gara d'esordio ne ha messi 42 con 10 rimbalzi, tirando con percentuali davvero spaventose: 15/20 dal campo (75% tondo tondo) e 5/6 dalla distanza. Il tedescone ha candidamente ammesso di essere rimasto notevolmente sorpreso della grande libertà di cui ha goduto, dei tanti tiri comodi che la difesa dei Blazers gli ha concesso.
Il laconico commento di coach Cheeks a questo proposito è emblematico della giornataccia difensiva dei padroni di casa: “Non è l'unico ad esserne sorpreso. Anch'io lo sono.”
La gara è stata formalmente in equilibrio per più di tre quarti, ma in realtà i Mavs hanno sempre dato l'impressione di avere tutto sotto controllo: sono partiti con un autorevole parziale di 16-4, grazie alla precisione dalla distanza di Nash e Finley e alla presenza di Bradley sotto i tabelloni (quando è uscito dal campo il conto dei rimbalzi diceva Bradley 7 – Blazers 4), e hanno sempre avuto la gara in pugno.
I Blazers, già privi come detto di due titolari, sono stati clamorosamente traditi dai superstiti del quintetto base; Wallace è il principale colpevole della debà cle: in 31 minuti, dopo aver collezionato due falli quasi istantaneamente, è riuscito a mettere assieme solo 11 punti (con 10 tiri) e 5 rimbalzi.
Una presenza assolutamente impalpabile, come quella di Bonzi Wells, l'eroe sfortunato di Gara 2, che ne ha messi 15 in 38 minuti con un aberrante 18% dal campo (3/16, di cui 0/4 da tre): ha sbagliato i primi 10 tiri della sua gara e ha segnato il primo canestro quasi a metà del terzo periodo. Male anche Dale Davis: 7 punti, 8 rimbalzi, ma solo due tiri tentati e tanti errori gravi, specialmente tre consecutivi (un fallo offensivo e due infrazioni banali) in un momento cruciale del terzo periodo, l'unico in tutta la gara in cui i Blazers sembravano poter rialzare la testa.
I rossoneri sono riusciti ad evitare che la dura sconfitta assumesse proporzioni disastrose solo grazie al contributo di protagonisti inattesi:
Stoudamire, che dopo una staione passata quasi interamente in fondo alla panchina si è dimostrato finora il Blazer più continuo ed efficace: ha segnato 15 punti in 33 minuti, con 4 assists e 6/11 dal campo.
Patterson, finora presenza quasi impalpabile nella serie, ha ritoccato i suoi career highs ai playoffs (19 punti, di cui 18 nel primo tempo, e 9 rimbalzi), e lo stesso ha fatto Zach Randolph (8 punti, 10 rimbalzi e 4 assist in una manciata di minuti, ma anche 3/8 dal campo).
Il migliore fra i padroni di casa è stato però Arvydas Sabonis, che in soli 14 minuti ha messo assieme una prestazione da 16 punti e 4 rimbalzi con 5/7 al tiro; il suo apporto però si è limitato al primo tempo, problemi di falli e il ritmo alto imposto alla gara dai Mavs hanno spinto coach Cheeks a non richiamarlo più in azione nei momenti cruciali.
Gli oregoniani sono riusciti a portarsi per la prima volta in vantaggio solo alla sirena del terzo periodo, chiuso con un punto di vantaggio, grazie ad un parziale di 8-0. I Mavs però erano troppo sereni e sicuri di se' per lasciarsi intimorire, hanno aperto il periodo finale con un perentorio 6-1 e non si sono più guardati indietro: il canestro decisivo è stata un tripla pesantissima di Nash che ha segnato il +4 per gli ospiti a 9 minuti dalla fine, la gara è sostanzialmente finita lì e ai titoli di coda ci ha pensato Nowitzki con tre triple consecutive per chiudere definitivamente i conti; il tedesco ne ha messi 16 nell'ultimo periodo di gioco, i Mavs complessivamente 31 tirando con un eloquente 67% dal campo, una costante della serie: in gara 1 nell'ultimo quarto tirarono col 63%, in gara 2 col 71%.
A Dallas giustamente gongolano, si sprecano gli elogi per un Nowitzki praticamente perfetto e per la strategia di Nelson: i texani hanno mostrato grande sicurezza nei propri mezzi e facilità di esecuzione; il quintettone, la grande scommessa del coach dei texani, ha tenuto botta (ottima prova di LaFrentz, 20 punti pesanti con 7-11 dal campo e 4/7 da tre, ma solo 4 rimbalzi), anche se i Blazers hanno ancora una volta spadroneggiato sotto ai tabelloni: +15 a rimbalzo e 21 palloni conquistati in attacco sono cifre che fanno impressione, ma fanno capire ancor più chiaramente che bel lavoro i Mavs abbiano svolto in tutti gli altri settori del gioco; nelle gare di regular season chi aveva conquistato la battaglia dei rimbalzi (due volte a testa) aveva sempre vinto facilmente. Fino ad ora il differenziale nella serie è +23 per Portland, ma il risultato complessivo è ben diverso.
I più ottimisti affermano che questa serie potrebbe essere decisiva affinchè i Mavs trovino finalmente in se' quel qualcosa in più, che ai playoffs e contro le grandi squadre è sempre mancato.
I Blazers per conto loro sono alla decima sconfitta consecutiva in post season, a cominciare da quel fatidico +15 sprecato nel quarto periodo di Gara 7 della Finale di Conference del 2000 contro i Lakers. Se dovesse arrivare una sconfitta anche in Gara 4, i Blazers eguaglierebbero il non invidiabile primato negativo di 11 KO consecutivi ai playoffs, mentre Cheeks per parte sua si troverebbe con un record di 0-7 quando conta di più.
Visto che nessuna squadra è mai riuscita a ribaltare uno 0-3, e visto che, senza Pippen e Anderson e con un Wallace così, quanto ottenuto finora dai rossoneri sembra già un miracolo, sembra che l'unico obiettivo rimasto ai Blazers sia quello di dare tutto nella prossima gara per evitare di scrivere il proprio nome nella sezione meno nobile del libro dei record.