La gioia di Nash dopo la tripla decisiva.
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MAVERICKS 103, TRAIL BLAZERS 99
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In Gara 1 i Mavs sono riusciti a portarsi a casa una sudatissima W grazie ad una prestazione da record di Dirk Nowitzki; in Gara 2 ci ha pensato Steve Nash ad assicurare una non meno sofferta vittoria alla squadra di Cuban. Il playmaker canadese ha vendicato una pessima prestazione nella gara di apertura della serie, segnando 28 punti con 10/14 dal campo, 5/6 da tre e 8 assist, ma soprattutto mettendo a segno tutte le giocate decisive del quarto periodo; grazie a lui i Mavs sono riusciti a sopravvivere ad una prestazione opaca di Nowitzki (25 e 9 in 48 minuti, ma anche 32% dal campo) e soprattutto ad un Bonzi Wells in serata di grazia: 45 punti per lui, record personale e miglior prestazione di sempre di un giocatore di Portland ai playoffs, superando nientemeno che Clyde Drexler.
E' stata una gara avvincente, equilibrata (è stata 10 volte in parità e la testa della corsa ha cambiato proprietario 17 volte) e combattutissima, spesso più simile ad un incontro di wrestling che ad una partita di basket.
Già dall'inizio si poteva intuire che sarebbe stata una gara difficile per i Blazers: Pippen viene tradito dal suo ginocchio recentemente operato ed è in borghese, mentre dopo 3 minuti di gioco Derek Anderson si infortuna a sua volta al ginocchio. E' una dura botta per i rossoneri che perdono,. dopo il faro del loro gioco, il miglior difensore sui piccoli, il più adatto a rendere la vita difficile a Nash.
Fortunatamente per loro, già dalla palla a due si intuisce che Nowitzki non ripeterà la prestazione mostruosa di gara 1: nel primo quarto 0/6 per il tedesco, ma i Mavs riescono a stare avanti di 4 grazie a Nash e ad un buon contributo di Van Exel (che chiuderà con un fatturato più che accettabile: 12, 6 assist e solo 1 palla persa in 31 minuti).
La gara è spigolosa, molto fisica: Nelson si affida di nuovo al quintettone con LaFrentz e Bradley per tenere botta contro i superatleti del Blazers, e i due spilungoni bianchi rispondono con grande grinta: chiuderanno con 13 punti, 14 rimbalzi e 7 stoppate in due. ma anche grazie alle botte date e prese da loro i Mavs riusciranno a pareggiare la sfida a rimbalzo (38-38 alla fine), una delle chiavi tattiche della serie.
Cheeks per parte sua ha dato un solo, perentorio ordine ai suoi: “go to the hole”.
I Blazers sanno di poter battere sempre i propri avversari diretti dal palleggio, e attaccano il canestro come forsennati; la mancanza di Pippen, comunque, si sente parecchio, e la situazione è peggiorata dall'abulia di Rasheed Wallace, totalmente fuori partita (chiuderà con 18 punti, 35% dal campo e solo tre rimbalzi!).
Gli oregoniani però sono insolitamente concentrati, non cadono preda dei soliti, fatali cali di tensione e si buttano in ogni mischia come leoni; su tutti brilla la stella di Bonzi Wells, che tiene a galla praticamente da solo i suoi: all'intervallo è il miglior marcatore della gara con 18 punti.
Nel terzo periodo gli ospiti ci mettono ancora più grinta, e cercano ancora più insistentemente la penetrazione: in questa frazione tireranno ben 17 liberi (mettendone 12) contro i 2 dei texani; Cuban è furibondo con gli arbitri, a fine garà dirà “Se non avessimo vinto, sicuramente mi sarei preso una bella multa nel dopo-partita”.
I suoi ragazzi però non mollano mai, e cancellano lo stereotipo di squadra bellissima ma senza cuore giocando con grinta, applicazione ed equilibrio: tutti danno il proprio contributo su due lati del campo, nessuno si tira indietro.
Il quarto periodo inizia con i padroni di casa in vantaggio di un solo punto, ed è già un gran cosa: negli ultimi anni il loro record quando hanno iniziato in vantaggio l'ultimo periodo di gioco è 143-8, e 50-4 quest'anno.
I Blazers però non hanno la minima intenzione di mollare, grazie soprattutto alle magie di Wells: se per tutta la partita è stato ottimo, il suo quarto periodo è addirittura strepitoso: 18 punti nel quarto segnando in tutti i modi, contro tutti gli avversari e le marcature possibili. Si distingue anche Dale Davis, che domina sotto i tabelloni (chiuderà con 15 rimbalzi di cui 6 offensivi) e cattura alcuni palloni importantissimi.
I Blazers sembrano riuscire a prendere il sopravvento, la loro strategia si sta rivelando vincente: LaFrentz e Bradley, oberati di falli a causa delle continue penetrazioni degli esterni avversari, vengono “fouled out”, e i Mavs si ritrovano improvvisamente nei guai.
E' a questo punto che sale in cattedra Steve Nash (chiuderà con 11 punti del quarto periodo), che mette due triple in due azioni consecutive, stoppando il tentativo di fuga degli ospiti; gli da' una grossa mano Najera, che regge praticamente da solo il confronto con i lunghi dei Blazers sotto canestro (14-4 nel pitturato per gli ospiti nel quarto periodo) e chiuderà con 12 punti, 4 rimbalzi offensivi e 6 totali, più tantissime mazzate date e prese nelle mischie sotto i tabelloni; i padroni di casa restano in linea di galleggiamento grazie ad una strepitosa precisione al tiro (71% dal campo nel periodo finale).
A due possessi dalla fine, la gara è sul 98 pari grazie ad un gioco da tre punti di Davis dopo un airball di uno stanchissimo Wells; è il momento decisivo.
Nash gioca l'ennesimo pick and roll con Nowitzki, e a causa di un cambio difensivo dei Blazers si trova marcato da Dale Davis: il lungo esita per un attimo e arretra, temendo il primo passo del canadese, che non aspetta altro e con freddezza glaciale insacca la tripla decisiva a 30'' dalla fine. Dall'altra parte Wells va in lunetta ma fa 1/2, Finley strappa il rimbalzo (il settimo di una gara solidissima anche se poco appariscente: 17 punti col 60% dal campo) e ancora Nash chiude ufficialmente la gara con il 2/2 dalla lunetta.
I Mavericks riescono così a prendersi un netto vantaggio nella serie, solo 7 squadre nella storia dei playoffs sono state eliminate dopo essere andate sul 2-0; ci sono riusciti (per la prima volta nella storia della franchigia) grazie alle prodezze individuali delle due stelle indiscusse della squadra, ma anche o soprattutto grazie a due prestazioni corali davvero sorprendenti per la grinta, la “cattiveria”, la voglia di lottare su ogni pallone: caratteristiche che raramente in passato la squadra di Nelson aveva mostrato di possedere.
I Blazers per parte loro non nascondono la bruciante delusione che provano nell'essere usciti a mani vuote dall'American Airlines Center dopo due gare che avrebbero potuto benissimo vincere: in gara 1 la colpa fu di un grave calo di concentrazione quando sembravano ormai avere la gara in pugno, nella seconda partita sono state determinanti le assenze fondamentali di Pippen e Anderson e la prestazione sciagurata di Wallace.
La serie non è già chiusa, tuttaltro, ma i Mavs vi hanno messo una seria ipoteca: i Blazers hanno bisogno di due vittorie nelle due gare al Rose Garden, l'impressione è che per riaprire la serie non possano fare a meno del miglior Pippen, e che sia altresì necessario mettere in campo per tutti i 96 minuti la grinta fatta vedere in gara 2.