La stagione è finita, ma loro due non hanno ancora finito di lottare…
La stagione è appena finita, i play-off già incombono, ma è anche tempo di tracciare bilanci e di tirare le somme per molte realtà nel panorama NBA ed il pianeta rookie non fa eccezione.
Sarà per l’incredibile puntualità con cui gli americani buttano giù statistiche, grafici e quant’altro possa numericamente descrivere ogni cosa che è tangibile, ma, come tradizione consolidata, appena si conclude una fase arrivano i classici bilanci da tirare per “eleggere” (retaggio meritocratico di questa società ) chi è stato il migliore.
Ed in questa Lega non si fa eccezione e già sono tutti lì a buttare proposte e candidature sulle più svariate categorie ed il mondo dei rookie non è da meno.
Chi ha giocato meglio? Chi ha inciso maggiormente nelle sorti del proprio team? Chi ha primeggiato nelle varie statistiche? O più semplicemente, chi è stato il numero uno?
Queste ed altre domande aleggiano nelle menti degli esperti che dovranno decidere chi sarà eletto “Rookie of the Year”; noi proviamo a buttare giù qualche considerazione ed a fare maggiore chiarezza cercando magari di delineare meriti e colpe dei più seri candidati al titolo.
Sostanzialmente si delinea una corsa a tre, in gara ci sono la prima scelta assoluta Yao Ming, la giovane stellina dei Suns Amare Stoudemire e la solida ala degli Heat Caron Butler.
Yao Ming aveva tutti gli occhi puntati addosso, doveva onorare la chiamata al numero uno da parte dei Rockets che avevano puntato forte su di lui e, al contempo, convincere gli scettici sul suo reale valore in un campionato durissimo come quello professionistico americano.
La stagione per lui è iniziata in salita complice un training camp svolto a singhiozzo a causa degli impegni con la nazionale del suo paese e la disputa dei mondiali di Indianapolis. A tutto ciò si è aggiunta la normale difficoltà (maggiore se si viene da una diversa cultura) che hanno tutti gli esordienti a calarsi nei ritmi di una lunga e massacrante stagione NBA.
Però Yao ha dimostrato di poter competere nella nuova realtà ed il suo grande talento ha fatto il resto. Il cinese è cresciuto tanto, ha messo su muscoli ed ha imparato come si gioca in america senza snaturare le sue caratteristiche ottenendo la stima ed il rispetto dei compagni e guadagnandosi sul campo i “gradi” di giocatore NBA (e non semplice fenomeno da baraccone).
I numeri sono dalla sua parte: 13.5 punti e 8.2 rimbalzi in 29 minuti di impiego medio condito da belle giocate e tiri decisivi. La sua stagione è stata ottima, ma un po’ altalenante. Diventerà di sicuro un grande.
Amare Stoudemire è stato una graditissima sorpresa specie se si considera che il ragazzo viene direttamente dalla high school e che, nel proprio anno d’esordio, i vari Garnett, Bryant, McGrady e O’Neal non ebbero le sue cifre ed il suo impatto.
Devastante fisicamente, ottimo lottatore ed atleta ha stupito molti per la capacità di apprendere velocemente il gioco e di migliorare a vista d’occhio mostrando, in campo e fuori, maturità e professionalità inappuntabili. Che avesse mezzi fisici di prim’ordine si sapeva, ma che la tecnica fosse già a questo punto è stata una gradita sorpresa per lo staff dei Soli.
A fare il resto sono state alcune giocate da urlo che hanno dato “visibilità ” al ragazzo e risonanza alle sue gesta. La stagione di Amare è stata molto positiva, ma altalenante e discontinua nell'intensità come quella di Yao; c’è tanto lavoro da fare, ma le basi sono eccellenti. Le cifre parlano chiaro: 13.5 punti e 8.8 rimbalzi. Anche per lui futuro roseo.
Caron Butler è stato il più continuo dei tre (magari il meno spettacolare) senza ricevere però eguale considerazione dai media americani vista la pessima stagione degli Heat.
Il ragazzo ha giocato sempre una buona pallacanestro, è migliorato costantemente fino a diventare il fulcro del gioco dei suoi, certo, non ha avuto le “giocate mozzafiato” degli altri due, ma le sue statistiche sono eloquenti: 15.4 punti, 5.1 rimbalzi e 2.1 assist.
Ovvio, ha avuto tanto spazio e tiri, ma ha sempre offerto ottime “sensazioni”, tecnica sopraffina, grinta e tanta voglia di migliorare. In molti sono convinti diverrà un grande giocatore, magari non una stella di prima grandezza, ma un solido giocatore NBA e durante tutta l'annata ha offerto prove sempre concrete e tangibili che meriterebbero riconoscimenti.
Altri possibili outsider, con chance quasi nulla di spuntarla, sono DaJuan Wagner che paga la stagione accorciata dagli infortuni ed il limbo targato Cavs i cui ha giocato; Drew Gooden che dopo un inizio ottimo ha visto calare spazio e tiri sino al passaggio ai Magic ed al ritorno in vetta ed il compagno di avventura Gordan Giricek positivo per tutta l’annata e non atteso a questi livelli nella Lega.
Semplici menzioni per l’ottima stagione di Hilario e Boozer, rimpianti per la tardiva esplosione di Ginobili e per i problemi occorsi a Williams.
La lotta sarà dura, Ming ha dalla sua i numeri, il talento e la tanta “pubblicità ” ricevuta; Stoudemire ha strabiliato tutti, è un talento grezzo, ma già brilla di luce propria e, dopo Gasol, riporterebbe sul trono un americano; Butler è stato il più costante, il migliore durante tutto l’arco della stagione e meriterebbe la giusta considerazione.
Fare un pronostico è sempre difficile, ma siccome sbaglia solo chi li fa vi dico la mia: se fosse per me lo darei a Butler, ma ho la sensazione che il candidato numero uno sia Stoudemire, ma alla fine prevarrà Yao… see you soon.
[Ndr. In questo momento è arrivata la notizia: Amare Stoudamire batte in volata Yao Ming 458 voti a 405; terzo Butler con 179 voti. Il giovane talento dei Suns, ancora impegnato nei Playoff come grande protagonista, è solo il terzo giocatore della storia a vincere questo premio pur non essenso stato scelto fra le prime 7 posizioni del draft, ed è il primo che ce la fa proveniendo direttamente dall'high school]