NJN-MIL Gara 2

Per Gary Payton pronto riscatto in Gara 2 !

Le parole di Byron Scott al termine di gara 1 riguardo la pessima prestazione di Payton si sono rivelate profetiche. Il coach dei Nets aveva detto che conoscendo quanto Gary sia competitivo si sarebbe aspettato un pronto riscatto. E così è stato: i Bucks hanno sbancato la Continental Airlines Arena (come sempre non esaurita).

La partita è stata molto equilibrata, ci sono state 18 situazioni di parità  e 30 alternanze al comando della gara. Alla fine gli errori della lunetta dei Bucks (orribile 45%) hanno tenuto in vita i Nets che hanno avuto più volte con Kidd la possibilità  di riaprire la partita negli ultimi quattro minuti di gara, ma i Bucks ( Payton in particolare) hanno fatto un eccellente lavoro in difesa: “Abbiamo vinto la partita con la difesa – ha detto George Karl- un paio di “stop” difensivi negli ultimi due minuti sono stati decisivi. Ho la sensazione che questa serie sia appena cominciata. Oggi siamo stati più aggressivi”.

Karl ha cominciato la partita con Tim Thomas e Przybilla in quintetto al posto di Haislip ed Ervin Johnson: “Vogliamo cominciare meglio in attacco – ha detto l’allenatore dei Bucks prima della partita – non voglio che si ripeta gara 1 in cui abbiamo sbagliato 8 dei primi 10 tiri. Con Tim in campo possiamo allargare la loro difesa, che rivista in TV (quella di gara uno) sembrava un muro”. E in effetti il campo gli ha dato ragione, con i “cerbiatti” che hanno infilato 8 dei primi 13 tiri.

Payton dal canto suo ha detto “Sono in questa lega da tredici anni e una brutta partita non mi spaventa. In gara uno era stata colpa mia, non ero stato abbastanza aggressivo e la squadra si è scollata con me. E’ mio compito tenere unita la squadra”. La differenza quindi l’ha fatta la difesa dei Bucks che ha tenuto i Nets al 42% dal campo, ha limitato i danni a rimbalzo (45 a 34 per i Nets) e soprattutto ha limitato la transizione dI Kidd e compagni, la vera arma letale della squadra del New Jersey.

Il bilancio dei punti in contropiede ha visto prevalere i Bucks per 15-9 (mentre in gara 1 i Nets avevano dominato 21-5). Fondamentale l’apporto di Toni Kukoc che ha realizzato 11 punti con 6 palle recuperate, 6 assist e 5 rimbalzi.
Toni è un veterano e conosce il gioco del basket, ha vinto tre anelli. Per noi è stato un osso duro stasera. Dovremo prestare più attenzione alla gestione della palla in attacco”, ha detto di lui Jason Kidd.

Rumor: Dikembe Mutombo sta diventando un caso per i New Jersey Nets, in gara due non è sceso in campo nel secondo tempo, giocando solo otto minuti. Tutto ciò, nonostante il titolare del ruolo di centro, Collins, abbia giocato molto male, totalizzando due miseri punti e ben 6 falli in 21 minuti di gioco.

Coach Scott però ha preferito puntare su Williams, invece che sull’esperienza del centro africano che ha avuto parole amare: “ Arrivi ad un punto che non hai più risposte, ebbene io sono in questa situazione, sono arrivato al punto il punto che non so più cosa dire. Con Byron non ho parlato”.

In molti credono che Dikembe non abbia più molto da dare al basket e certo non è un buon segno quando cominci a diventare lo zimbello della stampa specializzata (un po’ quello che sta accadendo a Batistuta in Italia).

Il velenoso Peter Vecsey del New York Post ha affermato che i Bucks avrebbero chiesto alla lega di far giocare più minuti a Mutombo: indubbiamente Vecsey ne sa più di noi e se anche Scott lo lascia in panchina non deve essere in grandi condizioni, però aspetteremo a darlo per morto.

Ovviamente anche in casa Bucks c’è chi si lamenta e chi poteva essere se non il buon (per modo di dire) Anthony Mason, anche lui campione in là  con gli anni ( ma è vero allora che invecchiando si diventa brontoloni) che si è arrabbiato con Karl, dopo aver saputo che al posto suo in quintetto partiva Przybilla: ”E’ il primo posto in cui sono stato che si perde il posto da titolare per colpa di un infortunio, ogni volta che ci si infortuna di solito al ritorno si ritrova il posto in quintetto. Ma non è l’unica cosa strana che ho visto qui. E’ frustrante, ero un All-Star prima di venire a Milwaukee”.

Il nostro umile parere come già  detto è che invecchiare non è facile, soprattutto per gli atleti, e che le rimostranze di Mason e Mutombo si basino su considerazioni relative al loro passato più che al loro presente. Quest’anno, anche per problemi fisici, hanno avuto cifre misere e sembra che abbiano imboccato definitivamente il viale del tramonto, tuttavia in questa serie possono ancora dare il loro contributo di difesa ed esperienza.

Tra gli altri argomenti di questi giorni ovviamente ha tenuto banco l’arresto di Payton, Cassell e Caffey fuori da uno strip-club a Toronto: molto divertente la battuta di Tony Kornheisere di Espn Radio che ha posto una questione filosofica: ”Perché sembra un imperativo sociale per i giocatori di basket andare negli strip club? Ecco quello che non sentirete mai: non sentirete mai la frase: ‘Tre giocatori dei Milwaukee Bucks sono stati arrestati fuori da una libreria’”.

Si è parlato anche dei possibili prossimi trasferimenti di Kidd e Payton: i due si ritrovano l’estate ad Oakland ed è il momento in cui si avvicinano di più ad un anello: uno di quelli di Brian Shaw, anche lui nativo di Oakland e campione del mondo negli ultimi tre anni con i Lakers: ”Quando torno a casa è dura andare a casa di Brian. – ha detto Kidd- Ti costringe ad andare fuori a cena per colpa di quegli anelli. Vuole essere sicuro che tu li veda”.

Anche Payton ha un solo obiettivo ormai: la conquista dell’anello. Non gli interessa nient’altro, e da questo punto di vista, a meno di clamorosi sviluppi, quella di Milwaukee sembra essere soltanto una tappa verso la squadra che la prossima stagione potrà  garantirgli di lottare per il titolo, quello che i Bucks non possono dargli.

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