KG, fouled out, in versione cheer leader senza gonna e pon pon
Minnesota Timberwolves 114 @ L.A. Lakers 110 dts
Dopo due gare belle ma sostanzialmente dominate da una delle squadre in campo, la serie fra Minnesota e Los Angeles ha virato decisamente verso quell'equilibrio che tutti pronosticavano e se ne sono viste davvero delle belle.
Gara 3 della serie è stata certamente la più tesa, grintosa e combattuta delle partite andate in scena fino ad oggi in questa serie e forse nell'intero novero dei play-off e il pubblico dello Staples Center ha davvero avuto da raccontare agli sfortunati che non hanno potuto assistere a questo evento.
La cronaca della gara ha visto per tre quarti i Timberwolves condurre senza grandi patemi d'animo. Sulla ribalta sono saliti ancora una volta Troy Hudson, ormai perfettamente calato nel ruolo di guardia tiratrice protagonista, che ha messo 27 punti e naturalmente il capitano dei T-wolves, Kevin Garnett.
Il numero 21 in maglia blu ha condotto la sua squadra con autorevolezza da veterano consumato. Ha dominato l'area e ha portato a casa statistiche da vero giocatore universale: 33 punti, 14 rimbalzi, 4 assist e 4 stoppate.
Questo per tre quarti. Sì, perché dopo a dodici minuti dalla fine i padroni di casa dei Lakers, hanno deciso di scrollarsi di dosso quel po' di ruggine che gli avversari erano riusciti a far calare su di loro e hanno inscenato un quarto da 30 a 21 di parziale, riportando la squadra in pareggio e rimandando tutta la questioni all'over time.
Per di più nella prima azione del supplementare Minnesota è rimasta senza il suo capitano, giunto al sesto fallo e si è ritrovata quindi in una situazione quasi disperata.
A questo punto però i Lakers hanno commesso un vero e proprio peccato mortale. Hanno perso per una volta, la loro arma migliore, il killer instinct. Non hanno chiuso la contesa avendone l'occasione e alla fine il tiro decisivo nelle mani di Kobe Bryant è stato sputato dal ferro, regalando a Minnesota una vittoria capitale per il morale, una vittoria meritatissima per i gioco e la compattezza di squadra dimostrata e una vittoria di grande peso anche perché riporta dal lato della franchigia della mid-west division il vantaggio del campo.
Alla fine per i giallo viola le statistiche migliori sono state quelle registrate da Kobe Bryant, autore di 30 punti, con 7 rimbalzi, 6 assist ma anche 6 palle perse. Accanto alla guardia all star, prova potente ma non decisiva per Shaq, che accanto a numeri da 28 punti, 17 rimbalzi e 5 stoppate, ha anche dovuto siglare un bilancio dalla linea dei liberi di 8 su 16.
Per il resto, da segnalare la bella partita di Fisher, a referto con 23 punti prima di uscire come Fox per raggiunto limite di falli, mentre Horry per una sera è stato protagonista più fuori dal campo che dentro, vista la semi rissa inscenata a spese di un cameraman nell'intervallo della gara.
Dal lato vincitori, da segnalare la bella prova venendo dalla panchina di Marc Jackson, autore fra l'altro di alcuni dei tiri liberi decisivi nel convulso finale, mentre Rod Strickland in soli 14 minuti di gioco ha saputo fornire ai propri compagni ben 7 assist, una media di tutto rispetto.
Nel dopo partita, coach Phil Jackson ha dovuto ricorrere a tutta la sua flemma zen per trovare le parole giuste per descrivere la sconfitta: Io credo che ci siamo ritrovati troppo rilassati quando Kevin è uscito.
Al contrario loro hanno saputo prendere i rimbalzi e fare le cose giuste per portare la fortuna dalla loro parte.
Dal canto suo Garnett non ha certo vissuto bene il finale di partita: “Mi sentivo un miserabile a non poter uscire in campo e aiutare i miei compagni. Poi però ho pensato che c'erano altri modi per dare una mano: motivando, caricandoli dalla panchina. I ragazzi dovevano pensare che erano ancora cinque contro cinque, senza differenze. Sono stato una cheer leader senza gonna e pon pon“.
Ci ha pensato Peeler ad inquadrare l'immediato futuro dei suoi: “Stiamo giocando come non mai, è vero. Ma dobbiamo ancora vincere due gare e loro sono ancora i campioni del mondo in carica, non cederanno facilmente“.
Nonostante il realismo della guardia proprio ex Lakers, a questo punto la serie è tornata nelle mani di Minnesota, che potrà giocare la gara decisiva su proprio terreno.
La prossima partita è solo fra 48 ore ancora a Los Angeles e c'è attesa per le mosse che i giallo viola dovranno inventarsi per limitare una squadra in piena fiducia come i Timberwolves attuali.
Alla prossima.