La grinta di Garnett è esplosa dopo la frustrazione di gara 1
L.A. Lakers 91 @ Minnesota Timberwolves 119
Come si fa a subire una batosta da quasi 20 punti in gara 1 del primo turno di play-off NBA e a rialzare la testa?
Come si fa a dimenticare di non avere ancora vinto una serie di play-off NBA e cercare comunque di pensare positivo?
Come si fa a veder giocare gente che si è espressa a corrente alternata per tutto l'anno come dei campioni e non perdere la fiducia?
A tutte queste domande, doveva dare una risposta gara 2 della serie fra T-wolves e Lakers, con gli angelini che sembravano aver già assestato il colpo del K.O. ai padroni di casa.
Ma la risposta alla fine è stata riassunta in un solo nome: Troy Hudson.
La guardia dei Minnesota è stato infatti il grande protagonista della gara andata in scena la scorsa notte al Target Center.
I suoi numeri spiegano perfettamente quale tipo di approccio sia stato messo in campo dal piccolo a disposizione di Flip Saunders: 37 punti (record di franchigia nei play-off) con 9 su 16 dal campo e 15 su 16 nei tiri liberi, 10 assist e 2 palle rubate. Una partita che ha improvvisamente dato corpo ai peggiori incubi giallo viola, incapaci di limitare in difesa la mobilità e la capacità di centrare le corsi interne di Hudson.
A parlare per i compagni alla fine ci ha pensato capitan Garnett: “E' stato davvero aggressivo. Io sono andato da Troy e gli ho detto: Non fare nulla di diverso rispetto a quello che abbiamo fatto per tutto l'anno. Gli ho detto solo di giocare. Abbiamo fatto quello che sapevamo fare”.
Certo, Hudson è stato chiaramente l'MVP della serata, ma KG non si è propriamente risparmiato. Sfruttando le ottime condizioni del suo compagno e la intelligente mossa di coach Saunders che ha schierato Szczerbiak (per lui 21 punti anche se con 5 palle perse) da ala piccola con Peeler secondo del back court, Garnett ha messo in piedi una gara da 35 punti, fra l'altro il suo career-high nei play-off, 20 rimbalzi e 7 assist, dominando la batteria dei lunghi dei Lakers, Horry e Madsen in testa e regalandosi una serata che almeno sul piano mentale riequilibra pienamente le forze in campo nella serie.
D'altronde Flip Saunders è stato molto onesto nel dopo gara: “Non potevamo avere una buona serata” – ha detto il coach dei T-wolves – “Non potevamo avere nemmeno una grande serata, non sarebbe bastato. Quello che dovevamo avere era una performance superiore”.
La cronaca della gara perciò non è mai stata in discussione. Minnesota ha sempre avuto in mano il controllo del gioco, chiudendo sopra di 14 all'intervallo e accumulando prima della fine anche un vantaggio di 30 punti.
E i Lakers?
Per i Lakers la gara non è neppure iniziata. La squadra di coach Jackson ha pagato certamente un po' di rilassamento, ma a conti fatti la differenza l'hanno fatta il diverso tasso di adrenalina espresso e l'attitudine difensiva.
Bryant in particolare non è sembrato in difficoltà nell'inquadrare il tema della sfida: “La differenza stasera l'ha fatta tutta Minnesota – ha ammesso la guardia californiana – “Abbiamo perso la battaglia delle palle perse e loro sono state molto più aggressivi in difesa. Hanno giocato meglio di noi”.
Per quanto riguarda le cifre, Bryant e O'Neal hanno firmato entrambi 27 punti (per O'Neal anche 14 rimbalzi) ma alla fine tutta la squadra è apparsa sottotono e nessun giocatore è sembrato in condizione di evitare la peggior sconfitta nei play-off dai tempi del 106 a 77 patito in gara 2 delle finali di Conference dai Portland Trail Blazers.
A questo punto la serie si sposta, per due gare che sanno già di decisivo, in California, dove a partire da giovedì si ricomincerà a giocare a basket. Un basket che comunque sta regalando una serie certamente all'altezza delle previsioni.
L'ultima battuta è però doverosamente riservata all'eroe di casa, Troy Hudson: “ Sono soltanto contento di essere stato capace di spingere i miei compagni alla vittoria. Contro i campioni del mondo. In diretta nazionale. In un "Big Game", una gara che conta. Questo è quello che si sogna”.
Vantaggio pari.
Alla prossima.