Inutile la buonissima prestazione di Karl Malone
Gara 1 del 1° turno playoff tra Sacramento e Utah si conclude come tutti gli addetti avevano pronosticato, con una vittoria dei Kings, ma il risultato non deve ingannare chi a prima vista guarda la partita solo sotto il profilo numerico, i Jazz hanno dato del gran filo da torcere alla squadra di coach Adelman, che è riuscita a vincere la partita proprio negli ultimi minuti, sfruttando il gioco tipico dei loro avversari: il pick and roll.
Tre azioni fotocopia dirette magistralmente da un Bibby non in gran serata di tiro, ma molto giudizioso in cabina di regia, hanno dato il vantaggio decisivo a Sacramento ed evitato una pericolosa rimonta di Utah che avrebbe dato sicuramente fastidio ai Kings.
Decisivi nell'economia della gara vinta da Sacramento sono stati i 15 liberi segnati in più dai californiani (con 18 tentativi in più) e l'incredibile 8/12 dalla lunga distanza, con Stojakovic e un importantissimo Jim Jackson in uscita dalla panchina, cecchini infallibili. Il duo dei Jackson ha portato in dote dal pino la bellezza di 28 punti, 9 punti in più dell'intera panchina di Utah, che ha visto un Kirilenko in strana difficoltà nella marcatura di Stojakovic e inconcludente in attacco. Come scritto in sede di preview Sloan ha giocato parecchi minuti con il quintetto alto, cercando di dare fastidio all'attacco dei Kings e soprattutto a Stojakovic, il risultato è stato una partita monstre di Ostertag a centro area, autentico dominatore del duo Webber-Divac, con 18 punti e ben 7 rimbalzi offensivi, ma con un Kirilenko sottotono, gli scarichi sul perimetro sono stati fatali per Utah che ha subito la precisione al tiro dei Kings e la fisicità del duo Jackson contro il proprio backcourt.
La partita era iniziata subito bene per Utah con un primo quarto all'insegna del ciapano per Sacto e un Malone sugli scudi con 13 punti che davano un ottimo vantaggio di 9 punti ai Jazz. Il gioco di Stockton all'insegna del continuo rallentamento, però non trovava le giuste misure nel 2° quarto, in quanto Utah non trovava più il canestro (9 punti solo nel quarto) e permetteva il rientro e il sorpasso di Sacramento, guidata dai canestri di Webber.
Utah ha cercato in tutta la gara di condurre il proprio gioco lento e pulito, sperando di limitare la velocità e il contropiede dei Kings, ma finendo col subire le offensive della banda di Adelman proprio sul campo abituale per il team da Salt Lake. Gioco ragionato e completo atto sempre a trovare il tiro giusto e sfruttamento della maggiore fisicità di alcuni elementi contro quelli di Utah. Come era previsto la panchina infinita di Sacramento ha dato i frutti che Adelman sperava per scardinare l'attenta difesa di Utah, capace di giocare una buona pallacanestro, di ridurre il potenziale offensivo dei Kings, ma purtroppo per Sloan incapace di trovare le chiavi giuste per completare la sorpresa. Le parole del tecnico a fine gara sono eloquenti: "Non abbiamo avuto la giusta mentalità per fare le cose che un team come il nostro deve saper fare. Contro una squadra come loro in casa loro non ci sono ripensamenti da fare."
Sacramento nel secondo tempo ha usato tutto il suo potenziale dal pino, permettendosi di ovviare al quintettone di Sloan, con un altrettando quintetto molto fisico con Clark o Jim Jackson insieme a Webber e Peja, che ha costretto Adelman a tenere un tipo come Christie seduto per gran parte della gara e anche Bibby spesso fuori soprattutto nella ripresa, per riuscire a trovare la giusta contromossa che ha permesso ai Kings di portare a casa una vittoria alquanto sofferta e sorprendente per la difficoltà con cui è arrivata.
Soprattutto la capacità di trovare con penetrazioni o giochi a due molto ben fatti, numerosi viaggi in lunetta, ha permesso ai californiani di ovviare ad una brutta serata al tiro e al fatto che i Jazz siano riusciti a tenere a rimbalzo, dove notoriamente Sacto fa la differenza. Adelman è parso moderatamente soddisfatto di come i suoi siano riusciti a mantenere la calma e trovare le armi giuste per scardinare la pressione difensiva dei Jazz: "Siamo riusciti a trovare delle azioni eccellenti in attacco anche se sotto pressione, non mi posso affatto lamentare delle decisioni prese in attacco. Siamo tenaci."
Questa vittoria sicuramente darà morale alla banda di Adelman, anche perche' le prime partite dei primi turni playoff, giocati in casa da favoriti assoluti, riservano sempre brutte sorprese e questo Adelman lo sapeva benissimo, per questo ha applaudito il modo in cui la sua squadra è riuscita a portare a casa il risultato. La panchina gli ha dato quelle certezze che servivano e che erano in preventivo, anche per un proseguo della post-season, alla ricerca del traguardo finale. Pur tirando male e non stravincendo a rimbalzo sono riusciti a domare una squadra tosta come Utah e questa è la cosa più importante per i Kings. Ora spazio a gara 2 con Utha che cercherà ancora di dare filo da torcere col proprio gioco rallentato e i Kings che sperano di riproporre le chiavi tattiche giuste per portarsi sul 2 a 0 ed andare a Salt Lake City molto più tranquilli.