L'allievo contro il maestro
Qui New Jersey: Alla pausa per l'All Star-Game, ai primi di Febbraio, periodo in cui di norma si fanno i primi bilanci, nell'incertissimo Est c'era una solida certezza, rappresentata dai New Jersey Nets di Jason Kidd, che guidavano il gruppo dall'alto delle loro 34 vittorie al cospetto di sole 15 sconfitte.
Il traguardo delle 50 vittorie( che sarebbe stato storico in quanto due stagioni consecutive da 50 o più vittorie non capitavano dai tempi della Aba) era praticamente certo, ma scorrendo i tabelloni di questo finale di stagione, nella casella delle doppievù dei Nets, c'è il numero 49. Questo significa che dall'All Star Game in poi hanno avuto un bilancio di 15-18, quanto ci basta per non indicarli in grande forma per l'inizio dei playoffs.
Le "retine" hanno manifestato una preoccupante fragilità nelle partite fuori casa, perdendo negli ultimi due mesi a Memphis, due volte a Cleveland, ad Atlanta e a Chicago. Insomma se non si tratta di un clamoroso tracollo, poco ci manca. Le cause sono state molteplici: il calo fisico di Richard Jefferson, il cui apporto era stato fondamentale nella prima parte della regular season, le continue voci di mercato riguardanti Jason Kidd, che sarà free-agent a fine stagione e l'infortunio di Mutombo, la cui assenza alla lunga si è sentita.
In sostanza quella che la scorsa stagione sembrava una corazzata indistruttibile in quel mondo a parte che è la Eastern Conference, quest'anno sembra molto vulnerabile: "Le ultime due settimane non abbiamo provato quel piacere a giocare insieme che avevamo la scorsa stagione, né quel fuoco interiore che ci ha permesso di arrivare in finale" ha sentenziato Lucious Harris, uno dei personaggi più rispettati nello spogliatoio dei Nets.
La sensazione è che le continue ed insistenti voci su Jason Kidd stiano rischiando di rompere un giocattolo, che da febbraio in poi ha cominciato paurosamente a scricchiolare. Le ultime notizie dicono che Dikembe Mutombo dovrebbe scendere regolarmente in campo in gara 1, dopo il grave lutto familiare (la morte del fratello) che lo ha colpito recentemente.
Qui Milwaukee: A Milwaukee, numericamente parlando, si è assistito ad un ottimo finale di stagione, con 8 vittorie nelle ultime 9 partite. Questi dati però non devono ingannare, considerato che il calendario delle ultime 9 gare era molto abbordabile con sole tre trasferte a Miami, Chicago e Toronto.
Però sembra che queste vittorie abbiano restituito speranza ad un ambiente che era apparso piuttosto sfiduciato dopo alcune pesanti sconfitte, come quella di Denver ( 108 punti concessi ad una squadra che ne ha 88 di media) o New York (120 punti concessi).
In sostanza lo scambio che ha portato nel Wisconsin Payton ( notoriamente ottimo difensore) e Desmond Mason ( buon difensore) per Ray Allen, non aveva sortito gli effetti sperati, anzi. Nel primo mese dopo scambio gli avversari dei Bucks avevano segnato più di 110 punti in ben 6 occasioni, una in più di quanto avevano fatto nei 4 mesi precedenti.
In più c'è stata anche la polemica di Tim Thomas, che si era rifiutato di rientrare in campo nella sconfitta con Denver del 26 Marzo. Da quel giorno al posto di Thomas in quintetto è partito il rookie Haislip, che almeno si è contraddistinto per l'impegno profuso in campo.
La stessa cosa non si può dire per Thomas, che a meno di clamorosi miracoli, ha completamente fallito quella che doveva essere per lui la stagione definitiva. Da quel giorno Thomas è entrato in silenzio-stampa da cui è uscito giovedì ammettendo che ci sono dei forti contrasti con George Karl, ma che non è il momento adatto per questo genere di polemiche e che si tratterrà per il bene della squadra. Ai giornalisti che gli chiedevano se l'intervista di giovedì sarebbe stata una cosa estemporanea ha risposto: " Sono stanco di buttare via soldi". Infatti in America i giocatori che si rifiutano di parlare con la stampa sono multati.
George Karl ha affermato che ora il rapporto con Thomas non è idilliaco, ma che comunque Tim lo sta a sentire e lo rispetta. L'allenatore dei "cerbiatti" non ha annunciato lo starting five, ma sembrano sicuri di un posto in quintetto Payton e Cassell come guardie e il Mason saltatore nel ruolo di ala piccola, nel ruolo di centro lottano per un posto Przybilla ( anche se è probabile che commetta più punti che falli nella serie), Ervin "Not so Magic" Johnson o anche il Mason meno atletico. Mentre nel ruolo di ala grande possono partire lo stesso Mason che non salta, Thomas o Haislip.
Nell'allenamento di giovedì Haislip e Johnson erano fra i titolari. "Marcus (Haislip) è partito in quintetto nelle ultime 8 partite, e ne abbiamo vinte 7 – ha detto Karl- quindi probabilmente sarà lui a partire in quintetto". Karl ha accennato a quella che potrebbe essere la rotazione contro i Nets e cioè cominciare con un quintetto leggero per poi rafforzarlo durante la partita, il che significa che a partire tra i cinque non saranno necessariamente i migliori giocatori.
Payton vs Kidd: L'allievo contro il maestro, il tema principale di questa serie. I media ovviamente si sono già sbizzarriti nel descrivere questa sfida tra i due playmaker, nati e cresciuti ad Oakland, come quella dell'allievo (Kidd) contro l'"anziano" maestro (Payton).
Da giovane sui playground di Oakland il giovane Kidd prendeva "lezioni" da Payton, "lezioni" che erano incentrate soprattutto sul passaggio, visto che , parole di Kidd, "Gary non mi lasciava mai tirare", ma una lezione rimase impressa al giovane Jason più di tutte: si gioca a basket sui due lati del campo.
"Imparare a giocare l'aspetto difensivo della pallacanestro" ha detto Kidd senza esitazioni, quando gli era stato chiesto quale fosse stata la cosa più importante che aveva appreso da Gary. "Non bisogna per forza essere quello che ha la palla in attacco. Per essere un giocatore completo, devi giocare bene sui due lati del campo, questo è quello che ho appreso da lui".
Ora quelli che Byron Scott ha definito due futuri "Hall of famers" incroceranno le spade sul parquet alla guida delle loro squadre nei playoffs per la seconda volta nella loro carriera ( la prima nel 1997 primo turno Sonics- Suns, vittoria 3-2 dei primi).
Anche se Payton ha cercato di ridimensionare la questione tra lui e Kidd, come succede spesso, in questi casi, con parole di circostanza: "la sfida non è tra me e Jason ma tra i Bucks e i Nets, entrambi cercheremo di fare del nostro meglio per portare le nostre squadra alla vittoria".
Il "nostro Gary" ha attinto a piene mani dall'interminabile catino dei luoghi comuni, a cui noi italiani siamo ben abituati, ma tutti sappiamo che la sua lingua, quanto può essere convenzionale dietro un microfono tanto può essere biforcuta e velenosa dentro un campo da basket.
Dal punto di vista tecnico, quello che tutti chiamano GP ha detto di Kidd: “per fermarlo è necessario che gli stia sempre davanti e cerchi di contenerlo, il loro gioco è quello di correre con lui, così la nostra speranza è quella di neutralizzarlo, di levargli il pallone dalle mani e far fare il playmaker a qualcun altro. Ma è un'impresa ardua perché ha il pallone tra le mani per il 90 per cento del tempo".
Mentre il numero 5 dei Nets ha detto del "collega " E' in grado di difendere contro chiunque, se avesse più chili difenderebbe anche su Shaq. Qualunque sfida riesca a stuzzicarlo, gli fa tirare fuori il meglio". E quale sfida migliore di Jason Kidd?
New Jersey vince se: Riesce ad imporre il suo gioco, le voci su Kidd, almeno per un pò vengono messe da parte, Mutombo riesce a dare minuti importanti, Jefferson torna quello di inizio stagione e come ha detto Martin ( che contro i Bucks viaggia in questa stagione a 21 punti e 10 rimbalzi di media): "fermare il loro tiro da fuori" indubbiamente l'arma più pericolosa dei Bucks.
Milwaukee vince se: Riesce a non soccombere a rimbalzo, cosa che le è capitata un po' troppo di frequente in questa stagione, l'attacco trova l'armonia che si è vista solo a sprazzi questa stagione e la difesa si assesta su livelli accettabili, come nell'ultima vittoria contro i Nets in regular season. L'impressione è che comunque senza un apporto dai suoi lunghi A. Mason, Johnson e Przybilla i Bucks faranno poca strada.
Un po' di numeri: Dando un'occhiata alle statistiche generali di questa regular season ci sono alcuni numeri che meritano una menzione in quanto potrebbero rivelarsi determinanti per questa serie.
Innanzitutto i Bucks sono la penultima squadra dell'intera Nba come numero di rimbalzi catturati ( 39,5 a partita contro i 42,9 dei Nets) e terz'ultimi come percentuale concessa dal campo agli avversari ( 45,8%) mentre i Nets in questa classifica sono secondi della lega concedendo appena il 42,7% agli avversari. Rimbalzi e difesa sono i due pilastri su cui poggiare se si vuole far strada nei playoffs e questo dovrebbe dirla lunga sul pronostico di questa serie.
Però ci sono altri numeri che rendono i Bucks una "mina vagante" sono primi in assoluto nella lega nella percentuale da tre punti con un eccellente 38,2 % e sono secondi nel minor numero di palle perse. Però vanno poco in lunetta ( ventesimi in assoluto con 23,3 tiri liberi tentati a partita), altra caratteristica indispensabile in quanto indice di fisicità ed aggressività , merce indispensabile nei playoffs della Nba.
I Nets invece sono quinti in questa speciale classifica con una media di 26,8 tiri dalla lunetta, 3,5 in più dei Bucks. Per finire l'esperienza, altro fattore determinante: i Bucks hanno quattro giocatori con almeno 80 partite di playoffs giocate in carriera e cioè Kukoc, A. Mason, Payton e Cassell, mentre il primo dei Nets Kidd ne ha giocate 66.
Questo tuttavia potrebbe non significare molto anche perché, parole di Karl " Non siamo una squadra che ha fatto esperienza nei playoffs insieme, ma individualmente". Infatti di quei quattro l'unico ad aver giocato partite di playoffs con la maglia dei Bucks è Sam Cassell.