Minnesotà troverà un modo per arginare Shaq?
Les jeux sont fait, rien va plus!
Si amici, dopo un giro, diciamo di prova, o se vogliamo utilizzato per scegliere i posti al tavolo, ecco che la partita di poker per il titolo NBA 2002/03 ha battuto la sua prima ora e la griglia per la corsa ai due posti validi per rappresentare Est e Ovest nelle finali è cominciata.
E' cominciata come?
E' cominciata dalla fine, ovvio. E' cominciata con la fine della regular season, che come spesso accade ha rispettato le attese in termini di interesse e spettacolo, ma in alcuni casi le ha disattese quasi completamente in termini di assegnazione di posizioni.
E' accaduto così, che i campioni del mondo in carica dei Lakers che già avevano preparato la battaglia psicologica e mediatica contro Dallas, si siano ritrovati grazie a due vittorie contro Denver e Golden State (a proposito complimenti a Dunleavy jr per il buon finale di stagione) con il quinto spot utile.
Una quinta posizione persa o sfuggita ai soliti inconcludenti Portland Trail Blazers, caduti sul più bello contro i Clippers, che ha assegnato in sorte ai Lakers un avversario più sornione, meno pubblicizzato ma per molti versi tecnicamente e psicologicamente più difficile come la KG's Posse: i Minnesota Timberwolves.
Per molti, una beffa.
Ma come? Mezza America sta già pontificando sul fatto che si tratta di un primo turno di assoluto interesse. Che i Lakers non potranno ripetere la scalata dello scorso anno partendo da una posizione ancora più bassa (quinto posto invece di terzo), che Dallas avrebbe potuto invece scatenarsi per infrangere il taboo Staples e non se ne fa nulla?
No. Non se ne fa nulla. E forse è meglio così. Meglio non per quello che ci si perde. Meglio per quanto ci si guadagna.
Si guadagna una serie che si prospetta bellissima perché relativamente inattesa. Una serie che vedrà in campo due squadre con storie stagionali diversissime.
I Minnesota T-wolves sono partiti nell'indifferenza, considerati forse soltanto una squadra con un grande campione ma senza profondità e che invece hanno forgiato il proprio record sulla continuità di rendimento interno, sulla costanza e sulla definitiva maturazione delle sue stelle, Garnett e Szczerbiak.
I Lakers sono partiti con il malcelato proposito di quadri (tetra) peat che sembrava essersi dissolto dopo appena un mese di gioco e che invece hanno saputo rinvigorire e rafforzare con una seconda parte d'annata da 39 vinte e 13 perse, un ciclo cominciato dopo le dichiarazioni (folli per quel momento) di Robert Horry.
Chi e quali saranno i temi decisivi della serie?
Ce ne sono molti sulla carta e ve ne saranno altrettanti alla prova del campo, c'è da aspettarselo.
Da entrambe le parti c'è una solidità nelle gare interne davvero importante. Questo non vuol dire però, la matematica certezza del rispetto del fattore campo.
Entrambe le squadre hanno dimostrato di poter essere "corsare" in molte occasioni.
Il gioco fisico sarà una componente essenziale. Garnett e Shaq fanno della propria incredibile prestanza atletica due componenti assolutamente uniche. Ma anche gli altri, il bianco Szczerbiak in testa, sanno far valere centimetri e chilogrammi a dovere.
Se guardiamo al passato, i Minnesota saranno caricatissimi nel voler sfatare il loro personale record negativo nelle gare di play-off, affrontate per la prima volta assoluta con un record da fattore campo. Dalla parte angelina al contrario, molte risposte dovranno arrivare da quegli uomini, gli "altri", che per ora si sono limitati a farsi guidare dalla Combo, mentre d'ora in poi con la frequenza di gioco e il tipo di gara alla quale si assisterà dovranno per forza far rifiatare in alcuni casi le proprie stelle.
Sbilanciandosi in un pronostico, se si deve individuare un uomo che potrà essere decisivo, si possono individuare un paio di nomi per franchigia. Dimenticato l'ovvio (i quattro assi faranno il loro dovere), da parte T-wolves conteranno certamente le mani di Nesterovic, chiamato ad un compito almeno difficile, limitare il 34 anche con falli duri ma necessari, nonché la vitalità di Troy Hudson, che dovrà far correre per tutti i minuti a sua disposizione la difesa dei giallo viola.
Dal lato californiano invece, per continuare a coltivare ambizioni di titolo, l'apporto indispensabile dovrà arrivare da Horry, più che mai specialista difensivo e jolly fondamentale della squadra e magari da Rich Fox, chiamato anche quest'anno ad elevare il proprio standard difensivo e di precisione.
Se poi ci scappasse qualche botta o falletto nei momenti giusti"
In chiusura d'obbligo le dichiarazioni. Partendo dal presupposto che i confronti stagionali stanno sul 2 a 2, nessuno dei protagonisti si è voluto nascondere.
I Lakers hanno chiarito le proprie intenzioni al termine della penultima gara, contro i Nuggets. Portavoce ufficiale degli umori da spogliatoio, Kobe Bryant:”Ci piace questa stagione perché chiunque crede di poterci far pressione perché giocheremo tutte le serie senza fattore campo. Se le altre squadre si aspettano che perderemo fuori casa, stanno per avere un duro risveglio“.
Il numero 8 dei Lakers non è noto per avere peli sulla lingua, ma il collega MVP dell'All Star Game 2003 non è da meno:”La differenza per quest'anno è il fattore campo. Non permetteremo a nessuno di sovrastarci sul piano morale o di spaventarci. Quest'anno lottiamo davvero“.
Che dire?
Buon T-wolves Vs Lakers, timidoni.