Un ragazzo da… Amare

Quando Amare decide di metterne 2, nemmeno un grande difensore come Duncan può farci niente….

CHI E'

STAT (il primo di sempre, che sta per ‘standing tall and talented’…diventato poi anche un tatuaggio sul braccio sinistro), ma anche Dynamite, Kid Rock, Power child, Demolition Man,…solo per citare alcuni dei nick che sono stati dati o proposti per lui. Di chi sto parlando?

Ma di Amare Stoudamire naturalmente, il bimbo prodigio di Phoenix che è ormai sulla bocca di tutti.

Ho visto il futuro dell’NBA e il suo nome è Amare Stoudamire. Non mi fraintendete, Yao è bravo, dannatamente bravo, ma Stoudemire è già  più dominante di tanti giocatori che sono nella lega da tanti anni e non farà  altro che migliorare. Segnatelo: questo ragazzo diventerà  spaventoso!” parole e musica di Shaquille O’Neal, uno dei 2 idoli di gioventù del rookie di Phoenix.

L’altro? Shawn Kemp (quello vero), il giocatore a cui più soventemente viene paragonato, insieme al postino di Utah. Dice Flip Saunders: “Ha l’esplosività  e l’abilità  nel fare grandi giocate di Kemp e il temperamento, la forza mentale e fisica e l’aggressività  a rimbalzo di Malone. Non ha paura di niente, va sul campo e gioca duro. Non importa chi ha davanti, lui cerca sempre di schiacciare qualunque palla viaggi intorno al canestro. Non gioca come uno della sua età ”.

E di prove ne abbiamo avute fin troppe quest’anno dal ragazzo proveniente dalla Cypress Creek high school di Orlando. 24 punti e 15 rimbalzi (di cui 10 offensivi, record stagionale NBA) in faccia alle twin towers di SA, 38p e 14r in casa di Kevin Garnett (con Kendal Gill che al termine dichiarò “servono 3 persone per marcarlo, perché oggi abbiamo provato tutta la sera con 2 e di sicuro non ha funzionato…”), 16p e 21r (altro record, ma all time, per un rookie nei Suns) contro i Grizzlies dello sfortunato Wright, reo di averlo un po’ provocato dopo l’incontro dell’8 dicembre a Memphis (in cui Amare mise a segno la miseria di 2p e 2r).

Un altro po’ di cifre? 13p e 9r a partita (di cui 3 offensivi, 7° nella lega), 25 doppie doppie, 465 liberi tentati (18°, chiaro segno della sua poca ‘paura’ di prendere legnate nel sottobosco). Mai nessun rookie proveniente direttamente dal liceo aveva fatto registrare simili stats (eccezion fatta per Moses Malone, ma era anche un’altra epoca quella, con 2 leghe diverse, meno gare ecc..) e nessuno ha mai vinto il ROTY, titolo per cui ‘mari è legittimamente candidato. A Phoenix la gente lo adora già , vedendo in lui la pietra su cui fondare un futuro vincente.

Il passato…

Ripercorriamo un attimo le tappe della vita di questo ragazzo, che ne ha già  viste di cotte e di crude. I primi problemi cominciano a 12 anni, quando il padre muore d’infarto e la madre Carrie comincia a frequentare il carcere più di casa, seguita a ruota dal fratello maggiore, Hazell, anche lui una giovane promessa liceale, ma un po’ troppo innamorato delle armi e delle minorenni (leggi spaccio e stupro).

In questo periodo è il basket a tenerlo fuori dai guai, anche se non gli fa evitare di cambiare 6 licei in 2 anni, cosa che Amare ha ricordato recentemente quando venne paragonato agli altri liceali “Anche loro hanno più esperienza di me, perché hanno fatto 4 anni di liceo, non solo 2”. Ma torniamo a noi.

Il primo ‘padre’ che Amare trova è Travis King, un allenatore AAU, che vedeva in lui solo un modo di fare soldi (era anche un agente Adidas) e procurarsi qualche buon posto in qualche università  di Orlando. La cosa ovviamente venne fuori e ‘mari si sbarazzò di lui, passando sotto l’ala protettiva del reverendo Bill Williams: una gran ‘fortuna’! Il reverendo era infatti un’altra losca figura, sempre con le mani in pasta dappertutto, e chissà  cosa avrebbe fatto ad Amare, se (per fortuna) non avesse dovuto far visita per l’ennesima volta ad un carcere, con l’accusa di corruzione aggravata. E la cosa comica è che il ragazzo, evidentemente confuso, lo difendeva pure…

Il terzo di questi ‘padri’ è Marc Little, consigliato ad Amare dal reverendo, che in quattro e quattr’otto gli fa passare una grana con la FHSAA, la commissione delle HS della Florida, che lo esclude dal torneo al suo anno da Junior, per un problema di mazzette. Little infatti è legato alla Nike, che allunga’ alla madre qualche centone mentre si trovava in carcere. Little fortunatamente riesce a mettere una pezza sulla situazione, facendo capire alla commissione che Amare era totalmente estraneo alla faccenda (cosa vera). Nel frattempo la madre torna in libertà  e comincia a occuparsi dei ragazzi con problemi di tossicodipendenza. Una bella svolta, considerando che così poteva tornare vicina ai propri figli, rimasti troppo tempo soli.

Con una situazione famigliare più ‘stabilizzata’ e con il chiarimento con la FHSAA, Amare può concentrasi finalmente sulla cosa che gli riesce meglio: giocare! Per i suoi coetanei è un rebus irrisolvibile. Troppa la potenza, troppa l’agilità , troppa la grinta, per poterlo minimamente contenere e così si viaggia intorno ai 30+20, cifre che spalancano gli occhi di tutti gli scout d’america.

La sua sicurezza nei propri mezzi è immensa: “Io arriverò nella NBA – diceva – ma non mi basta. Voglio diventare una pietra miliare di questo sport, come Russel, Erving, Jordan. Cosa penso degli altri liceali? Sono buoni giocatori, ma Tyson è un mollaccione, mentre Kwame e Curry stanno dimostrando di non avere ‘fame’ come me.” Parole forti senza dubbio, a cui però farà  seguire i fatti…

…il presente e il futuro

Al draft c’era nonostante tutto un pò di titubanza nei suoi confronti, vuoi per la scarsa annata dei liceali nella stagiona precedente, vuoi per i suoi trascorsi difficili. Buon per i Suns che se lo sono visti libero alla chiamata!

A Phoenix serviva come il pane qualcuno che finalmente riempisse l’area pitturata, rimasta orfana dai tempi di 'Sir' Charles Barkley. Un’ala grande che difende forte e che da il suo contributo in attacco non è mai facile da trovare e Amare era l’uomo giusto al momento giusto. Cosa si può volere di meglio di un giovane ragazzo che da tutto quello che ha in campo, per riconquistare quel pubblico che si era sentito tradito durante la stagione precedente e che aveva iniziato a disertare l’America West Arena?

Credo che Colangelo meriti una grossa statua d’oro per la sua decisione di scegliere Amare. Questo è un ragazzo di cui si parlerà  molto in futuro. Se mi ha sorpreso? No, più che altro mi ha impressionato! E’ molto giovane, pieno di talento e con un corpo già  scolpito (2.08 x 112kg n.d.r.) e sta facendo molto bene”. Questo il commento di David Stern agli inizi di dicembre.

Un’altra qualità  che va attribuita ad Amare è la grande etica lavorativa (altro elemento in comune col postino di Utah), la voglia di migliorare giorno dopo giorno, che lo ha portato già  ora ad evidenti passi avanti rispetto all’inizio della stagione.

Prima, abituato solo ad abusare fisicamente dei pari età , in attacco si affidava solo al fisico. Ora si cominciano a vedere qualche buon movimento spalle a canestro, un discreto trattamento di palla (che gli ha permesso di realizzare coast to coast notevoli e sfornare qualche assist eccellente) e un approccio alla gara più ‘ragionato’.

Certo, l’atletismo non è stato certamente messo in secondo piano e viene fuori prepotentemente in occasione di stoppate ad altezze irreali e schiacciate di grande effetto e potenza (ma anche abilità  come dimostrato all’ASG). Chiedere ad Olowokandi, ‘posterizzato’ da Amare durante il match giocato a LA qualche mese fa. Gesto che ha fatto ‘piangere’ anche Marbury, la cui espressione valeva più di mille parole.

Proprio Starbury è uno dei più accesi tifosi del numero 32: “Una volta che avrà  imparato il gioco, sarà  finita. E’ senza dubbio il miglior giocatore che abbia mai visto venire fuori da un liceo (e Marbury è stato compagno di squadra di Garnett nel suo primo anno nella lega. n.d.r.). E’ incredibile quanto sia duro e dominante”.

La sua maturità  è un’altra delle cose che fanno ‘paura’. Un esempio su tutti: ad un certo punto della recente gara con GS, Jamison gli fa un bruttissimo fallo per non farlo schiacciare, gettandolo a terra bruscamente. Marbury gli corre subito vicino per cercare di evitare che commettesse una sciocchezza reagendo male.

La risposta di Amare? “Tranquillo, non credo l’abbia fatto apposta. E poi quando stai vincendo non ci sono mai problemi…”. Certo, limiti ce ne sono ancora tanti, ma non è certo il tempo per eliminarli che gli manca, avendo solo 20 anni! Ed è per questo che si parla di lui come di un possibile dominatore.

Hanno detto di lui

O’Brien: “E’ un diavolo di giocatore! Un grande rimbalzista che va forte a canestro. Sta per diventare un grande realizzatore e credo, nel giro di poco tempo, uno dei primi 10 della lega, forse uno dei primi 5.

Michael Jordan: “E’ molto aggressivo vicino al canestro, sia per i rimbalzi che nel finire le azioni. Una volta che avrà  imparato a usare sia il fisico che la testa credo che diventerà  una vera forza”.

Gary Payton: “Può essere una bestia…e intendo proprio una bestia. Vedete tutti cosa sta facendo. Se continua a lavorare così diventerà  immarcabile, un giocatore come Malone o Garnett, in grado di dominare una gara in lungo e in largo”.

Bob Ryan (giornalista del Boston Globe): “Io sono il presidente del Yao Ming fan Club, ma credo che chi non voti per Stoudemire, non abbia visto questa stagione. Lui è il rookie dell’anno, senza dubbio. Sarei estremamente stupito del contrario”.

Eddie Johnson (ex giocatore dei Suns): ”Incredibile! Ho visto giocatori tirarsi indietro e non cercare di stopparlo mentre schiaccia. Non si vede mai un veterano impaurito da un ragazzino, ma loro sanno che verranno posterizzati e che lui cercherà  di piegare le loro braccia con tutte le sue forse. Questo è il modo in cui Shaq agisce!”.

David Robinson:”Lo sapete, sono entrato in campo determinato a non concedergli niente, ma lui ha un’aggressività  che difficilmente si trovano in un rookie. Non era minimamente intimidito la prima volta che ci siamo incontrati”.

Hubie Brown (dopo la gara dei 21r):”Oggi era un mostro! Ha creato così tante situazioni positive per la sua squadra sacrificando il suo corpo. Sono molto fortunati ad avere un uomo come lui, che ha grande atletismo e gran cuore”.

Doc Rivers: “E’ impressionante! Se non ha paura di nessuno adesso che ha 20 anni, che cosa diventerà  a 25?

Infine ecco cosa ne pensano di lui il suo ‘rivale, Yao Ming e il coach di Houston.

Yao: “Sembra come se giocasse da anni. E’ molto veloce e salta tantissimo, facendoti spendere un sacco di energie per contenerlo. Non ho mai visto un ventenne giocare così bene. Io a 20 anni non ero nemmeno la metà  di lui. Se non ci saranno altri Stoudemire nel futuro, credo che potrò avere una carriera qui”.

Rudy T: “La cosa che più mi impressiona di lui è la sua autostima. Quando stai lottando per un rimbalzo, devi credere di essere l’unico in grado di prendere la palla. Beh…lui crede sempre di poterle prenderle tutte!”.

Insomma…

…i Suns, come dice Cotton Fitzsimmons, potrebbero aver fatto la loro miglior scelta di sempre, ma ancora è un po’ presto per dirlo. Ci vivrà , vedrà . Non è comunque difficile immaginare Colangelo nel suo ufficio che si sfrega le mani con aria soddisfatta…

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