Così non va!

Senza Finley, il tedesco è spesso costretto agli straordinari…

Mavericks @ Lakers 99-108
Mavericks @ Suns 89-112
Mavericks @ Jazz 92-95
Warriors @ Mavericks 108-117

12 dicembre 1990: l'ultima volta che i Mavericks sono usciti in festa dallo Staples Center dopo una partita con i Lakers, risale proprio alla fine del 1990. Nei successivi 25 incontri sempre e solo sconfitte.

Coach Donn Nelson, visibilmente deluso dopo il match, se l'è cavata con i giornalisti dicendo: «Molte squadre non hanno fatto molto bene in questo palazzetto, non penso che siamo i soli.»

Oltre alle parole dell'allenatore dei Mavs, c'è da dire che se nell'incontro di qualche giorno prima, Dallas poteva recriminare, in questo la direzione di gara è stata giusta. I padroni di casa hanno meritato la vittoria al 100%.

Nelson aveva posto una strettissima marcatura sia su O'Neal che su Bryant: solo 28 punti in due. Da 125 partite uno dei due era sempre stato il top-scorer della squadra. Leggendo ciò che ho scritto senza sapere come sia finito il match, verrebbe da fare i complimenti ai texani, ma forse è meglio lasciarli per un'altra volta.

La marcatura sui due All-Star è stata fin troppo asfissiante e così i loro compagni hanno avuto chances - che non hanno quasi mai nel resto della stagione - per andare al tiro. Devean George il migliore. 21 punti partendo dalla panchina.

Euforia, a fine gara, da parte dei Lakers e soprattutto per Kobe Bryant che, dopo una serata non certo da mettere nell'album dei ricordi, ha detto: «Tutti hanno giocato bene stanotte e riuscire a vincere una partita come questa è grande! Tutti hanno giocato in modo incredibile! Sono molto, molto contento!»

Anche Fox ha sbeffeggiato un po' i Mavs e ha risposto a chi vedeva la fine di un ciclo: «Sarebbe stato meglio non svegliare il gigante che dorme. Un sacco di persone ci hanno criticato. E' troppo presto per parlare.»

I Mavs però non solo hanno perso - restando però quasi sempre in partita -, ma sono stati anche raggiunti dagli Spurs, il team più caldo dopo l'all-star game.

Anche nella gara successiva, contro i Suns, non sono andati bene. Phoenix, motivata dalla corsa playoff, è sembrata in grado di controllare la partita sin dal primo quarto, raggiungendo un vantaggio di 11 punti. Marion e Hardaway gli autori di questo successo. 31 punti, 15 rimbalzi e 4 assist per l'ala, tripla doppia ottenuta col minimo risultato (10, 10, 10) per la guardia.

«Non ho molto da dire sulla partita, non era che una partita. Siamo entrati in campo spenti e non siamo mai riusciti a giocare insieme.» Queste le parole di Nelson ancora deluso per la seconda sconfitta di seguito.

Dall'altra parte un Frank Johnson molto contento diceva: «La prima cosa che mi salta alla vista è che loro hanno tirato con il solo 40%, e per noi è molto importante. Abbiamo avuto qualche amnesia ma sono compiaciuto della nostra performance. Abbiamo giocato la palla molto bene e superato la loro zona. E' stato un match divertente per noi e penso anche per gli spettatori.»

E' proprio questa la chiave di lettura della partita. La zona di Donn non ha funzionato molto bene e nemmeno in attacco le cose sono andate bene. Dallas ha commesso anche 19 falli trasformati da Phoenix in 26 punti. San Antonio, come se non bastasse, ha effettuato il sorpasso ed ora è ad una partita di distacco dai texani.

Pure la terza partita consecutiva "on the road", per i Mavericks ha significato la terza sconfitta consecutiva. Nemmeno a Salt Lake City le cose sono andate per il verso giusto e un buon LaFrentz, oltre ai soliti Nowitzki (34 pt, 8 r.) e Nash (19 pt., 10 ass.), non è bastato di fronte ad un ottimo Andrei Kirilenko e ai due vecchietti terribili.

Jerry Sloan, a fine partita, ha fatto i complimenti alla squadra, ma in particolare a Malone, di cui ha detto essere stato, da solo, l'attacco di Utah. E infatti, è ancora la difesa la principale colpevole di questa sconfitta. Kirilenko e Karl hanno fatto ciò che hanno voluto. Solo alla fine Dallas è riuscita ha limitare Malone (4 punti nell'ultima frazione) liberando però i suoi compagni di squadra.

A fine gara, oltre a Calbert Chaney e a Sloan, anche Nowitzki, che ha duellato con lui tutto il match, si è complimentato con il numero 32 dei Jazz: «E' così alto. E' un grande rimbalzista e se non metti il corpo davanti al suo dopo un tiro, trova sempre il modo di arrivare sul tabellone e mettere le sue grandi mani sul pallone. Ha fatto vedere qualche numero davvero speciale durante la partita. E' un giocatore speciale.»

Guardando allo specifico, il match è stato quasi sempre in bilico e i Mavs, nel finale, c'hanno messo il cuore, ma non è bastato. Sotto di 9 (92-83) a 1:32 dal termine, Nash e Nowitzki ne hanno segnato altrettanti e ridotto il gap (Utah ne ha fatti 2) a soli due punti: 94-92. La palla però, tornata in mano ai Jazz, finiva di nuovo nella retina di Dallas. L'autore del canestro, Kirilenko, metteva a segno uno dei suoi due tiri liberi e consegnava la vittoria alla sua squadra.

Finalmente il ritorno a casa. E finalmente la vittoria. A farne le spese è Golden State che, contro i 117 punti dei padroni di casa, non va oltre quota 108.

Protagonista della serata, manco a dirlo, Dirk Nowitzki, autore di 37 punti, 12 rimbalzi e 5 assist. Grazie a lui e al resto della squadra, Dallas supera il record di vittorie in una stagione e giunge a quota 58: «In 25 anni, non ho mai avuto una squadra che ha fatto meglio in rapporto al talento a disposizione. Sono molto orgoglioso dei ragazzi e del record» ha dichiarato Nelson a fine gara. Purtroppo però il distacco dagli Spurs è ancora di 1½ partita.

Se però, Dallas perde in casa dei campioni in carica dal dicembre del 1990, Golden State non vince contro i texani dal 10 aprile del 1999. E lo stesso Nash - che ha annullato Arenas -, in risposta ad una domanda sulla sconfitta con i Lakers ha detto: «Non so perché abbiamo perso così tante volte di seguito allo Staples Center e non so nemmeno perché i Warriors non vincono contro di noi dal 1999. Sono una buona squadra, non so come spiegarlo.»

E infatti gli ospiti non hanno poi giocato così male, hanno tirato col 44% dal campo (come Dallas), hanno preso più rimbalzi, ma non hanno avuto un giocatore che abbia potuto dare un apporto simile a quello di Nowitzki, che con quella contro Golden State ha registrato la sua 39esima tripla doppia stagionale.

E soprattutto non hanno avuto Arenas, o meglio, era in campo, ma un semplicemente straordinario Steve Nash gli ha consentito solo 5 punti. Insomma, Dallas è riuscita, finalmente a combinare, bene, attacco e difesa.

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