Defensive Player 2003

Ben Wallace in tutta la sua esplosiva fisicità …

“Signori e signore, il vincitore della categoria miglior giocatore difensivo per la lega di basket NBA nella stagione 2002/03 è: (per favore immaginatevi il rullo di tamburi…) Ben Wallace!”

OK, l'articolo è finito, grazie di avere scelto Play.it USA, alla prossima.

No, aspettate un secondo.
C'è forse da dire qualche cosa in più rispetto a questa scarna ma prevedibilissima presentazione. Alla fine della stagione come sempre, la NBA usa nominare ufficialmente quelli che sono stati i migliori giocatori in alcuni aspetti del gioco, oltre che il numero 1 assoluto, l'MVP.

Come sempre le candidature sono molte, ma come si può evincere dall'attacco di questo pezzo, che nulla fa se non ricalcare il pensiero della stragrande maggioranza dei sondaggi negli Stati Uniti, il candidato principe nonché strafavorito per il titolo di miglior difensore dell'anno è lui, il gigante della Virginia, il giocatore scartato da mille squadre esploso sono due anni fa a Detroit, il numero 3 dei Pistons Ben Wallace.

Il perché di questa scelta sta, per una volta, tutto nelle statistiche. Il centro dei Pistons ha collezionato quest'anno una media di 15.4 rimbalzi a partita, quasi il doppio dei punti segnati.

Ha condito questa rimarchevole statistica con 3.07 stoppate e 1.39 palle rubate ogni 48 minuti che Dio ha messo sulla Terra. Il risultato si è concretizzato in un'annata assolutamente positiva (ultimo infortunio a parte) per Wallace, ma ha anche portato non pochi effetti indiretti.

Prima di tutto per la squadra, che quest'anno sta lottando per il miglior record assoluto ad est, un risultato non ancora certo ma sicuramente alla portata di una franchigia indicata da molti come solida, ma non certo come la prima pretendente allo spot numero 1 nei play-off. Un risultato invece praticamente acquisito è quello che vede ormai cronica la prima posizione dei Pistons come la squadra con la più bassa media punti subiti della lega, la miseria di 86.7.

Al miglior rimbalzista della storia di Detroit dopo Dennis Rodman (ancora imbattuta la sua media di 16.1 rimbalzi nel 1996/97), devono un grazie anche Corliss Williamson, che può annoverare molta parte delle sue eccellenti statistiche da quasi miglior sesto uomo dell'anno alla presenza protettiva del compagno e Zeljko Rebraà§a, la cui tecnica ed esplosività  si allineano ottimamente con la forza del numero 3 in maglia rosso blù.

Un uomo solo al comando quindi. Un candidato quasi pronto alla rielezione. Ma, fra i lunghi NBA, chi può stare al passo del tank del Michigan?

Fra i candidati preferiti dal pubblico e dai tecnici NBA, le preferenze sembrano andare nettamente nella direzione di Tim Duncan e Kevin Garnett.

Entrambi sono grandiosi giocatori bidimensionali così come grandi difensori. Entrambi sono giocatori assolutamente indispensabili per le rispettive compagini. Entrambi sembrano avere le statistiche e le carte in regola per puntare a questo riconoscimento. Per Duncan infatti parlano 13 rimbalzi e 2.9 stoppate a sera, mentre per KG distribuisce i suoi sforzi in 13.3 rimbalzi, 1.53 stoppate e 1.4 rubate a partita. Per entrambi però c'è l'handicap di un ruolo da superstar. Un controsenso? Non proprio.
La spiegazione è infatti semplice.

Entrambi questi giocatori sono candidati serissimi al titolo di MVP della lega e hanno numeri in attacco che spesso oscurano le cifre della difesa. Logico quindi che la giuria NBA non voglia limitare le loro chances di vittoria con un titolo che potrebbe suonare troppo specializzante. Un discorso che potrà  valere anche per molti altri ottimi difensori in altri ruoli.

Se vogliamo dare invece dare un ultima occhiata ai lunghi, senza peraltro toccare vette da MVP o grandi cifre di squadra, il nome di Theo Ratliff è sempre una garanzia, ma le 3.08 stoppate di media a gara non sembrano sufficienti per farlo uscire dalle secche degli Atlanta Hawks.

Capitolo piccoli.
Cercando un contendente per Wallace nei ruoli più piccoli, il primo nome che viene in mente è certamente quello di Doug Christie. La guardia tatuatissima di Sacramento è infatti il vero antagonista di Big Ben per la vittoria finale.

In questo caso le sue statistiche dicono soltanto che oltre ad essere un habitué dell' All-defensive Team, è il secondo miglior scippatore della lega con 2.34 rubate per gara. Ma dietro questo numero c'è davvero di più. La guardia scuola Lakers, oggi primo rivale dei giallo-viola, è il vero perno difensivo dei Kings.

Il suo gioco è quanto di più vicino al manuale della difesa esista oggi nella NBA, non a caso coach Adelman sa sempre su chi contare per marcare il miglior realizzatore avversario. Da sottolineare che per un eventuale sua sfida su sette gare con Kobe Bryant c'è gente che sta facendo la coda sin da oggi.

E parlando di Bryant, si parla di un altro conadidato MVP assoluto che avrebbe qualche parola da spendere nella corsa a difensore dell'anno. Le sue 2.17 rubate e la sua presenza nel miglior team difensivo sono una presentazione assai efficace. Contrasta però il fatto che Kobe, così come molti altri mostri sacri, tenda a spremere il meglio dei propri fondamentali difensivi solamente in alcuni momenti cardine oppure in occasioni dei play-off, momento nel quale i premi sono già  assegnati.

Lo stesso discorso potrebbe essere valido infatti per almeno altri 10 campioni, che nonostante non siano specialisti sanno diventare all'occorrenza mastini difficilmente addomesticabili: fra i tanti vale la pena di ricordare Allen Iverson, fra l'altro leader della classica delle palle rubate con 2.66 furti a sera. Seguono a caso, Latrell Sprewell, Bonzi Wells, Gary Payton, Jason Kidd, Ray Allen, Tracy McGrady.

La lista potrebbe essere lunga, ma vale la pena di concludere con due nomi che potrebbero fare la parte degli outsider: gli alfieri di Indiana Ron Artest e Jermaine O'Neal. Il primo ruba 2.17 palloni per gara ma potrebbe essere limitato da un caratteraccio assai proporzionale al talento. Il secondo invece è uno dei pochi lunghi veramente dominanti ad est e può vantare statistiche da 10.4 rimbalzi e 2.28 stoppate a sera. Entrambi hanno numeri e prove pratiche fornite sufficienti per mettere qualche pulce nell'orecchio di qualsiasi giurato.

Ah già , ma mi stavo dimenticando un particolare, il titolo è già  assegnato, no?

Perciò, basta con i discorsi. Un bell'applauso per il miglior difensore dell'anno il signor…

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