Lo spettro di Ive sui Playoffs

Iverson sarà , con ogni probabilità , la scheggia impazzita dei Playoff NBA all'Est…

E Philadelphia ha schiacciato l’acceleratore.
15 doppie “V” su ventuno incontri, proprio nel momento caldo della stagione, quello in cui, assieme alla primavera, sboccia il vero “Nba Basketball”, quello dei playoffs.

I fan dei Sixers hanno finalmente trovato le risposte a quei dubbi che mettevano vari punti interrogativi sulla capacità  dei ragazzi di Larry Brown di agganciare le vette della Eastern Conference. E le risposte più perentorie non potevano che arrivare da “The Answer” in persona, Allen Iverson.

Un giocatore ed un ragazzo davvero incredibile, capace dall’”alto” del suo 1m e 78 cm di trasformare una squadra, di trascinarla fino a farla esplodere, a renderla una pericolosissima mina vagante per i Playoffs, sognando ancora oggi un primo posto nall’Atlantic Division, del tutto alla portata, e chissà  se non anche qualcosa in più.

35 sul campo di Sacramento, quando Philly ha rischiato l’impresa, 36p per stendere i Blazers, 40 per annichilire definitivamente i Sonics e Rey Allen, 31 per mandare un messaggio chiaro ai Pacers di Reggie Miller; ma non è finita, 32p per togliere lo scalpo ai Raptors, 22p e 10 assist per mandare un doppio segnale ai Pacers, con il sorpasso in classifica e la conquista del 3° posto nella Eastern; 38p dedicati, finalmente, alle “offese” degli Hawks e del loro leader Glenn Robinson, una delle poche squadre ad aver fatto sempre ingoiare bocconi amari a Larry Brown.

Per chiudere, i 42p con cui si è aggoiudicato la sfida ed il match contro Tracy McGrady ed i 37 contro la capolista dell’est, i Detroit Pistons. Una dopo l’altra, prestazioni devastanti, che ancora non garantiscono ad Iverson un biglietto per Atene ed i giochi olimpici, nonostante a sedere sulla panchina del Dream Team, sarà  proprio Larry Brown. Un caso che fa molto discutere l’America del basket e che ovviamente divide, ma lui A.I. ha le idee molto chiare:

“ Non posso certo dire che non desideri con tutto me stesso partecipare alle Olimpiadi. Ma se dovessi essere escluso non ne farei un dramma, so quali sono i meccanismi che tendono ad escludermi e non hanno nulla a che fare con il basket, ma con la presunta idea che si ha di me come persona. Ma io sono tranquillo perché so che quando qualcuno pensa al basket, pensa a me.”

E quando a Philadelphia mancano ancora 5 gare prima della post-season, i pensieri di Iverson e quelli di tutti i Sixers saranno rivolti alla classifica. Dopo l’ultima sconfitta in un campo davvero “doloroso” come quello dominato da Yao Ming a Houston e il brutto ed inaspettato tonfo casalingo contro New york, Phila si trova al 2° posto nella Atlantic Division, con solo una sconfitta in più rispetto a New Jersey e due sconfitte rispetto a Detroit.

Se il campionato finisse oggi i 76ers affronterebbero Boston in un derby infuocato; meglio forse poter affrontare New Orleans, che però ha un eccellente record casalingo ed è stata protagonista negli ultimi due mesi. Inoltre se Phila può guardare anche alla cima più alta con pieno diritto, non deve dimenticare di voltarsi indietro, perché Indiana può insediarle il 3° posto.

Nella vittoria (all’overtime 118-113) contro i Magic, si è visto un grande Kenny Thomas con 24p e ben 20 rimbalzi, un sempre determinante Coleman con 18p e 13 rimbalzi, e con la pericolosità  del suo tiro da fuori, ed il solito Snow (16p con 7 assist), nella sua miglior stagione in assoluto.

“Il match contro i Magic – dice Brown – rappresenta un buon esempio di come riusciamo ad esprimerci difensivamente. La difesa di squadra contro McGrady negli ultimi 5’ è stata perfetta. McKie, Thomas e Monty Williams si sono aiutati in maniera eccellente”.

E l’aggiunta di Tyron Hill ha ulteriormente aggiunto spessore nella capacià  dei Sixers di stringere le maglie. Per il “veterano” di Larry Brown anche tre doppie cifre tra cui 12p e 10 rimbalzi contro gli Atlanta Hawks.

L’unica vera batosta subita da Philadelphia negli ultimi 40 giorni è stata quella presa dai leader della Eastern, i Detroit Pistons. Non è un caso che per qull’incontro “The answer” non sia mai entrato in partita. Per lui 5p in 33’ con 2/11 al tiro ed i “Pistoni” con il loro 12/23 dai 7m 8 per Philly 1/5) hanno brutalmente martellato la difesa della antica capitale.

Ma Philadelphia ha restituito il favore quando Detroit è sbarcata al First Union Center e come si è detto, Iverson non è mancato all’appello.

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