Tony LaRussa chiama, Reggie Sanders risponde.
Che Tony LaRussa fosse un grande manager non v'erano dubbi, ma se qualcuno non fosse ancora convinto la partita di ieri deve avergli fatto cambiare idea.
In Gara-1 di Championship Series tra Cardinals e Astros si affrontavano sul monte due partenti eccezionali, quanto di meglio si possa vedere nella National League di questi tempi: Chris Carpenter ed Andy Pettitte.
Conoscendo l'incisività della breaking-ball mancina del pitcher di Houston, LaRussa ha optato per un line-up intelligente, con Jim Edmonds nell'ormai consueta posizione di secondo in battuta ed una novità in quella di clean-up.
Il posto che prima dell'infortunio fu di Scott Rolen era stato occupato contro i lanciatori destri di San Diego dall'esperto Larry Walker, ma ieri, nella sfida contro il temibile Pettitte, il manager dei Cards ha scelto di schierare un altro veterano nella delicata posizione di quarto nell'ordine: Reggie Sanders, battitore destro e grande clutch hitter.
Una scelta che ha inciso profondamente sull'esito dell'incontro, dimostrando una volta di più le straordinarie doti di stratega di LaRussa.
Già nel primo inning infatti, con un uomo in base e 2 out, Sanders ha messo la propria firma sull'incontro girando con potenza una fastball un po' troppo centrale di Pettitte, spedendola sugli spalti del Busch Stadium per il 2-0 Saint Louis.
Non è mai confortante iniziare una delicata gara di playoff sotto nel punteggio, soprattutto se si gioca in trasferta e si è reduci da un'altra dispendiosa rimonta.
Se poi sul monte avversario sale il Carpenter formato 2005 le possibilità di recuperare si riducono ulteriormente.
Il pitcher di Saint Louis, autore di una stagione da incorniciare, ha ripreso il proprio ritmo esattamente da dove si era fermato in regular season.
Una prestazione impeccabile per 6 interi inning, fatta di strikeout come ci aveva abituato ma anche di turni di battuta gestiti con intelligenza, specialmente contro gli avversari più pericolosi.
Ma ad un pitcher da 21 vittorie in regular season LaRussa non ha chiesto solo una gemma sul monte: con una chiamata ormai classica del suo repertorio (la 16esima nel 2005), il manager dei Cards ha optato nel secondo inning con corridori agli angoli e Carpenter in battuta per uno squeeze play.
Il bunt del partente di Saint Louis è stato perfetto, impedendo ai pur attenti Pettitte e Ausmus di organizzare una difesa che non fosse l'eliminazione in prima base.
Pefetto anche il tempismo di Mark Grudzialanek, partito dalla terza con il giusto anticipo per giungere a casa sul bunt del suo compagno.
Questo tipo di gioco, molto più rischioso di una canonica sacrifice fly, ha il merito di elettrizzare il pubblico ma soprattutto di colpire duramente il morale degli avversari, costretti ad incassare un punto ottenuto con il massimo dell'astuzia; se eseguito in modo corretto come in questa occasione, lo squeeze lascia la difesa assolutamente impotente.
Le conseguenze sui giocatori di Houston si sono viste, con il line-up che ha continuato a non toccare il sontuoso Carpenter, mentre Pettitte concedeva nel quinto inning altri due punti sui singoli di David Eckstein ed Albert Pujols.
Sul 5-0 la mostruosa prova del partente di Saint Louis, che al settimo inning con 2 out già sentiva profumo si shutout, perdeva i tratti della perfezione per mano dell'eroe di Gara-4 di Division Series Chris Burke.
Entrato come pinch-hitter al posto di un non irresisibile Pettitte, il seconda base al suo secondo anno nelle Majors girava una palla veloce priva di punch del pitcher dei Cards trovando l'HR del 5-2.
Un piccolo incidente di percorso per il candidato Cy Young, che però non si faceva intimidire dal tentativo di rimonta degli Astros chiudendo la sua ottima prova con un 1-2-3 inning nell'ottava ripresa.
A questo punto il palcoscenico era tutto per Jason Isringhausen, carismatico closer della formazione di casa, che pur concedendo un punto (per altro non di sua diretta responsabilità ) sulla volata di sacrificio di Brad Ausmus chiudeva l'incontro sul 5-3 portando a casa la salvezza.
Gara-1 va dunque in archivio, con Saint Louis ad imporsi ed a portarsi subito avanti ella serie.
Houston ha palesato una stanchezza più che giustificabile in alcuni suoi uomini chiave (Craig Biggio e Lance Berkman in particolare) ma ha anche dimostrato come possieda giocatori in grado di rovesciare le sorti di una partita anche uscendo dalla panchina.
Gara-2, in programma stanotte sempre nel Missouri, vedrà opposti Mark Mulder e Roy Oswalt, in un incontro che gli Astros non possono permettersi di lasciare andare se non vogliono tornare in Texas già con le spalle al muro.