Portland: tanto talento e poi?

L'atletismo di certo non manca ai Blazers…

In questi giorni sul pianeta NBA tutti hanno in testa una cosa sola: i Playoffs!

Non tutti per lo stesso motivo ovviamente: c'è chi ci pensa e si dispera perché è costretto a guardarseli dalla poltrona di casa, c'è chi sta sputando sangue per arrivarci, chi non vede l'ora che inizino perché basta con questa regular season " che bip(!?); e chi tutto sommato sa di esserci anche se non matematicamente, non in che posizione e soprattutto non con quali prospettive.

Una comparsata? Si supera il primo turno e va bene così? Si arriva alla finale di conference o si va fino in fondo alla conquista dell'anello?

Queste domande e non solo queste hanno un senso se poste in riferimento ai Portland Trail Blazers. Al momento Portland è al quarto posto della western, virtualmente sicura dei playoffs ma totalmente incapace di capire con quali prospettive"

Se ne facciamo un discorso di talento i Blazers ne hanno da vendere ma quello che vogliamo capire in questa sede è: “basta il talento dei singoli per arrivare fino in fondo”?

Allora, tanto per cominciare partiamo dal presupposto che i playoffs sono una cosa che non ha nulla a che vedere con la stagione regolare, si gioca di più a metà  campo, i contrasti si fanno più pesanti con conseguente cambiamento anche del metro arbitrale e, in particolare, si gioca sempre contro la stessa squadra nel breve volgere di qualche giorno; il che significa che la possibilità  di preparare la serie è tale che nulla viene lasciato al caso, inoltre sono all'ordine del giorno gli aggiustamenti sia offensivi che difensivi e la componente psicologica viene portata ai livelli estremi di tollerabilità .

Fatta la premessa dobbiamo dire che coach Cheeks si ritrova per le mani un gruppo di giocatori dotati di talento assoluto sui due lati del campo, ha gente di grandissima esperienza di cose legate alla post-season e almeno una superstar inespressa, o per lo meno non espressa fino in fondo.

Il riferimento per nulla velato è a Rasheed Wallace autentico ragazzo nato per dominare i parquet a qualsivoglia livello, dotato di un fisico eccellente è in possesso di una tecnica spaventosa che gli consentirebbe di fare di tutto in attacco sia con movimenti in post sia con tiri dalla lunga; insomma il tipico giocatore bidimensionale che se gli lasci spazio tira da tre e se riceve vicino al canestro ti punisce ugualmente, oh, poi con il fisichetto che si ritrova il nostro sarebbe anche un grande rimbalzista e un pericoloso intimidatore d'area.

Ecco ma allora perché i verbi usati sono al condizionale? Per un fatto di testa" componente psicologica.

Precisato che comunque sia Wallace rimane pur sempre il miglior realizzatore/rimbalzista/stoppatore della compagnia il leader, il giocatore barometro, l'uomo chiave, il segreto di pulcinella o" chiamatelo come vi pare è senza dubbio alcuno il signor Pippen Scottie da Hamburg, Arkansas.

Certificato al di là  di ogni ragionevole dubbio che Stuodamire non è e non sarà  mai un playmaker ma solo una guardia non abbastanza cresciuta coach Cheeks, che play di ottimo livello lo è stato, ha affidato le chiavi della squadra a Pippen che da subito ci ha messo il proprio talento e la propria esperienza per fare in modo che i singoli talenti a disposizione confluissero tutti in un punto per trasformarsi in talento di squadra.

Scottie che non è più quello dei tempi d'oro quando in coppia con MJ dominò la Lega per anni, ma è giocatore di intelligenza non comune, ha portato Portland a diventare una squadra abbastanza solida tanto che il loro rendimento al di là  di qualche picco fisiologico è stato più che costante.

Attenzione però perché Pippen è attualmente fermo ai box per un infortunio al ginocchio ed anche se la sua presenza ai playoffs è certa bisognerà  capire come un giocatore che non ha più vent'anni potrà  reagire a tre settimane di stop forzato. Pippen è un campionissimo anche da un punto di vista mentale dunque sono certo che sarà  assolutamente all'altezza della situazione! … componente psicologica … ancora?!

Nel ruolo di guardia Cheeks si affida a Derek Anderson che pur senza ripetere la fantastica annata trascorsa a San Antonio appare comunque un giocatore molto affidabile in attacco dove oltre ad essere un grande penetratore sta tirando bene anche da fuori, in oltre nella sua metà  campo è uno che sa il fatto suo.

Altri due elementi determinanti per le sorti della franchigia dell'Oregon sono Wells e Patterson, il primo specialmente in attacco e il secondo particolarmente in difesa; i due sono in grado di fare tutto e il contrario di tutto.

Bonzi Wells è stato spesso e volentieri il miglior realizzatore dei suoi, è un discreto rimbalzista e pericoloso per i portatori di palla avversari che non di rado depreda del possesso ma appare incostante e cosa che preoccupa maggiormente lo staff tecnico in calo di rendimento nelle ultime settimane.

Le sue uscite fuori dal campo sono all'altezza di quelle di Patterson, il che non deve necessariamente essere letto come un complimento; Patterson mette grande vitalità  ed atletismo ma pure lui è molto, troppo incostante. Anche per questi due vale il discorso relativo alla componente psicologica!

Tra i lunghi dopo aver citato Wallace ci sono Dale Davis che ha il compito di prendere i rimbalzi, cosa che ha sempre fatto degnamente nel corso della sua carriera; Sabonis che venendo dalla panchina è in grado di dare il suo contributo in termini di conoscenza del gioco e straripante intelligenza cestistica; e poi c'è Zach Randolph al secondo anno tra i pro che oltre ad essere un giocatore che farebbe la fortuna di molte squadre (es. Lakers) è un ragazzo in evidente crescita dotato di fisico e tecnica per essere fondamentale nella rotazione dei lunghi.

Come avete potuto appurare di talento ce né tanto e non ho citato Antonio Daniels e Jeff McInnis che altrove partirebbero in quintetto stabilmente ma che a Portland trovano ben poco spazio (soprattutto l'ex Spurs) con relativo malcontento e umore variabile ma spesso tendente al basso.

Dopo tutte queste chiacchiere siamo o no in grado di capire dove possono arrivare i Blazers? Si, no, forse " resta quella benedetta, o maledetta a seconda dei punti di vista, questione della componente psicologica.

I Blazers sono afflitti da una sorta di blocco psicologico da playoffs da quella famosa gara sette di finale della Western Conference persa contro i Lakers dopo che sembrava decisamente in cascina, successivamente la psicologia dei Blazers non è stata aiutata dalle successive due apparizioni ai playoffs, sempre contro i Lakers al primo turno e sempre spazzati via senza appello!

Per loro fortuna a meno di improbabili eventi quest'anno non se la giocheranno con Shaq & Kobe ma ad attenderli ci saranno i lupi del Minnesota guidati da KG4MVP, uno strano mammifero che dopo le delusioni passate ci terrà  particolarmente a vincere.

Brutto cliente per Portland che tuttavia possiede, Garnett a parte, un roster nettamente superiore ai probabili avversari ed in una serie al meglio delle sette se la giocherà  fino in fondo perché questi Blazers sono in grado di fare di tutto, possono perdere con chiunque e vincere con chiunque, molto dipenderà  dal rendimento di Wallace che deve, assolutamente deve, attaccare maggiormente il canestro per forzare raddoppi di marcatura dai quali poter uscire con dei facili scarichi e deve necessariamente aggiudicarsi un maggior numero di viaggi in lunetta perché se tiri da tre non te li concede nessuno.

Le sorti della combriccola dipenderanno ovviamente anche dal tipo di serie che giocherà  Pippen e" dalla famigerata componente psicologica!

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