Anche Devean George pare che stia entrando in forma per i Playoffs…
Lakers 100 @ Dallas 89
Lakers 102 @ Memphis 101 dts
Suns 113 @ Lakers 115
Ed eccoci qua.
Dopo mesi nei quali la dinastia giallo viola sembrava arrivata al capolinea, quando la squadra non aveva né identità , né attributi. Quando la stagione sembrava irrimediabilmente nelle mani di altre realtà , di franchigie che è bene ricordarlo, ancora guardano i Lakers dall'alto verso il basso a ragione di una classifica nettamente superiore, quando le critiche piovevano sulla dirigenza per le scelte non effettuate con tempismo, dopo tanto inchiostro passato su carta e video, ecco che i play-off stanno arrivando per portare una ventata di chiarezza sulle tante domande che una stagione comunque di alto livello ha portato nella NBA 2003.
E nei play-off della western division ci saranno anche i Lakers, pronti a difendere il titolo conquistato per tre stagioni di fila e per lasciarlo solamente nel modo più giusto e onesto: in uno scontro diretto al meglio delle quattro partite su sette.
L'approdo alla off season è arrivato con l'egida della matematica al termine di una settimana positiva e interessante per mille aspetti, tecnici e psicologici.
La prima partita in cartellone era di quelle da ricordare. Un viaggio in Texas, oggi come oggi lo stato dell'unione più forte della NBA numeri alla mano, per affrontare i Dallas Mavericks, la testa di serie numero uno sin dalla prima settimana di gioco, la squadra dall'attacco sfolgorante, dal play fondamentalmente più simpatico sul campo, ma anche la squadra che fino ad oggi fra quelle al vertice della western ha preso più sberle nei confronti diretti, non ultima quella terribile di dicembre allo Staples Center.
La gara di questa settimana all'American Airlines Center ha però avuto poco a che fare con la disfida dicembrina. I Lakers emigrati a Dallas non si sono concessi momenti di autentica gloria come in quel caso, ma in compenso la loro difesa e il loro livello di intensità è sembrato essere decuplicato sin dal primo quarto.
La squadra guidata da un O'Neal finalmente pronto per le sfide decisive, ha affrontato la gara lasciando che Nash e Nowitzky si sfogassero e battezzando in pratica gli altri tiratori alla corte di Don Nelson. Alla fine il risultato ha visto un bottino di 26 punti per Nash e 25 per il tedesco, conditi dai 19 di Van Exel, ma in compenso il resto della squadra è sembrato sparire mettendo in mostra polveri decisamente bagnate al tiro.
In pratica per una volta, sono stati i Mavs ha appiattirsi troppo sulle proprie stelle apparendo una squadra a soli tre pistoni in attacco. Dal canto loro invece, i Lakers hanno giocato con una compattezza di squadra notevole mettendo in mostra un Bryant particolarmente altruista, un Horry da 37 minuti con 13 punti e tanta sostanza e uno Shaq da 31 punti, 17 rimbalzi e tre stoppate rifilate ad uno dei bersagli prediletti, il povero Bradley. Finale 100 a 89.
Se la logica avesse fatto il suo corso, visto com'era andata nel resto dell'annata, la partita seguente in casa Grizzlies avrebbe dovuto segnare il solito passo indietro, la solita delusione.
Effettivamente i Lakers sono andati vicini a rovinarsi da subito il bilancio settimanale, ma questa volta soltanto vicini. La gara nella piramide ha infatti visto i Lakers tornare al solito schema “vai con il Duo”, ma alla fine il risultato seppur risicato ha premiato i californiani. Per abbondanti tre quarti infatti, la squadra di coach Hubie Brown ha giocato una pallacanestro superiore senza mezzi termini rispetto agli ospiti.
Jason Williams ha guidato la sua squadra come dovrebbe fare sempre, mettendo a referto 17 punti con 12 assist e permettendo a Person, Gasol e Battier di bucare a ripetizione la difesa un po' imballata di Phil Jackson. La spedizione angelina ha vacillato ma non ha ceduto e nell'ultimo parziale ha messo in piedi uno dei suoi quarti da trance.
Grazie ad un punteggio di 34 a 12 i Lakers si sono ritrovati a pochi secondi dal termine con due soli punti di distacco, quando la palla è arrivata nell'angolo a Kobe con non ci ha pensato due volte nel chiudere la contesa gustandosi con malcelato piacere il frutto del proprio killer instinct.
Alla fine gara vinta per 102 a 101 e dichiarazioni di coach Brown che suonavano pressappoco così: “Abbiamo giocato la nostra migliore pallacanestro di sempre. Non è bastato”.
Chi pensava di aver fatto il pieno di emozioni con i primi due atti, non aveva ancora visto la terza gara della settimana, quella che ha visto i Suns far visita allo Staples Center, quella che ha dato la certezza dei play-off ai Lakers, quella che li ha visti staccare di una partita gli Utah Jazz nella corsa per il sesto posto.
Una partita nella quale i Suns hanno siglato uno score in doppia cifra per tutti i componenti del quintetto base, compreso un Marbury da 40 punti. Peccato che dall'altra parte i Lakers abbiano potuto affiancare ai soliti noti un George e un Fisher da serata in lustrini, alla fine per loro rispettivamente 15 punti venendo dalla panca e 20 punti.
Questo ha permesso a Shaq di limitare a 22 punti il proprio bottino personale e a Kobe di siglare gran parte dei propri 26 punti nei momenti decisivi del confronto. Alla fine di una partita equilibratissima, un vero anticipo di play-off, la fortuna ha arriso ai Lakers che si sono imposti all'over time per 115 a 113 collezionando la quarta vittoria di fila e la settima nelle ultime otto, una buona rincorsa in vista delle ultime cinque prove di stagione regolare.
Il meglio della settimana: Complessivamente è stata una bella versione di squadra, quella vista in maglia Lakers questa settimana. A turno i panchinari hanno saputo dare belle prove e un valido contributo alla causa. I due bianchi di riserva, Medvedenko e Madsen hanno dimostrato di poter essere utili non solo per fare spogliatoio. Le due matricole hanno sfruttato il minutaggio forzatamente contenuto per creare qualche imbarazzo di scelta a Jackson. Tutti segnali incoraggianti per le sfide già difficilissime che arriveranno al primo turno prossimo venturo.
Il peggio della settimana: Chi sarà ad attendere al varco i giallo viola, nel già ricordato primo turno? Paradossalmente, la squadra californiana si troverebbe oggi a incontrare la terza testa di serie che però è anche la squadra più in forma della lega, i San Antonio Spurs. Gli speroni sono assetati di vendetta per tre anni di sconfitte e potrebbero essere un boccone davvero pesante da digerire così su due piedi. Sarà forse meglio fare il tifo perché la striscia di 9 vittorie di Duncan e compagni continui, in modo da poter incontrare Dallas, primo spot attuale, ma per molti una squadra più fragile e quindi più alla portata dei Lakers. Il dilemma è amletico.