Kevin Garnett, uno dei favoriti per la conquista della preziosa statuetta
Tra qualche settimana verrà assegnato il titolo di MVP, che sta per Most Valuable Player.
Negli ultimi due anni il prestigioso riconoscimento è andato al giocatore più piccolo (Allen Iverson 2001) e alla torre di San Antonio (Tim Duncan 2002). E' una lunga storia iniziata nel 1956 quando il riconoscimento andò a Bob Pettit di St Louis; da allora nomi illustri hanno riempito questo speciale albo d'oro, basti citare Bill Russell, Wilt Chamberlain, Kareem Abdul-Jabbar, Julius Erwing, fino ad arrivare a Larry Bird, Magic Johnson e Michael Jordan, senza ovviamente dimenticare Karl Malone, Hakeem Olajuwon e Shaquille O'Neal.
Quest'anno l'incertezza probabilmente regnerà fino all'ultimo, visto il gran numero di candidati al trofeo. Ma chi sono i prescelti?
Al momento il più accreditato dagli addetti ai lavori sembra essere Kevin Garnett (23.1 ppg, 13.4 rpg, 5.9 apg), Lone Wolf, forse il miglior giocatore "all-around" dell'intera Lega, il quale, a fronte di un roster sulla carta non competitivo come quello di favorite per la vittoria finale quali Sacramento e Dallas, sta in ogni caso portando la squadra verso la postseason, in quella che si preannuncia come la sua stagione più brillante da quando è entrato a far parte del mondo dei pro.
Davvero un'annata brillante e ricca di soddisfazioni quella di the Big Ticket, il cui culmine, per ora, è stato rappresentato dall'All Star game di Atlanta dello scorso febbraio, nel quale KG ha meritato ampiamente il premio ricevuto a fine gara dal Commissioner NBA David Stern; una statuetta che, oltre a rappresentare il titolo di MVP della "gara delle stelle", è per Garnett il primo riconoscimento ufficiale di una certa importanza ma di sicuro non sarà l'ultimo.
Alle spalle del lupo di Minnesota troviamo Tracy McGrady (32.2 ppg, 6.5 rpg, 5.5 apg), il giovane talento degli Orlando Magic protagonista di una stagione molto positiva ma penalizzato dal fatto di regalare magie all'interno di una squadra inferiore dal punto di vista tecnico alle corazzate della Western Conference; in ogni caso l'età gioca a favore di The Big Sleepy ed il destino ha già strizzato l'occhio a questo nuovo predestinato, facendogli capire che il bello deve ancora cominciare. Nominato Most Improved Player nel 2001, per T-Mac il futuro non potrà che essere roseo.
Se si parla di grandi campioni e di giocatori in grado di decidere da soli le sorti di una partita e di una stagione non si può ritardare troppo l'argomento Kobe Bryant (30.1 ppg, 6.9 rpg, 5.9 apg); sappiamo tutti delle grandi prestazioni regalate dal numero 8 in gialloviola un mese fa e difficilmente scorderemo le gare consecutive durante le quali il fenomeno dei Los Angeles Lakers ha segnato 40 o più punti, avvicinandosi sempre più ad una vera e propria leggenda dello sport americano, Michael Jordan da Washington (anche se per tutti rimarrà MJ da Chicago!), divinità cestistica che con la parola MVP ha avuto un rapporto del tutto particolare (5 volte premiato come miglior giocatore della regular season e 6 volte in altrettanti finali NBA).
Rispetto al numero 1 dei Magic, Kobe ha la fortuna di giocare in un contesto vincente, in un gruppo vincitore degli ultimi 3 campionati e arricchito, scusate l'eufemismo, dalla presenza di uno dei migliori centri di tutti i tempi, Shaquille O'Neal, l'orso bruno del basket moderno. Finora non lo si è visto quindi all'opera in una squadra "normale" e questa forse è la critica che i suoi detrattori (si contano sulle dita di una mano) gli imputano. Il quarto candidato viene dai Caraibi ma è stato adottato dalla città texana di San Antonio: Tim Duncan (23.3 ppg, 13 rpg, 3.9 apg), il secondo giocatore totale del quartetto dopo The Revolution.
Ha già avuto modo di alzare al cielo il trofeo di campione NBA nel 1999 (la famosa stagione del lockout) ma non è sazio di vittorie e lo sta ampiamente dimostrando. Con lui gli Spurs fanno paura a tutti e sono considerati da molti critici come i grandi favoriti per la conquista dell'anello, la squadra da battere insieme ai Kings.
Quale criterio verrà scelto per assegnare l'ambito premio? E soprattutto, chi sarà a prevalere?
Sicuramente saranno avvantaggiati i giocatori che militano in squadre di rango e quindi forse, il più in difficoltà sarà McGrady che gode di una "visibilità " e di una copertura televisiva inferiore rispetto, per esempio, a quella dei Los Angeles Lakers; in ogni caso è impossibile fare pronostici anche se, come ho già detto, in base anche alle statistiche dei singoli, uno dei grandi favoriti pare essere Garnett, il quale, da qualche mese a questa parte, ha portato il proprio gioco a livelli eccelsi.
Ma si tratta solamente di supposizioni e potrebbero esserci sorprese; tutti e quattro i "nominati" hanno le carte in regola per vincere e non sarebbe uno scandalo se anziché KG venissero premiati T-Mac, Bryant o Duncan.
Infine, è da notare come a farla da padrona sia la Western Conference; infatti tre dei quattro giocatori di cui sopra militano in squadre dell'Ovest e ciò dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, come negli ultimi tempi la bilancia dell'equilibrio penda decisamente verso le calde coste del Pacifico.
Stay tuned!