Nick Collison è il personaggio di queste Sweet 16 ad Ovest: la NBA già si frega le mani.
Finalmente sono arrivate e non hanno affatto deluso! Le Sweet Sixteen ci hanno mostrato due bellissime gare nel regional west che hanno legittimato, se ci fossero stati ancora dubbi, il grande valore delle quattro formazioni sin qui giunte.
Ma lasciamo stare le chiacchiere ed entriamo nel vivo, tuffiamoci sul parquet dell'Arrowhead Pond di Anaheim:
(1) Arizona 88 - (5) Notre Dame 71: Quando Arizona è on-fire c'è poco da fare per tutti e, dopo la grande paura contro Gonzaga, i Wildcates sono scesi in campo con grande concentrazione e rabbia.
Sostanzialmente la differenza tra le due formazioni l'ha fatta la maggior cattiveria degli uomini di coach Lute Olson che ha beneficiato dell'ottima serata dei sui gioielli Walton (16+7r) e Gardner (19 e 6 assist), del tiro pesante di Stoudamire (3 su 4 dall'arco) e della presenza nell'area di Frye (14+12 rimbalzi).
Per i Fighting Irish solite risposte positive da Thomas (20+5r+5a), Carroll (11+4a) e Francis (ottimo con 25 punti e 10 carambole), ma purtroppo, come sottolineato a fine gara da coach Brey <Se Arizona gioca così per noi non c'è nulla da fare> poi ha continuato <Nessuno ha pianto a fine gara, tutti erano tristi, ma soddisfatti di quanto fatto>.
I Cats ancora scioccati dal doppio over time contro gli Zags iniziano alla grande e, con un crescendo di gioco, arrivando all'intervallo sopra di 13, 53 a 40.
La chiave della gara è l'ottima vena del quintetto di coach Olson: ognuno da il suo contributo permettendo di svariare il gioco e di non dare punti di riferimento agli avversari. Per gli Irish ci sono difficoltà nell'arginare la manovra degli avversari, la qualità è troppa e la rotazione di Notre Dame è infinitamente più corta (dall'altra parte si alza dal pino gente come Iguodala e Adams) e meno qualitativa.
Il secondo tempo non si discosta dal primo: Wildcats in fuga ed avversari oramai fuori partita sino al finale che li vede soccombere 88 a 71. A fine gara grossi sorrisi tra i vincitori e tanta disponibilità a parlare:
<Penso abbiamo fatto una buonissima partita> commenta Gardner cui fa eco Walton <Quando giochiamo al massimo difensivamente e mettiamo il tiro in attacco penso sia ardua batterci>. Soddisfattissimo pure coach Olson che ha avuto una grande risposta dai suoi e segnali positivi per la finale del Regional.
(2) Kansas 69 - (3) Duke 65: Il grande protagonista della gara è stato Nick Collison che, alla sua ultima stagione con i Jayhawks, sta facendo di tutto per portare Kansas al titolo: per lui gara pazzesca con 33 punti 18 rimbalzi che sono valsi la prima vittoria in carriera, nel torneo NCAA, di Roy Williams su Mike Kryzewski.
La partita è iniziata nel segno dell'equilibrio con i due reparti arretrati in difficoltà al tiro (pessime le percentuali da un lato di Reddick, dall'altro di Hinrich) ed il gioco sviluppato principalmente nell'area pitturata con Collison a farla a padrone sotto le plance e Dahntay Jones a rispondere colpo su colpo (per lui 23+7).
Il risultato però è stato in netto equilibrio per tutta la prima frazione con Duke spesso avanti (anche se di poco) con Duhon (12+6) e Ewing (13 punti) sempre pericolosi al tiro e Miles ed Hinrich impegnati ad arginarli sugli esterni.
Si andava al riposo con le squadre pari a 35, ma la sensazione era che Duke avesse gravi problemi nel finalizzare il gioco, anche a causa della pessima percentuale dal campo, mentre Kansas, malgrado latitava il contributo realizzativo del reparto dietro (orfano, per giunta, di Wayne Simien), cercava con maggior insistenza palla dentro per Collison e Langford (13+8).
Il secondo quarto non si distaccava di molto dal primo: basse percentuali al tiro, grosse difficoltà a metterla dentro e grandi battaglie tra le due squadre. A 3 dalla fine Kansas dava lo strappo decisivo, grazie a 4 punti di Miles ed all'ottima difesa di squadra che consentiva di chiudere la partita sul 69 a 65 per Kansas.
<A questo punto della stagione se perdi sei finito. Io sono orgoglioso per questa gara> parole di un Nick Collison al settimo cielo appena votato miglior giocatore della partita, a cui fa eco coach Williams <Prima della gara nello spogliatoio gli ho detto che questa era la sua grande occasione, avrebbe dovuto giocare una grande partita, la sua forza e la sua esperienza avrebbero fatto la differenza>.
Anche dagli sconfitti, comunque usciti a testa alta, buone parole per il lungo avversario <Questa è una delle più grandi performance nel Torneo, ha giocato da campione, si sono meritati la vittoria> così parla, con grande franchezza, coach K.
La chiave della gara è stata forse la pressione portata dai Jayhawks sul perimetro e l'ottimo lavoro sui tiratori, che, unito al dominio sotto i tabelloni (47-33) gli ha permesso di sopperire anche ad una pessima serata da oltre l'arco (1 su 12).
Sabato notte a Anaheim ci attende una grandissima sfida: Arizona – Kansas. Il pronostico è arduo, le due squadre sono in salute, vogliose di arrivare a New Orleans, la differenza la farà forse il cuore, o magari qualche episodio… non ci resta che attendere.