Tony Parker, a soli 21 anni e' già nell'elite dei playmaker NBA
L'evoluzione della pallacanestro in questi ultimi dieci anni ha stravolto le caratteristiche “tradizionali” delle posizioni occupate dai giocatori in campo: il ruolo più discusso e spesso al centro di mille controversie tra tecnici e semplici tifosi è senza dubbio quello del playmaker, in certi casi sottovalutato ma mai come oggi fondamentale per le fortune di ogni franchigia in caccia del titolo o semplicemente con ambizioni di post-season.
Nel corso di questa interessante stagione sono esplosi due nuovi, grandi interpreti del ruolo: Tony Parker di San Antonio e Gilbert Arenas di Golden State, molto diversi come caratteristiche e temperamento ma accomunati dal fatto di essere al secondo anno, di aver impressionato positivamente anche i più scettici vista la bassa posizione di scelta nello scorso draft (Parker scelto con il pick n.28 e Arenas con il n.31) e di aver guidato fino ad ora nel migliore dei modi le rispettive squadre protagoniste di un campionato NBA al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
Un altro playmaker di grande spessore è stato selezionato nel draft 2001 anche lui inizialmente poco o nulla considerato, ha poi fatto innamorare di se un intero stato che vive per la palla a spicchi, il palazzetto dello sport di Indianapolis si entusiasma per i suoi assist e vive con preouccupazione la profonda crisi in cui è piombato ora: Jamaal Tinsley.
Il primo anno del giocatore proveniente da Iowa State ha incantato la dirigenza Pacers e dato maggiore spessore alla figura di coach Thomas, il suo scopritore, l'uomo che sin dal primo giorno di training camp lo ha investito della responsabilità di “numero 1” titolare a danno dei più quotati Rose e Best.
Ricordate la prestagione 2001-2002? La stragrande maggioranza degli analisti NBA aveva pronosticato l'esplosione di Travis Best come titolare dopo gli anni spesi come cambio di lusso di Jackson e lo spostamento in pianta stabile di Rose nel ruolo di ala piccola nonostante il desiderio di quest'ultimo di giostrare da play, il suo grande sogno, purtoppo proibito per scelta dei suoi ultimi allenatori.
Tinsley sembrava un cambio e nulla più ma Thomas che lo aveva attentamente seguito al college non aveva molti dubbi, secondo lui il newyorchese era il futuro, un altro dei tasselli dei nuovi Pacers, in effetti dopo lo scintillante avvio di stagione di Jamaal cominciarono le manovre per cedere Best e Rose poi “sbolognati” in coppia ai Bulls in cambio di Mercer, Miller e Artest.
Uno scambio discusso, importante, rischioso per entrambi i team coinvolti che per ora a distanza di un anno di tempo sembra premiare Indiana, peccato però che dopo lo scambio in questione il giocatore “direttamente” responsabile dell'accaduto abbia sensibilmente peggiorato il suo rendimento.
Tinsley infatti è senza ombra di dubbio da segnalare come uno dei più evidenti casi di “rookie wall” della storia recente del gioco, durante il mese di marzo della scorsa stagione infatti, è andato in crisi, la cosa preoccupante è che da allora non è più stato lui, non si è mai ripreso completamente.
I guai veri hanno inizio durante i playoffs del 2002, atteso per dare prova di maturità e guidare il suo team il ragazzo si è scontrato con la durezza del gioco della post season e con le insidie della difesa a zona, cosi oltre che fisicamente è andato sotto anche con il morale, spianando la strada a Kidd e compagni che han dovuto comunque sudare per eliminare la squadra di Thomas.
Deluso per il suo rendimento Jamaal ha passato una estate di duro lavoro fisico, cercando di migliorare le sua resistenza e di asciugare la sua corporatura, un impegno che ha dato ottimi risultati e permesso al play dei Pacers di arrivare al training camp tirato a lucido.
Purtroppo nonostante la buona condizione fisica, Tinsley ha mostrato una involuzione tecnica incredibile, poco attento in difesa e alterno in attacco, prima ha perso minutaggio e poi persino il quintetto a favore del suo cambio Strickland, buon giocatore ma anni luce dietro a lui come talento.
Cosa è successo?
Anzitutto c'è da segnalare la crisi tra coach e giocatore dopo l'iniziale luna di miele, poi la totale allergia del play alla difese a zona e sopratutto la sua mancanza di continuità su tutti e due i lati del campo, un aspetto che per ora lo sta penalizzando enormemente, la cosa più evidente osservando le sue partite è la totale assenza di coinvolgimento, di entusiasmo, appare svuotato, del tutto spaesato.
Vittima di tragiche vicende familiari, privo di una vera guida, giustificarlo è comprensibile ma è lampante che il suo malessere tecnico parte da lontano, naturalmente ha la solidarietà di tutti i tifosi che non vogliono abbondonarlo in un momento disgraziato come questo.
Ci sono quarti in cui sembra un marziano: distribuisce assist al bacio, compie balzi prodigiosi e stoppa ad un altezza insospettabile per uno con la sua struttura fisica (nella stagione ha stoppato McGrady in modo incredibile a dir poco) recupera palloni e difende sulla palla in modo egregio, spesso però il quarto successivo fa esattemante il contrario e gioca talmente male da costringere l'allenatore al cambio forzato.
Urge ritrovarlo al meglio al più presto, perchè passatori puri di questo livello nella lega sono difficili da individuare e perchè il ragazzo ha già mostrato di cosa può essere capace, speriamo che la stupidità collettiva che ha coinvolto in blocco i suoi compagni (Thomas in primis) convinti ora di essere la reincarnazione dei Bad Boys di fine anni 80 non finisca per penalizzarlo ancora di più, del resto se Indiana va cosi male da un paio di mesi a questa parte lui è uno dei maggiori indiziati, da recuperare assolutamente!
Parker e Arenas invece hanno cambiato in positivo le loro squadre e hanno conquistato credito nella lega, il giocatore dei Warriors è uno degli interpreti del ruolo più interessanti da molti anni perchè coniuga abilità fisiche e realizzative da “numero 2” con un trattamento palla ed una propensione al passaggio smarcante superiori alla media.
Gilbert ha dato nuova linfa ai suoi compagni e sta mantenendo statistiche impressionanti a dir poco, segna 18 punti a partita e distribuisce quasi 8 (!) assist, cifre che fanno girare la testa a tutta la NBA ben consapevole che per le complesse e nebulose regole del salary cup, Golden State non potrà offrirgli quanto merita in estate, si dice che i GM di molte franchigia siano all'opera da mesi, quello che è certo è che perdere lui per i tifosi della Bay Arena sarebbe una iattura senza mezzi termini.
Arenas non doveva partire titolare quest'anno, nei piani di Musselman, il prodotto di Arizona avrebbe dovuto coprire le spalle al veterano Bob Sura, uno dei pochi Warriors dal rendimento positivo nella stagione 2001-2 e pallino del giovane coach, il grave infortunio in prestagione di Sura però ha spalancato le porte del quintetto a “Gilberto”, bravo ad approfittare dell'occasione favorevole.
Ottimo in penetrazione, ha imparato a sfruttare al massimo il buon primo passo anche se per ora fatica a concludere nella zona verniciata, affidabile nel tiro da fuori è buon difensore se ne ha voglia (si concede ancora qualche pausa di troppo) fa della versatilità la sua dote migliore, il dubbio riguarda il suo impiego futuro; ancora da play o da guardia?
Dalle parti di San Antonio i tifosi si coccolano il francesino Tony Parker, idolo del nuovo SBC Center e inaspettatamente secondo marcatore di squadra (dietro ovviamente al 21 neroargento).
Il playmakerino dopo un terrificante primo mese di regular season dove appariva spasesato e involuto al pari di Tinsley ha reagito con decisione e insospettabile maturità al brutto periodo e grazie alla mancanza di reale concorrenza in squadra a causa del brutto infortunio di Claxton ha goduto della fiducia di tutto l'ambiente (solitamente poco paziente), riscattandosi prontamente.
“Tonyno” ha una velocità di base impressionante, un ball handling con pochi eguali e una singolare capacità di penetrazione che gli consente di prendere con buona efficacia dei tiri in faccia ai lunghi avversari sopratutto se della costa est.
Dietro il momento felice della squadra c'è più che mai il suo zampino anche se a volte si estranea dal gioco, sopratutto quando i suoi acquistano un buon vantaggio nel primo quarto, per ora ci pensano le urla di coach Popovich a rimetterlo in riga ma è un aspetto assolutamente migliorabile del suo gioco.
Migliorato al tiro e passatore di livello sopraffino in difesa soffre i play più robusti di lui (la maggior parte purtroppo) ma è molto efficace sui pariruolo veloci come Nash o Bibby (massacrato in un recente scontro diretto).
La telenovela Kidd-Duncan pare stimolarlo positivamente ma come Arenas il suo futuro è da decifrare, la dirigenza lo vorrebbe confermare ma chiedergli di fare per 4 o 5 anni la riserva di Kidd è senz'altro ingiusto e un quintetto con loro due in campo desta (per ora) troppe perplessità .
Tinsley ha avuto meno fortuna dei 2 pariruolo e una situazione tecnica più complessa ma deve emergere dal grigiore che lo avvolge dalla metà della scorsa stagione prima che sia troppo tardi…
Quello che è certo è che diverse squadre NBA, per play di questo livello farebbero carte false, oltre a 2 mostri sacri come Kidd e O'Neal l'estate si preannuncia ricca di spunti per il mercato e non è detto che i movimenti più clamorosi non riguardino uno di questi ragazzi, giovani e determinati, uno dei migliori “spot” delle nuove leve della NBA, più che mai orientata ad un difficile e delicato ricambio generazionale.